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martedì 8 agosto 2017

Come si faceva la "marmelada di moléa di Vasinas" (I)

Trovata ad Avasinis l’antica ricetta della marmellata di lamponi

Scritta su un cartoncino in friulano era in una scatola di latta con la tombola. Il documento sarà reso pubblico nel corso della festa che prenderà il via sabato
TRASAGHIS. Ritrovare tra le schede della tombola, in una vecchia scatola di latta delle caramelle Dufour, la ricetta della marmellata di lamponi scritta in friulano con una calligrafia d’altri tempi, emoziona anche chi non è nato e cresciuto ad Avasinis.
Ad aprire quella scatola recuperata 41 anni fa tra le macerie del terremoto che distrusse il Friuli e conservata nella casa disabitata da tempo di Giovanni Ridolfo, morto qualche anno fa a 97 anni, è stato il presidente della Pro loco di Avasinis, Giovanni Rodaro.
«È la più vecchia ricetta della marmellata di lamponi di Avasinis». Quel cartoncino ingiallito riannoda i fili della storia della festa nata spontaneamente negli anni 1970 e 1971 quando le donne preparavano la marmellata in piazza.
Sospesa e poi rilanciata nel 1997, la ventesima edizione della festa del lampone e del mirtillo prenderà il via sabato, alle 17, con la presentazione della ricetta trovata casualmente. «Cercavo vecchie fotografie per allestire la mostra su Avasinis - rivela il presidente della Pro Loco, Giovanni Rodaro –, mai avrei immaginato di imbattermi nella più antica ricetta della marmellata di lamponi rimasta invariata nel tempo».
Quel cartoncino scritto da una parente di Ridolfo ufficializza il ruolo che svolse la raccolta dei lamponi ad Avasinis, ai piedi del monte Cuar. «Fino alla fine degli anni Sessanta le ragazze andavano a raccogliere i lamponi a 800 metri di altitudine e i mirtilli a 1200. Tornavano a casa a casa anche con 50 chili di lamponi a testa. Li vendevamo alla distilleria “Falomo” di Gemona e con il ricavato acquistavano il vestito nuovo». Rodaro racconta la storia e si emoziona. È una storia d’altri tempi ricca di significato.

La raccolta dei moleas, con questo termine vengono indicati i lamponi nella ricetta - «è un termine che deriva dalla sloveno come pure cirignicula usato per i mirtilli» - consentiva di racimolare qualche soldo per i “capricci” che le condizioni economiche non rendevano possibili.
Una parte del raccolto però veniva trattenuta per confezionare la marmellata e l’antica ricetta rivela quantità e ingredienti. «Un chilo di moleas dai Pecolaz – i Pecolaz è il toponimo del luogo dove il lampone cresce meglio – e 250 grammi di zucchero» devono bollire per otto ore nel pentolone dove va aggiunto il succo di mezzo limone prima di invasare. Vasi che vanno aperti solo 20 giorni dopo. Il presidente della Pro loco giura che la ricetta è rimasta invariata. È stata seguita anche per confezionare il prodotto che sarà servito sabato e domenica e il 14 e il 15 agosto ad Avasinis.
«In questi giorni – aggiunge Rodaro - le donne hanno raccolto sul monte Cuar 400 chili di mirtilli e 200 di lamponi». Quest’anno sarà un’edizione speciale, la ventesima, quella in cui gli organizzatori saranno in grado di esibire la ricetta senza tempere confronti o competizioni.

Con i proventi della festa realizzati in tutti questi anni, la Pro loco è rimasta al fianco della Chiesa, ha acquistato la sede mettendo a disposizione camere con bagno per i turisti che arrivano ad Avasinis, nel paese di 300 anime privo di alberghi. Ha realizzato la cucina e i magazzini e «lo scorso anno - continua il presidente – abbiamo acquistato l’ex latteria per trasformarla in un Circolo ricreativo. Abbiamo recuperato le edicole votive e affrescato la navata principale della chiesa».

A questo punto la festa del lampone e del mirtillo può iniziare. Sabato alle 19.30 la band “Trabeat furlan rock” eseguirà i brani scritti e interpretati dal giornalista Piero Cargnelutti. Un’ora più tardi toccherà a Doogie white: la voce dei Rainbow il gruppo formato con Ritchie Blackmore il chitarrista dei Deep Purple. Domenica, alle 20, sarà la volta di Goliardika rock’n’ show band e delle Voci sole in concerto.

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