Bandiere nere a Promoturismo e Cavazzo
Legambiente boccia l’ente regionale per la pista di discesa di Pradibosco e il Comune per la mancata difesa del lagodi Davide Vicedomini
UDINE. Promoturismo Fvg e Comune di Cavazzo Carnico finiscono dietro la lavagna. A bocciarli è Legambiente che ha assegnato le bandiere nere e quelle verdi di Carovana delle Alpi per il Friuli Venezia Giulia, i riconoscimenti attribuiti a progetti e iniziative da condannare e ad azioni e interventi da prendere come modello positivo.
Questa volta a finire nel mirino dell’associazione ambientalista «per le gravi incoerenze dimostrate nel comportamento» sono stati, da una parte, l’ente regionale che ha il compito di sviluppare il settore turistico, e dall’altra, l’amministrazione del Comune montano.
A Promoturismo Fvg, Legambiente rimprovera, in particolare, di non aver concretizzato quella svolta in chiave di turismo slow e sostenibile che era stata annunciata con il varo del piano del turismo 2014-2018.
A Promoturismo Fvg, Legambiente rimprovera, in particolare, di non aver concretizzato quella svolta in chiave di turismo slow e sostenibile che era stata annunciata con il varo del piano del turismo 2014-2018.
«Date queste premesse – dichiarano Sandro Cargnelutti, presidente dell’associazione, e Marco Lepre, responsabile per la montagna - c’era da attendersi finalmente una svolta, dopo anni di ingenti investimenti di risorse in piste e impianti di risalita, sempre più vanificati dai cambiamenti climatici. Invece è stata portata a compimento una devastante nuova pista di discesa e sciovia, del costo di circa 3 milioni, pensata una decina di anni fa, nella piccola stazione turistica di Pradibosco, a 1.100 metri di altitudine». (...)
Al Comune di Cavazzo, invece, viene rinfacciata la posizione assunta, in piena discontinuità con il passato, rispetto ai progetti di rinaturazione del Lago dei Tre Comuni e all’ipotesi di by-passare lo scarico della Centrale di Somplago. «Da anni – sottolineano Cargnelutti e Lepre - i comitati che si battono in difesa del lago sostengono la necessità di spostare a valle il punto di immissione delle gelide acque della Centrale idroelettrica di Somplago, responsabili dell’inquinamento termico che ha portato alla scomparsa di gran parte della fauna ittica, del deposito di sedimenti e delle frequenti variazioni di livello.
Finalmente uno studio ha dato concretezza all’ipotesi di realizzazione di un by-pass per lo scarico della centrale con il parere favorevole anche di consiglieri regionali appartenenti a tutti gli schieramenti politici. Ma il Comune, a sorpresa, si è espresso contro questa ipotesi sostenendo che di esso non si deve neanche parlare, poiché turberebbe il presente equilibrio».
(Messaggero Veneto, 1° luglio 2018)
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