La centrale di Somplago
da: Messaggero Veneto, 2 giugno 2012
Leggo con interesse l'articolo pubblicato sul Messaggero riguardo sul cosiddetto “potenziamento” della centrale elettrica di Somplago, e finalmente trovo esposte le vere problematiche relative alla sua realizzazione. Si sono versati fiumi di parole pro e contro questa realizzazione, da una parte sollevando la questione di impatto ambientale e delle eventuali “compensazioni” e dall'altra invocando la necessità di favorire gli investimenti industriali, volti a aumentare l'offerta energetica. Da quest'ultimo punto di vista ritengo che potrebbe anche essere che l'offerta energetica, intesa come rapporto tra costi/ricavi dell'energia fornita, possa migliorare ma quello che sicuramente non potrà migliorare sarà la produzione di energia elettrica, intesa come kilowatt generati! È importante sottolineare il fatto che il pompaggio di acqua a quota più alta per poi sfruttarne la ricaduta non potrà mai produrre più energia di quella consumata per il sollevamento, tramite pompaggio, dell'acqua stessa. Se così fosse, e bastasse spingere l'acqua in alto per produrre energia, avremmo risolto il problema energetico nel mondo e queste centrali sorgerebbero ovunque come funghi! Invece il vantaggio di questa realizzazione è puramente ed esclusivamente economico, dovuto al fatto di sfruttare il costo superiore dell'energia durante giorno (per produrre) e quello inferiore durante la notte (per pompare). Più che una infrastruttura di ingegneria industriale la definirei come un'operazione di investimento finanziario: la centrale di Somplago produrrebbe meno energia elettrica rispetto a prima, ma aumenterebbe comunque i ricavi dati dalla vendita della stessa! Quindi, fermo restando i problemi di impatto ambientale, io sarei curioso di sapere dai nostri governanti regionali se nella nostra regione vogliono avere una centrale di produzione di energia elettrica oppure semplicemente una fabbrica di denaro.
Andrea Meazza Chiusaforte
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