"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

mercoledì 19 giugno 2013

Val del lago sul Web. Un'escursione sul Brancot, tra vecchie e nuove leggende

Dal sito "escursionando", una leggenda "moderna" scritta da Dorino Bon, riallacciandosi  all'indefinito confine tra storia e fantasia riferito alle vicende occorse alla zona tra il Tagliamento, il castello di Bragolino e il Brancot.
Segue una descrizione precisa di un'escursione - reale - alla cima del Brancot. Un bell'esempio di come "linguaggi" così diversi possano coesistere con risultati apprezzabili. (A&D)
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LA LEGGENDA DELLA PIOGGIA SUL MONTE BRANCOT 
di DORINO BON

Dal libro FANTAMONT di Dorino Bon.




















Un vecchio e maestoso grifone volteggiava elegantemente tra le magiche correnti d’aria al di sopra del fiume Tagliamento. Con le sue grandi ali disegnava il cielo sopra il ponte di Braulins, mentre con la sua potente vista cercava qualche carcassa di animale per sfamarsi. Il suo volteggiare armonico, tra le musiche delle correnti venne improvvisamente interrotto da una specie di lamento. Il grifone con lo sguardo andò a cercare l’origine di quello strano lamento. Si guardò in giro attentamente, mentre continuava nel suo elegante volteggio, e tra le nubi nere e grosse, proprio sopra la cima del monte Brancot, che sovrastava il paese di Braulins, vide uno stuolo di piccoli angeli. Lo strano lamento proveniva proprio da li. Il grifone invertì il proprio volteggiare e con decisione si avvicinò alla cima del monte, lasciandosi cullare dalle correnti. I lamenti provenivano proprio dagli angeli, ma non si trattava di lamenti ma bensì di pianti a dirotto. Il grifone scese lentamente volteggiando e si posò perfettamente ed elegantemente sulla cima del monte a pochi centimetri da bastone di legno che indicava la cima del monte Brancot, facendo sventolare lo straccio rosso annodato alla sua estremità. Dal monte si poteva ammirare un bellissimo panorama sul paese di Braulins. Il grifone alzò il suo sguardo verso lo stuolo di angeli che stavano sospesi nell’aria ad un metro circa dalla cima.
“cosa vi è successo? Perché state piangendo?”,
chiese il grifone guardando gli angeli che continuavano a piangere  incessantemente.
“Ci dispiace averti creato preoccupazione, ma ogni volta che le nuvole diventano grosse e scure inspiegabilmente iniziamo a piangere a dirotto, ma siamo ancora più tristi perché le nostre lacrime  si trasformano successivamente in pioggia che poi cadrà su Braulins e gli abitanti saranno tristi”.
Gli rispose un angioletto uscito dallo stuolo .
Il cielo su Braulins diventava sempre più scuro e la luce diminuiva sempre di più. Poco distante dalla cima del monte Brancot uno stormo di rondini effettuava spensieratamente un infinità di evoluzioni acrobatiche ad alta velocità, sfiorando i prati del monte Brancot.Saranno state almeno cento rondini e il loro schiamazzare si sentiva fino in paese.
“Ma quello non è il grifone?” chiese la rondine anziana al suo assistente.
“Si è proprio lui. Ma cosa vuole fare agli angeli? Vuol fare il duro anche con loro?!”.
 La rondine anziana non rispose alla domanda del suo assistente e piegò bruscamente a destra verso la cima del monte.
“Andiamo a vedere cosa sta accadendo, non vorrei che succedesse qualche cosa di brutto a quei poveri angioletti.” , disse preoccupata l’anziana rondine.
Virò verso destra e in picchiata chiudendo le ali, si diresse verso la cima del monte Brancot, seguita dallo stormo.
Intanto sulla cima gli angeli continuavano a piangere a dirotto e il grifone li fissava con aria triste, senza dire nulla . “Cosa posso fare io per voi? Vedervi piangere mi fa star male”, disse con aria triste l’anziano rapace, rivolgendosi agli angioletti.
 “Non puoi fare nulla, questo è quello che ci accade da sempre ogni volta che vediamo questi brutti e grossi nuvoloni scuri. Succede sempre così e tutte le nostre lacrime diventano pioggia. Purtroppo noi piangeremo fino a quando il cielo non ritornerà blu e il sole risplenderà. Solo allora noi saremo felici e torneremo a sorridere.”, rispose un angiloletto uscito dallo stuolo.
Intanto la rondine anziana, con a fianco il suo assistente, si dirigeva a tutta velocità verso la cima del monte mentre davanti ai suoi occhi vedeva distintamente il grifone e gli angioletti.
“Che cosa intendete fare?”. Chiese l’assistente urlando per farsi capire dalla rondine anziana.
“nulla. Voglio solamente sincerarmi che tutto stia andando bene”, rispose la rondine anziana e con tono perentorio ordinò: “Ora seguitemi!”


Mancavano pochi metri alla cima del monte Brancot e sotto di lei c’era il grifone, mentre circa un metro sopra, sospesi nell’aria c’erano gli angeli che continuavano a piangere. La rondine anziana chiuse ancora più le ali e passò tra il grifone e gli angeli, sfiorando ad alta velocità la testa del grifone, seguita da tutto lo stormo di rondini che si comportarono in egual modo. Il grifone non fece una piega, rimase indifferente, continuando a fissare con lo sguardo triste, gli angeli sospesi nell’aria sopra di lui che continuavano a piangere. La rondine anziana continuò la sua picchiata verso il paese di Braulins, virando a sinistra, poi risalì bruscamente prendendo quota sopra la cima del monte.
Mentre risaliva girò il capo verso il suo assistente e guardandolo con gli occhi semichiusi a causa della velocità, gli disse:”A me sembra che sia tutto a posto”.
“A me invece sembrava che il vecchio grifone volesse mangiarsi uno di quei piccoli e indifesi angioletti”, rispose l’assistente con tono convinto e serioso. Arrivarono molto alti sopra la cima del monte. La rondine anziana virò diverse volte e quindi scese nuovamente in picchiata verso il grifone e gli angeli, seguita perfettamente dallo stormo.
“Vai pure. No ti preoccupare per noi. Sei stato molto gentile.”, disse il piccolo angelo rivolgendosi al vecchio grifone. Il grifone abbassò lo sguardo triste e girò il capo verso il paese. Ormai la luce era stata sostituita dal colore scuro dei nuvolosi che si ingrossavano sempre di più.
“Ma io non voglio vedervi piangere. Devo fare qualche cosa!”,disse il grifone rigirandosi nuovamente verso l’angelo portavoce.
“Ti ripeto: non ti preoccupare. Questa è la natura. Tra poco le nostre lacrime toccheranno la terra di Braulins e si trasformeranno in pioggia”, disse l’angelo avvicinandosi al vecchio grifone. Intanto la rondine anziana che stava volando, si girò verso il suo assistente e con tono deciso gli ordinò:”Voi virate e tenetevi alti. Io vado a sentire gli angeli.”
“non potete andare da solo. Il grifone vi assalirà”, tuonò seccato il suo assistente.
“Non vi preoccupate. So quello che faccio! Allontanatevi!”, esclamò la rondine anziana. L’assistente seppur controvoglia obbedì e porto dietro a se lo stormo salendo e virando a destra nel cielo buio, mentre con lo sguardo continuava a seguire la rondine anziana. Pochi istanti e la rondine si trovò sopra lo stuolo di angeli rimanendo sospesa nell’aria. Si rivolse ad un angelo e gli chiese: “Cosa sta succedendo?......... Cosa vuole il vecchio grifone?....avete bisogno di aiuto?”. L’angelo continuando a piangere guardò con stupore la rondine e le rispose: “Non vi preoccupate. Il vecchio grifone è solo preoccupato per il nostro pianto e sta male per questo.”
“Ma sei sicuro che il grifone non vi ha fatto nulla? E’ vero ciò che mi dici?”, chiese la rondine anziana.”
“Siiiiiii!!! Il grifone è solo preoccupato per il nostro pianto!!”, rispose l’angelo.
Il grifone  continuava a soffrire sentendo il lamento degli angeli. Continuava a girare nervosamente il capo saltellando e gurdando nervosamente verso gli angeli e verso il paese.
“Ma siete sicuri di non aver bisogno d’aiuto.?!”, chiese nuovamente la rondine all’angelo.
“Noooooo!!!!ma come ve lo devo dire?!!!! Il grifone è stato molto gentile. Voleva solo aiutarci!!”, rispose l’angelo un po’ indispettito. La rondine salutò l’angelo, con lo sguardo di chi è titubante, quasi a voler far capire allo stesso di non creder a ciò che gli aveva detto , riprese quota velocemente, dirigendosi verso lo stormo che la stava attendendo , con a capo il suo assistente. Il grifone si diede una piccola spinta verso il vuoto in direzione del paese, aprì le sue grandi ali e iniziò a farsi cullare dalle correnti, ma mentre virava vicino alla cima guardando gli angeli, tra l’erba qualche cosa attirò la sua attenzione. Virò  repentinamente a sinistra e si abbassò velocemente verso il sentiero che portava alla cima del monte Brancot. Rimase per qualche istante immobile a fissare un qualche cosa sul punto in cui si era appoggiato.
“E’ fantastico!!!”, urlò euforico il grifone, guardando una genziana che sbucava da una roccia proprio nella parte sommitale del sentiero. Alcune lacrime cadute dagli occhi degli angeli, casualmente avevano centrato l’interno della genziana (il piccolo contenitore), provocando una piccolissima nube color blu, uguale al colore della genziana, e la stessa nube saliva lentamente verso il cielo. Il grifone rimase come paralizzato nel vedere quello spettacolo.
La rondine anziana contenta di aver accertato che gli angeli stavano bene e non avevano bisogno di aiuto, stava volando tranquillamente e mentre volava continuava a pensare al comportamento del vecchio grifone. La rondine era rimasta sorpresa dal fatto che un rapace rude come il grifone potesse essere così sensibile. Ed è proprio mentre pensava che la sua attenzione venne attirata dal comportamento del suo assistente che la stava attendendo con lo stormo a qualche centinaio di metri in linea d’aria da lui.
Il suo assistente cercava di fargli capire qualche cosa agitandosi e gridando, ma la rondine anziana non riusciva a sentirlo.

La rondine anziana era preoccupata dal suo comportamento e non riuscendo a sentire quello che voleva dirle decise di risalire in quota e scendere in picchiata per raggiungere prima il suo assistente. Volò quindi verso l’alto e raggiunta la quota desiderata, puntò con lo sguardo il suo assistente che stava ancora agitandosi e gridando. Chiuse a se le ali e si diresse in picchiata verso di lui ad una velocità fortissima che quasi costringeva a tenere chiusi i suoi piccoli occhi. Dall’altra parte anche l’assistente aveva deciso di fare altrettanto. Le due rondini si stavano raggiungendo in picchiata volando una verso l’altra. Mancavano pochi metri a che le due si incontrassero e la rondine anziana intuiva che l’assistente stava disperatamente cercando di dirle qualche cosa, ma la velocità eccessiva e il rumore del vento non le permettevano di capire cosa stesse dicendo.
Passarono una a pochi centimetri dall’altra, quasi sfiorandosi.
“Attentaaaa!!!!! Si giriiiiii!!!!”, le gridò l’assistente, virando a sinistra dopo aver sfiorato la rondine anziana. La rondine anziana istintivamente virò sulla sua sinistra e salì rigirandosi all’indietro ed è proprio in quel momento che si vide quasi addosso l’anziano grifone che la stava inseguendo. Gli si gelò il sangue, ma continuò ugualmente il suo volo scendendo in picchiata verso la sottostante cima del monte Brancot.
“fermati,fermati!!! Aiutami ti prego!!!”, le gridò il grifone. La rondine a quel punto rallentò e per la seconda volta in pochi attimi, si stupì del comportamento del grifone, lasciandosi raggiungere dallo stesso.
“mi devi aiutare…..ho bisogno del tuo aiuto e di quello del tuo stormo. Voi siete velocissime e assieme potremmo aiutare gli angioletti”, le disse tutto trafelato il grifone, affiancandola mentre continuava ascendere verso la cima del monte.
“Non ti capisco. Cosa vorresti fare?”. Esclamò la rondine schivando il battito delle ali del vecchio grifone.
“Non voglio veder piangere quei poveri angioletti. Vederli così mi fa star male.”, le rispose il grifone.
“E cosa intendi fare? Lo sai che per loro ogni volta che i nuvolosi diventano grossi e scuri è una pena. Lo sai che non puoi fare niente.”
“lasciami tentare!”, le rispose in grifone con lo sguardo compassionevole.
“va bene. Dimmi che vuoi fare”,esclamo l’anziana rondine.
“seguimi ti voglio far vedere una cosa”, le disse il grifone con un’aria divenuta improvvisamente felice, mentre aumentava la corsa verso la cima del monte.
Il grifone si appoggio dolcemente sul punto dove aveva visto la genziana. Ed attese un istante l’arrivo della rondine. Dalla genziana ogni qualvolta che una lacrima degli angioletti centrava la sua cavità, usciva una meravigliosa nube di colore blu e lentamente saliva verso il cielo.
“Ecco cosa voglio fare. La vedi quella nuvoletta?”, chiese il grifone rivolgendosi alla rondine indicandogli la piccola nuvoletta colorata che usciva dalla genziana e stava lentamente salendo verso il cielo.
“Si.”, rispose la rondine rimasta quasi senza parole nell’assistere a tale spettacolo della natura.
“Solo voi con la vostra velocità potrete aiutarmi.”, disse ancora una volta il grifone rivolgendosi con aria compassionevole verso la rondine.
“D’accordo. Dimmi cosa vorresti fare.”.
“Vorrei che voi intercettaste le lacrime che stanno per cadere a terra in paese e le portaste sopra la genziana affinché cadano e nella sua cavità sprigionando quella nube magica di colore.”
“Ci puoi contare!”. Le disse la rondine e dandosi un piccolo slancio si alzò in aria prendendo quota velocemente. Una volta arrivata molto in alto, quasi che il grifone no la vedeva più, scese in picchiata verso lo stormo che la stava attendendo assieme al suo assistente. Pochi istanti e la rondine arrivò vicino allo stormo. Impartì degli ordini e assieme allo stormo si getto in picchiata verso il paese di Braulins. Lo stormo iniziò a volare bassissimo per le strade di Braulins, quasi a sfiorare terra intercettando un’infinità di lacrime e portandole sopra la genziana in continuazione. Ogni due minuti lo stormo scendeva sulle strade , intercettava le lacrime e le riportava velocemente sulla genziana rilasciandole proprio sopra la cavità interna della stessa. Le nuvolette di colore blu si addensavano sempre di più e salivano nel cielo. In poco tempo le rondini portarono una quantità immensa di lacrime e le rovesciarono sulla genziana. Le nuvolette erano diventate grandi nubi di colore blu ed in pochissimo tempo erano salite in cielo colorandolo di un magnifico colore blu. Solo poche lacrime avevano toccato la terra ed erano diventate pioggia. Come d’incanto anche il sole era ritornato a splendere ed emanava una luce fantastica. “bello…..bello…..bello…”, continuava a ripetere il grifone, mentre dal monte Brancot ammirava il fantastico spettacolo che lo circondava.
“Hai fatto un bellissimo lavoro. Grazie!”
Commentò guardando la rondine che nel frattempo si era andata  posare – stanca e stremata- a fianco al grifone sul bastone di legno che indicava la cima, circondata dalle altre rondini.
“E’ proprio  un bellissimo spettacolo”, disse la rondine quasi inebetita, mentre ammirava il cielo e la luce la circondavano.
Il grifone alzò quindi gli occhi e guardò gli angeli che avevano smesso di piangere e stavano sorridendo commentando anche loro lo spettacolo che li circondava. Il grifone contento e senza dire nemmeno una parola li stava osservando. Il grifone alternava lo sguardo, guardando un po’ gli angeli e un po’ il paese di Braulins. Un l’angioletto, dopo aver parlottato con gli altri angeli, si staccò dallo stuolo e si abbassò fino ad arrivare a pochi centimetri dal viso del grifone. I due si guardarono per un istante e l’angioletto regalò una tenera carezza al grifone e si allontanò verso lo stuolo degli angeli che lo stavano aspettando, inseguito dallo sguardo sorpreso del grifone e delle rondini. Ogni parola era superflua. Dopo pochi istanti dagli occhi teneri del grifone nacquero due splendenti e luccicanti lacrime che solcarono il viso del grifone. La rondine anziana improvvisamente si alzò in volo seguita repentinamente dallo stormo e prima che le due lacrime toccassero terra, proprio a pochi millimetri dalla stessa, con una serie di acrobazie le raccolsero e le portarono sopra la genziana, rovesciandole sopra la sua cavità. In pochi istanti nel cielo blu reso fantastico da una luce magica apparve un enorme arcobaleno disegnato con dei colori stupendi. Da quel giorno le rondini, ogni volta che i nuvoloni diventano grossi e neri, iniziano il loro frenetico lavoro volando basse sulle strade quasi a toccare terra, intercettando le piccole e invisibili lacrime degli angeli riportando il sereno.
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Monte Brancot mt.1015
(Da Braulins)
Escursione effettuata Martedì 2 maggio 2006.

Testo e immagini :Dorino Bon.



PUNTO DI PARTENZA: Dalla via Castello di Braulins. (in fondo)
COME CI SI ARRIVA:S.S. nr.13 direzione Gemona del Friuli. Arrivati in località Campagnola al semaforo si gira a sinistra .Dopo alcuni minuti, la strada curva bruscamente a destra . Si oltrepassa il Ponte di Braulins e si entra nel paese. Da qui si raggiunge la piazza della Chiesa . Con la Biblioteca sulla nostra destra si prosegue e si gira alla terza via a sinistra (via Castello). Si va fino in fondo alla stessa dove troveremo un parcheggio e due fontane. Sul Posto ci sono le indicazioni del SENTIERO BRANCOT (sentiero c.a.i. nr.837).
CARTA TOPOGRAFICA NECESSARIA:Carta Topografica “TABACCO” per escursionisti nr.20 1:25.000 Prealpi Carniche e Giulie del Gemonese.
PARCHEGGIO PER AUTO: si.
SENTIERI: Sentiero c.a.i. nr.837
DISLIVELLO: mt.815
TEMPO IMPIEGATO: ore 2
TELEFONI UTILI: /
DIFFICOLTA’: E


Descrizione dell’escursione.

Ore 08.10. Ed eccomi qua a Braulins. Ogni escursione diventa sempre più bella ed attesa. Forse è proprio questa attesa a farmi amare questi momenti preziosi. Pochi minuti e sono già pronto. Zaino in spalla e scarponi ai piedi non mi resta che salire questi storici gradini in pietra che danno inizio al SENTIERO DEL MONTE BRANCOT (sentiero c.a.i. nr.837). Dopo alcuni minuti di cammino trovo le prime indicazioni (in ferro battuto rosso) che indicano la direzione da prendere per raggiungere il monteBrancot e per la chiesetta di san Michele. Sulla sinistra di queste indicazioni è posta anche la vecchia segnalazione del sentiero c.a.i. nr.837, dove è posto un cartello di divieto di transito e l’avvertimento che sul quel vecchio sentiero c’è il pericolo di frane. Quindi proseguo in direzione della Chiesa di San Michele, lasciando sulla sinistra il vecchio sentiero. Per chi volesse riempire la boraccia , prima di continuare, subito all’inizio del vecchio sentiero, c’è una vecchia fonte. (Una volta fatto rifornimento di acqua ritornare sul sentiero che porta alla chiesa). Pochi minuti ancora di camino e troviamo il secondo cartello con le indicazioni per la chiesa. Invece di proseguire verso la chiesa a sinistra( Ci andrò successivamente) continuo dritto sull’evidente traccia di sentiero. Dopo 15 minuti di cammino tra fantastici panorami che sbucano dalle fronde degli alberi, accompagnato dalla fantastica colonna sonora suonata da una miriade di uccellini, arrivo all’ennesimo segnale, questa volta in legno,che indica la direzione da prendere per raggiungere il monte Brancot ( e sono già le 08.35).
Ore 08.45. Arrivo, sempre camminando in mezzo al bosco, fra piante di castagno, fragoline di bosco e pungitopo, all’icona di una bellissima Madonnina che mi accompagnerà per tutta l’escursione. Pochi metri e i segnali mi indicano di girare a destra. Sul sentiero trovo in continuazione chiare indicazioni per il monte Brancot. I panorami si susseguono invogliandomi a scattare immagini in continuazione. Ogni escursione diventa sempre più bella. Dimentico il tempo e tutto quello che di brutto ho lasciato a “terra”. Ogni istante di “volo” diventa prezioso e mi fa dimenticare quello che è il nulla. Cammino tra le carezze del vento assaporando l’immensa gioia di avanzare nel prezioso silenzio della montagna. Passo dietro passo eccomi davanti al colore forte e fantastico della prima Genziana della stagione.
Ore 10.05. Sono arrivato sul monte Brancot. 360° di felicità tra Grifoni e un’infinità di rondini che volano tra panorami appaganti. Una birretta ed un panino ed anche queste emozioni vanno a scolpire il fantastico libro della mia vita, dedicato a queste fantastiche Montagne.

Un po’ di Storia.
La Chiesetta di San Michele.
“L’edificio risale probabilmente al XIII secolo ma, secondo la tradizione locale, la chiesetta sorge sul luogo di un tempio pagano di epoca longobarda. Dopo un lungo periodo di abbandono venne ripristinata nel 1929, in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale. L’aula trapezoidale è parzialmente incassata nella roccia. L’edificio risulta quindi privo di facciata. Sono visibili l’absidiola semicircolare e la monofora campanaria posta sopra lo spiovente meridionale della parete di fondo. Sulle pareti laterali si aprono le due entrate.
All’interno si conservano due affreschi: nel catino dell’abside vi è raffigurata una Trinità risalente alla fine del XVI secolo e opera di un pittore modesto appartenente alla cerchia di Giulio Urbano pittore di San Daniele operante nella econda metà del cinquecento. Sulla parete orientale, a fianco dell’abside, vi è un affresco raffigurante l’Arcangelo Michele dal volto giovanile che regge la bilancia del giudizio con due anime. La pittura , dai modi bizantineggianti e dall’iconografia piuttosto insolita in Friuli, risale alla fine del XIII secolo.

Il Castello di Bragolino.
Il Castello detto di Bragolino sorgeva  presso la chiesetta di san Michele dei pagani. Il complesso era sorto sulle strutture di un preesistente insediamento fortificatotardoantico-altomedioevale, documentato da alcuni resti e dalla chiesetta che porta una titolazione tipicamente longobarda. La postazione sopra il colle di Braulinscontrollava la strada che da Braulins, passando per Trasaghis e Alesso, raggiungeva i fortilizi di Cavazzo e della Carnia.
Il castello è documentato dal 1254, ne era feudatario il Boulonis o Buvulinum, da cui deriva il nome Bragolino trasformato poi in Braulins, imparentato ai nobili di Aviano e fedele al patriarca. Il figlio Leonardo sposò Scamera di Osoppo e poi Clarina, figlia di Ermanno di Illegio. Nel 1307 Almerico e Giovanni di Bragolino si schierarono con i conti di Gorizia e nel 1321 finirono uccisi da sicari patriarcali estinguendo il csato. Il castello divenne proprietà di Corrado di Liajo di Carnia e poi di Enrico di Maul di Traburg e dei conti di Gorizia. Nel 1336 il patriarca Bertrando, occupato il maniero, ne ordinò la completa distruzione.
Al castello si accede tramite l’antica scaletta scavata nella roccia che conduce ad un edificio diroccato, di destinazione sconosciuta, a pianta rettangolare , ove sono visibili una porta d’ingresso e alcune aperture sulle pareti. Lungo il sentiero verso la chiesetta di San Michele dei Pagani, vi sono resti di muri e di una soglia, forse pertinente ad una torre-porta, vi si intravedono anche terrazzamenti e bastionature sparsi nel bosco.”

da:  http://escursionando.blogspot.it/

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