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sabato 10 giugno 2017

Gjovàni, pescjadôr como una volta

Giovanni è l'ultimo pescatore del lago: usa canne e mollica di pane

Si chiama Giovanni Stefanutti, è di Alesso di Trasaghis e ha 73 anni anche se ne dimostra molti di meno: «Qui siamo sempre in attività e ci teniamo in salute» dice con i piedi a mollo nell'acqua freschissima e limpida del lago di Cavazzo.

Giovanni è uno degli ultimi pescatori del lago. E nel lago ci pesca da quando aveva solo 8 anni. «Erano tempi tutti diversi: andavamo insieme, i ragazzini, a pescare con la lenza, sulle rive. Ci divertivamo e, allora, si poteva pescare anche la carpa. Oggi, invece, guai a prenderla: è previsto l'arresto da 2 mesi a 2 anni e una ammenda da 2mila a 12mila euro. Vede, guardi, nella licenza: le normative nuove sono entrate in vigore lo scorso anno e sono molto severe. Ma noi peschiamo per passione, rispettiamo l'ambiente, vogliamo bene al nostro lago».

Giovanni pesca con le esche vive che cattura dove l'acqua è bassa con una trappola che ha creato con le sue mani (nelle foto): è un grosso vaso di vetro che ha chiuso con una retina di metallo. Lo sistema sui sassi, appena sotto il pelo dell'acqua, assicurato da un pezzo di spago, a sua volta legato a un sasso piatto, perché la corrente non porti via il vaso. Poi si allontana per una decina di metri. E aspetta. 

«In questo modo i pesciolini che entrano nel vaso, attirati da un po' di mollica di pane, poi non riescono a uscire - spiega Giovanni -; sono pesciolini piccoli, che noi chiamiamo "paresie". Io ne tengo alcuni, solo quelli che mi servono per la pesca con la canna, senza mai esagerare».

Ma cosa si pesca nel lago di Cavazzo? «Una volta, pensi, c'era anche il persico reale, che oggi è rarissimo. I vecchi pescatori di un tempo avevano abbondanza in queste acque e certe famiglie vivevano proprio solo di pesca mettendo le reti fisse, reti che oggi non mette più nessuno. Adesso si pesca solo per passione e sono veramente in pochi a farlo. All'amo arrivano trote, persico, cavedani. Una volta mi è capitato di pescare una grossa trota: sarà stata almeno di 7 chili. Era così pesante che mi ha rotto il filo della lenza». 

Articolo di Paola Treppo su gazzettino.it, dove si possono vedere diverse foto sul pescatore

1 commento:

  1. Il sig. Raffaele Lizzi precisa: " L'articolo andrebbe corretto per quanto riguarda la pesca della carpa: la pesca della carpa non è vietata. È invece vietato da regolamento regionale trattenerla per ucciderla e portarsela quindi a casa ( e vista la nuova norma nazionale di contrasto al bracconaggio ciò è un reato penale con la pena riportata nell'articolo). In altri termini ciò cosa significa: che ha giorno d'oggi la pesca deve diventare ricreativa e sostenibile, abbandonando sempre di più uno sfruttamento a senso unico delle risorse ittiche. Il sig. Stefanutti può tranquillamente tentare la cattura di una bella carpa nel suo lago, con l'unica acortezza una volta presa di liberarla viva e vegeta nel suo ambiente con la speranza di poterla ricatturare ancora più grande."

    Fausto MArchetti invece, dopo aver annotato che le carpe sono pressoche' scomparse, aggiunge a proposito delle "paresias": "i "pesciolini" in questione (las paresias) non sono altro che piccoli ciprinidi chiamati Sanguinerole che nei mesi di Maggio/Giugno si ammassano in gran numero per la frega (riproduzione) in quattro dita d'acqua e per questo facili vittime "da butilia"......immaginate il danno che si fa asportando i riproduttori..."

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