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Con gli arrivi di Cavazzo e Villa quota migranti esaurita per la Carnia
Con gli ultimi arrivi di Cavazzo e Villa Santina la quota migranti stabilita per la Carnia si è esaurita. Lo ha reso noto giovedì sera da Cavazzo Carnico il prefetto di Udine, Vittorio Zappalorto, invitato dall’Amministrazione comunale a partecipare ad un incontro pubblico per spiegare i termini dell’accoglienza diffusa richiesta al territorio comunale.
Oltre 150 i partecipanti tra cittadini ed altri sindaci della Carnia, presenti nella sala consiliare per un dibattito che si è protratto per diverse ore. Introdotti dal sindaco di Cavazzo, Gianni Borghi – il quale ha ribadito la propria rimostranza per essere stato avvisato solamente all’ultimo momento – hanno esposto la situazione a ruota oltre che il prefetto, anche il vicequestore aggiunto di Udine, Alessandro Miconi, il direttore della Croce Rossa Fabio Di Lenardo e il comandante provinciale dei Carabinieri di Udine Marco Zearo.
Alle “legittime preoccupazioni” della popolazione hanno risposto spiegando che i 22 afghani ospiti dell’Albergo Olivo hanno tutto l’interesse ad integrarsi e a non delinquere altrimenti perdono il loro diritto all’accoglienza in attesa delle decisioni sulla richiesta di asilo; “in provincia di Udine – ha fatto sapere Zearo – non sono stati rilevati episodi negativi legati ai profughi ospitati nei Comuni che sono già stati oggetto di controllo e sui quali non ci sono denunce a loro carico”. Analogamente si è espresso Miconi ed è stato ribadito come il territorio è presidiato e i controlli verranno ulteriormente rafforzati.
L’assessore regionale Gianni Torrenti ha indicato, infine, come “queste persone devono rispettare le regole ma hanno il permesso di essere qui e non sono clandestini”. Anche il prefetto ha invitato all’accoglienza dei richiedenti asilo “che si portano dietro ferite profondissime. In questo percorso, i sindaci hanno un ruolo fondamentale nell’integrazione”. Il rappresentante della Croce Rossa dal canto suo ha informato che in chiave integrativa la prima cosa che si sta organizzando è il corso d’italiano, gli operatori transiteranno tre volte alla settimana nella struttura ma comunque per le emergenze c’è la reperiblità H24, gli ospiti hanno obbligo di firma.
“La Regione, in accordo con lo Stato, per prima in Italia, ha attuato alcuni atti normativi che consentono di impiegare i migranti in lavori socialmente utili – ha poi illustrato Torrenti – così da restituire al territorio che li ospita qualcosa di concreto. Abbiamo, inoltre, avviato dei corsi di italiano e di sicurezza sul lavoro, attraverso i progetti locali dedicati, per 1600 persone su 3403 richiedenti asilo ospitati sul territorio. Progetti che sono utili per agevolare percorsi di integrazione con la popolazione residente”.
Torrenti ha rimarcato che si tratta di richiedenti protezione internazionale che si affidano a noi e ha invitato a non aver timore di chi si fa identificare e richiede protezione. Da qui l’importanza dei progetti volti a sostenere e potenziare la capacità di accoglimento diffusa ed integrata in Friuli Venezia Giulia attraverso il supporto agli enti locali che accolgono persone richiedenti o titolari di protezione internazionale. L’intento è di promuovere l’inserimento, la conoscenza e l’accettazione reciproca tra persone accolte e comunità ospitante, attraverso attività socialmente utili ed esperienze formative, con il coinvolgimento del privato sociale.
L’assessore ha voluto ricordare il dato positivo della nostra regione dove un comune su tre ha accolto i richiedenti asilo rispetto alla media italiana che non arriva ad 1 su 10 e ha ribadito “la necessità di affrontare la situazione, di confrontarsi con persone che non conosciamo; lo sforzo richiesto è quello di non avere diffidenza perché i dati evidenziano grazie all’esperienza di molti Comuni che non ci sono motivi per preoccuparci”.
(http://news.rsn.it/46317-2/) . Su tale pagina è possibile visionare anche un filmato sull'incontro.
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