Nuvole....ciak si gira!
"Only the brave!" (Solo i coraggiosi!)
La frase di Gerry Scotti mi salta in mente mentre arrivando a Gemona, osservo il fronte di pioggia tra San Simeone e Plauris. E in effetti ci vuole un bel coraggio oggi a fare la camminata in zona Venzone che avevamo in programma! Raggiunta Diana, diamo il tempo al meteo di decidere e intanto andiamo a berci un caffè, tanto non c'è fretta oggi!
Sedute in auto studiamo la cartina e passiamo ai piani B... C... D....
Alla fine la decisione è presa: faremo l'anello di Bedovet e puntata l'auto verso Trasaghis, raggiungiamo Alesso e risaliamo la strada che porta alla malga Armentaria, fermandoci all'imbocco della stradina che porta a malga Amula, nei pressi del Cuel dal Fari.
Il meteo qui sembra "tenere" ma l'incertezza fa trovare posto all'ombrello dentro lo zaino! Alle dieci siamo in cammino lungo la sterrata che serve la malga Amula, che con andamento rilassante ci porta a oltrepassare gli stavoli Coloret e poco dopo a intercettare il sentiero 840 con cui iniziamo la lenta risalita delle pendici del monte Bedovet, passando accanto al Riu dal Boschet.
Goccioline di pioggia scintillano appese ai rami, mentre un timido sole occhieggia per pochi secondi tra le nuvole, giusto il tempo per un veloce saluto a quelle due matte che proprio non ce la facevano più a stare chiuse in casa! Ricambiamo felici il suo saluto e continuiamo a salire, ora avvolte da una silenziosa nebbiolina, raggiungendo gli stavoli di forchia Amula e poco dopo un trivio.
Lasciamo stare malga Amula, che so da una precedente visita, essere chiusa e puntiamo verso gli stavoli Jof. Il sentiero che ora si fa leggermente innevato, ci porta ad aggirare la quota 1064, dalla cui cima si godrebbe un bel panorama, ma non oggi!
Perciò andiamo avanti, di nuovo su sentiero pulito, che passando accanto a dei bei muretti a secco, ci porta al cartello che segnala la località stavoli Jof.
Li andiamo a cercare, salendo tra la boscaglia, ma dopo un po' lasciamo stare e proseguiamo verso i vicini stavoli Bedovet, vegliati da due enormi faggi secolari, testimoni silenziosi del passare del tempo. Chissà com'erano piccoli quando questi stavoli furono costruiti!!!
Ora giacciono in rovina, con le loro belle porte, le piccole finestrelle e i muri in pietra in gran parte crollati. La nebbia e il silenzio che ci circonda rende tutto spettrale e magico al tempo stesso!
Ce ne andiamo, contente di averli visitati, prima che la natura e il tempo li distruggano per sempre. Ripreso il cammino, scendiamo con brevi tornantini, ritrovandoci poco dopo sulla sterrata che serve la malga Armentaria e che alla fine ci porterà di nuovo all'auto. Trovata una briglia in cemento, lungo la strada, ci sediamo a pranzare e con i piedi a penzoloni nel vuoto, mangiando pane e cioccolata, osserviamo lo spettacolo che la natura ci offre oggi.
Il silenzio è rotto dallo scrosciare dell'acqua di una grossa cascata che si getta nel sottostante rio Palar, mentre davanti a noi, come in un grande schermo cinematografico, le nuvole danno spettacolo, correndo tra gli alberi e le cime.
E come accade al cinema, alla fine lo schermo si fa bianco: la nebbia avvolge tutto e ci segnala che è ora di rientrare.
Un film da Oscar!
Per vedere il post originale e tutte le foto:
http://www.alpinauta.com/2014/02/nuvoleciak-si-gira.html
E' sempre un piacere apparire in questo bello e curato blog!! Ed è sempre un piacere scoprire angoli nuovi della vostra zona!!! Come questo e la salita in Val Planecis alla fine di gennaio, che ci regalano bellissime emozioni!!!!
RispondiEliminaNulla da invidiare ai tanto declamati panorami scozzesi ...
RispondiEliminaSonia V.
Molto bello! E quante altre cose belle ci sono nella nostra valle che le persone che vengono da fuori sanno apprezzare, mentre troppi residenti, purtroppo, non le sanno altrettanto apprezzare (e valorizzare) per avere perso il rapporto con il proprio territorio.
RispondiEliminaFranceschino Barazzutti