"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 16 luglio 2018

Ragionando sul by-pass: "Pensare prima ai fanghi"

Nella discussione in corso sulla possibilità di realizzare un by-pass per portar fuori dal Lago le fredde acque degli scarichi della centrale di Somplago, una opinione "di altro taglio" viene da Giovanni "Nanni" Stefanutti che ha affidato a facebook la propria riflessione, auspicando che anche questa venga presa in esame nel dibattito in corso. Il Blog - senza sposare la tesi esposta - rilancia l'intervento auspicando ulteriori confronti e integrazioni.
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Come persona che da 13 anni vive e lavora con attività di volontariato ambientale nel Parco Botanico di Interneppo voglio far sentire la mia voce .
Entro subito in argomento nella maniera più diretta e chiara possibile.
Concordo ancora una volta sulla necessità e urgenza di interventi per salvare il lago dei Tre Comuni dal triste destino al quale sembra costretto .
Continuo a non concordare sui termini e metodi fino ad ora proposti.
Il termine "rinaturalizzazione" lo ritengo improprio e forzato. Un lago si " rinaturalizza"solo se gli si permette ,senza intromissioni , di seguire le sue fasi naturali di riconquista e rielaborazione dei propri equilibri . Attualmente il lago è , a distanza di 60 anni dalla entrata in funzione della Centrale Idroelettrica di Somplago , in una lenta fase di riconquista dei propri equilibri.Disturbata purtroppo da continue nostre " iniziative" di varia natura . Non ultima , ad esempio , l' immissione di specie ittiche alloctone .
L' attuazione del by-pass , a mio avviso , costituirebbe ulteriore disturbo a questa lenta riconquista . Rimane comunque urgente risolvere il problema dei fanghi che ne stanno sollevando il fondo ed aumentando la velocità del suo interramento , previsto al termine dei prossimi 120 anni .
Tuttavia , prendiamo pure come fattibile tecnicamente ed economicamente l'operazione by-pass . Sarebbe comunque una intromissione innaturale con grossi interventi di lavori di messa in opera di tubazioni lungo una intera sponda e di tutte quelle soluzioni tecniche necessarie per rendere il più leggero possibile l' impatto paesaggistico- ambientale e la libera fruizione della sponda . Ma ciò che ritengo grave è il fatto che con questa soluzione si sposta solo il problema. Trasferendo i fanghi dal lago al Tagliamento .Non possiamo dimenticare che il nostro più grande fiume ha un regime torrentizio con apporto di notevole massa detritica in continua modificazione ed aumento di livello . Ben presto si potrebbero problemi di squilibrio anche sul tratto del fiume interessato da questi sversamenti .Ed allora saremmo daccapo . Perché non cercare allora , oggi , di risolvere il problema alla fonte? . Se uno sforzo deve essere fatto facciamolo mettendo realmente in moto le eccellenze presenti in Regione . Eccellenze tecniche , politiche e amministrative che facciano del progetto una iniziativa imitabile ed esportabile . Personalmente suggerisco di imitare il pensiero naturale . Cioè ciò che la natura fa da che mondo è mondo per preservare i suoi equilibri . Continuando ad utilizzare i suoi pesi e le sue misure. Quello che tolgo restituisco . In questo modo cerco di mantenere l"equilibrio generale rendendo utile e non dannosa la mia opera . In pratica . Perché non studiare un sistema di raccolta dei fanghi (che sono una mescolanza di sabbie , argilla e limo componenti indispensabili nella formazione dei terreni agrari) e trasportarli laddove sarebbero utili per la bonifica o l' arricchimento di terreni poveri di questi elementi fisici ? Se uno sforzo deve essere fatto perché non in questa direzione ? Imiteremo la natura , ridurremo i problemi di impatto ambientale , fertilizzeremo terreni con ritorno economico , Contribuiremo alla salvezza del Lago e alla conservazione del Tagliamento . Ce ne saranno grate le generazioni future e saremo veramente innovatori nella tutela ambientale .
Cosa ne pensate?
                                   Giovanni Stefanutti

2 commenti:

  1. Caro Giovanni, per favore non “abbaiare alla luna”. Sarà che amo i cani e con loro ho sempre avuto un buon rapporto. Ma io il cane me lo vedo davvero, avendone visti che durante il plenilunio davan di matto, forse perché abbagliati dall’eccessiva luce. Sara

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