Il paradosso: tanta energia, tanti
blackout
Che in montagna d’inverno nevichi
dovrebbe essere noto a tutti, in particolare a coloro che gestiscono
servizi essenziali. Che tali nevicate possano essere anche
particolarmente intense e prolungate dovrebbe pure essere noto.
Conseguentemente, buon senso richiederebbe che i gestori di tali
servizi assumano adeguati provvedimenti durante e dopo le nevicate,
ma principalmente provvedimenti di prevenzione.
Quello che è successo nella nostra
montagna a seguito delle recenti nevicate con diffuse e protratte
interruzioni dell’energia elettrica, dei collegamenti telefonici ed
isolamento di abitati è inaccettabile. Pertanto giusta è la rabbia
dei cittadini e dei sindaci . Giusta è la promozione di una
class-action verso i gestori della rete elettrica. Ma tutto questo
non basta, tanto più che così si corre il rischio di non
individuare le cause profonde di tali disservizi e le possibilità
che si ripetano .
Andiamo al concreto. Con tutto il
rispetto per i disagi subiti dagli abitanti di altri territori,
concentriamo la nostra attenzione su due realtà: gli abitati della
Val Degano e quelli della valle del But, Ravascletto compreso..
Ebbene, nella Valle del But i disagi sono stati minimi, invece sono
stati pesanti e protratti nella Val Degano. Poniamoci la domanda:
perché?
Nella valle del But l’energia
elettrica è fornita dalla Società Elettrica Cooperativa Alto But
(Secab), la quale, oltre ad un forte sconto sul prezzo agli utenti,
presenta le seguenti caratteristiche: le sue (sei) centrali
idroelettriche di produzione stanno su quel terrirorio, le condotte
di convogliamento sono, quindi, brevi e, importante, di sua
proprietà e non di Terna o dell’Enel, le reti di distribuzione
sono pure di sua proprietà, alcune condotte e reti sono interrate,
garantisce autonomia energetica alla sua valle, cede energia alla
rete nazionale, la sua base societaria è costituita dagli abitanti
e dai Comuni locali, i suoi dirigenti e dipendenti sono espressi
dallo stesso territorio. E’ l’insieme di questi fattori che hanno
fatto sì che i disagi conseguenti alle recenti nevicate siano stati
minimi nella Valle del But.
Esaminiamo invece la situazione
nella Val Degano, dove i disagi sono stati pesanti e protratti
nonostante la presenza delle centrali Avanza1 e Avanza2 (società
Monte Cucco), Degano, Fulin e Sostasio (Comunità Montana),
Vaglina-Degano (Secab), Luincis (Edipower), Cartiera (Serel-Mera).
Nella Val Degano si assiste al
paradosso: tanta prodozione di energia elettrica da un lato, tanti e
protratti black out dall’altro lato. La spiegazione sta nel fatto
che i produttori consegnano l’energia ad Enel e Terna che la
convogliano, su condotte e reti di loro proprietà, dove maggiormente
conviene loro, trascurando la Val Degano, che così dà molto mentre
riceve nulla.
Occorre quindi andare ben oltre le
pur giuste proteste e class-action e porre in essere provvedimenti ed
iniziative che incidano sulle cause oggettive oltre che soggettive
del disservizio e garantiscano la normalità nei paesi della nostra
montagna.
E’ evidente che il “modello
Secab” è il più adeguato alla montagna. Quindi va adottato e
diffuso. Di questo devono farsi carico i montanari, i Comuni, la
Comunità Montana, la Regione, la politica.
I Sindaci devono capire che non
fanno l’interesse delle loro comunità dando parere positivo a
centrali private per qualche compensazione. La Regione deve capire
che deve acquisire le concessioni via via in scadenza e non deve
rilasciare concessioni idroelettriche a dritta ed a manca a privati
, frequentemente “foresti”, ma prioritariamente ai Comuni
aiutandoli finanziariamente a realizzare le centrali con uno speciale
fondo di rotazione ad essi destinato a tasso minimo. S’informino
gli amministratori regionali di come la Provincia Autonoma di Trento
gestisce l’idroelettrico ed imparino.
Decisivo è per la nostra montagna
che Comuni, Comunità Montana, Secab, Cosint, produttori
idroelettrici privati si riuniscano in un unico polo di produzione e
distribuzione di elettricità secondo il modello Secab. Alla Regione
il compito di favorire il raggiungimento di tale obiettivo e di
liberare la montagna dall’ingombrante presenza dei grandi gruppi
energetici (Edipower, Enel, Terna) che sfruttano le nostre acque per
portare altrove l’energia ed i profitti, mentre usano le nostre
valli per farci transitare i loro mega elettrodotti.
4 febbraio 2014
Franceschino Barazzutti, già
presidente del Consorzio BIM Tagliamento
Caro Barazzutti, fino a quando avremo politici che si candidano solo per la carica e conseguenti prebende e cadreghe, infischiandosene dei problemi reali e quotidiani della gente e della sua terra, sarà sempre così. Al sottoscritto che preferiva occuparsi innanzitutto del quotidiano per poi programmare il futuro, alcuni della mia stessa maggioranza mi accusarono di fare: "La politica della lampadina"! Vale a dire che davo più peso ad una luce stradale spenta che a vendere fumo per guadagnare consensi!. Sarebbe quindi ora che la gente valutasse meglio le sue scelte, al di là dei credo politici spesso sbandierati in modo strumentale, perchè è solo da lì che può partire la vera soluzione! Mandi: Dino RABASSI
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