Temperature da record e il Tagliamento “scompare”
Secondo il direttore Consorzio di bonifica «è diventato ormai un torrente». Gli esperti dell’Osmer Arpa: è come se il Friuli si fosse spostato al Centro Sud di Davide Vicedomini
Caldo torrido e fiumi in secca: questa è la fotografia della provincia di Udine in questi ultimi giorni di agosto. E Polifemo, come è stato soprannominato dai meteorologi nazionali l’ultimo anticiclone, continuerà a insistere su tutto il Nord Est fino al prossimo fine settimana, con una breve tregua nella giornata di domani. Ciò che sta avvenendo in questo ultimo ventennio ha a che vedere con il surriscaldamento globale. Un fenomeno che sta allarmando esperti del settore, ma anche agricoltori e ambientalisti. (...) A preoccupare il Consorzio della Pianura Friulana è il livello del Tagliamento, ridotto a un torrente nella zona di Venzone e Pinzano e in secca a Dignano. «La mancanza di piogge in inverno e in primavera ha reso tutto più difficile – commenta Massimo Canali, direttore del Consorzio di Bonifica Friulana –. Fortunatamente i temporali ogni 10 giorni non ci hanno portati alla siccità come nel Centro Italia». Ma il problema c’è. Lo dicono i numeri. La portata d’acqua del Tagliamento a Venzone è di 35 metri cubi al secondo rispetto ai 55 di valore medio. Il torrente Torre alla presa di Zompitta registra 2, 5 metri cubi al secondo quando la media è di 6 metri cubi. «I problemi sono di tre tipi – dice Canali – per l’energia elettrica, per le irrigazioni e per il mantenimento del deflusso minimo vitale del Tagliamento. Con un investimento di 200 milioni di euro dall’estate del 2003 si è passati da un’irrigazione a scorrimento a pioggia. Ora solo 10 mila ettari di terreno in Friuli restano scoperti». Ma per salvare il Tagliamento occorrono altri interventi. «Uno di questi è la costruzione di una condotta dal Lago di Cavazzo al Ledra. Si tratta di un finanziamento di 40 milioni di euro. Per arginare il fenomeno stiamo cercando di progettare mini invasi nel Friuli collinare per la raccolta delle acque primaverili, così da aiutare i vigneti». (Messaggero Veneto, 27 agosto 2017)--------------------- Discorsi già sentiti, quelli di prendere l'acqua nel lago. E' dagli anni '80 che si sente a dire "L'acqua c'è, nel lago di Cavazzo, per spegnere la sete delle campagne".L'ing. Canali si è espresso più volte in tal senso. Le repliche puntuali dei Comitati non ne hanno scosso di un millimetro la posizione.Non sarebbe il caso che le Amministrazioni comunali del Lago (che pur furono capaci di indire una seduta congiunta dei Consigli sul tema) prendessero posizione? E non sarebbe il caso che la Regione cominciasse a dare una risposta a quanto previsto specificatamente per il Lago dal Piano di tutela delle acque?A&DP.S. L'ing. Canali, nell'analogo intervento dello scorso luglio, aveva quantificato in 30 milioni di euro il costo della condotta dal Lago al Ledra. Ora il costo stimato è di 40 milioni. Che abbia già previsto la realizzazione del by-pass?
Grazie pe informazion, Alesso & Dintorni, in efiets, timp indaûr il cost dal bay - pass al ere stimât sui 10 milions.
RispondiEliminaIntant in pianure che a scomencin a cultivâ plantis che e àn dibisugne di mancul aghe e dute la agricolture frulane che e vegni irigade cun implânts gnûfs che no straçin aghe....
RispondiEliminaPuntuale come ormai la siccità, ogni estate arriva la richiesta del Consorzio Bonifica Pianura Friulana, di captare le acque in uscita dal Lago di Cavazzo. L’agricoltura ( e i produttori di energia elettrica ), reclamano quelle acque come fossero loro. Dimenticando che l’acqua è un bene pubblico, già abbondantemente assoggettato a fini privati oltre i limiti. La Direttiva europea Aqua viene tenuta in scarsa considerazione, in nome di uno sviluppo non piu’ sostenibile. L’uso plurimo dell’acqua è negato e pochi attori portano a casa tutto quanto disponibile. Prova eclatante di questo uso spregiudicato della risorsa, è il recente dimezzamento del Deflusso Minimo Vitale del Tagliamento, passato con un decreto della Presidente Serracchiani, da 8lt/sec a 4, con conseguente arresto della portata nei pressi del ponte autostradale. La conseguenza e’ stata l’azzeramento di ogni forma di vita fluviale nel tratto a valle, fino a Peonis alla confluenza con il Leale. E’ inutile produrre norme come il P.R. T.A ( Piano regionale tutela acque ) e contemporaneamente scrivere deroghe che di fatto lo inficiano.
RispondiEliminaClaudio Polano - Gemona