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venerdì 15 giugno 2012

Quel che si muove a ... Peonis. Venerdì la commemorazione di Bottecchia (2)


Peonis e il mito che non muore:
al cippo il ricordo di Bottecchia

Trasaghis, 85 anni fa la morte del campione del pedale caduto in allenamento all’ingresso del paese. Oggi la cerimonia organizzata dal Comune al monumento realizzato con il paese natale del ciclista

di Piero Cargnelutti
TRASAGHIS. La leggenda di Ottavio Bottecchia, vincitore dei Tou de France del 1924 e del 1925, rivive oggi nella Val del lago con l'annuale incontro alle 18 per la deposizione di una mazzo di fiori da parte delle autorità a Peonis, sulla strada che da Cornino porta a Forgaria, dove il grande campione del ciclismo trovò la morte nel giugno del 1927. Su quel punto, nel 1974, in occasione del 50° dalla vittoria di Bottecchia al Tour de France, gli amministratori della cittadina, in accordo con il Comune di Colle Umberto di Treviso (paese natale del ciclista, la cui amministrazione partecipa ogni anno alla commemorazione), fecero progettare una bicicletta stilizzata, in seguito sistemata proprio su quel punto.
Da allora, il 15 giugno di ogni anno vi si ritrovano amministratori e cittadini delle due città per celebrarlo: «Quello di Bottecchia - dice Ivo Del Negro, sindaco per tanti anni e oggi consigliere comunale - dalle nostre parti, e soprattutto per la comunità di Peonis, è una sorta di culto, una vera e propria leggenda. Già nel '27, la società sportiva di Osoppo fece realizzare sul luogo dell'incidente un monumento, ripristinato e migliorato nel '53 dal Comune di Trasaghis, mentre nel '74 fu realizzata la bicicletta stilizzata pensata dal professor Casolo. Il terremoto scalfì quel luogo, ma nel 1982, appena ci fu la possibilità, la rimettemmo a posto».
La storia ricorda che Ottavio Bottecchia, dopo la vittoria del tour de France nel '24, prese casa a Pordenone, così che quei tragitti che attraversavano Spilimbergo, Clauzetto, Sella Chianzutan a Verzegnis, tutta la Val del Lago, Gemona, e soprattutto quella strada che passa a Peonis erano i luoghi abituali dei suoi allenamenti. Oggi, nell'epoca in cui i tanti scandali del doping hanno spesso demolito diversi campioni delle due ruote, ferendo l'immaginario collettivo dei tanti appassionati fedeli ai valori alti dello sport, la figura di Bottecchia, in quel suo rapporto privilegiato che senza rendersi conto aveva instaurato con la gente di Peonis, perlomeno nel ricordo ridà vigore alla figura dell'atleta che raggiunge grandi risultati con le sue forze, pur restando attaccato alla realtà popolare: «Il ricordo è forte - dice Ivo Del Negro - tanto quanto lo è stato il rapporto fra la gente di Peonis con il campione, per il quale quel tratto di strada era uno dei passaggi abituali dei suoi allenamenti.
Le cronache raccontano che il 3 giugno 1927, quando Bottecchia fu vittima dell'incidente, fu proprio la gente di questi luoghi a soccorrerlo amorevolmente e a portarlo all'ospedale di Gemona dove trovò la morte il successivo 15 giugno. A me capita di passare spesso in quel luogo, magari per bagnare i fiori deposti, e trovare sempre messaggi, o altre rose lasciate dai tanti che passano per lì appositamente per salutarlo».


da: Messaggero Veneto, 15 giugno 2012

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