Il canale del Consorzio Bonifica Pianura Friulana ( ex Consorzio Ledra/Tagliamento ) viaggia a pieno carico e al Tagliamento, a valle di Ospedaletto, si lasciano le briciole. Ancora una volta, afferma Claudio Polano, ex Consigliere dell’ETP, siamo in presenza del consueto abuso della risorsa acqua della montagna a favore del Medio Friuli. A fine luglio, su richiesta del Servizio gestione risorse idriche, a cui era stata sottoposta la sofferenza idrica di alcune zone regionali, il competente ufficio regionale ha decretato il dimezzamento del Deflusso Minimo Vitale per il Tagliamento, da Ospedaletto di Gemona a Peonis di Trasaghis, che passa così da 8 mc/sec. a 4. Ancora una volta interessi privati si sono dimostrati superiori all’interesse pubblico, penalizzando il re dei fiumi alpini, limitandone fortemente la portata, con il conseguente danno all’ecosistema fluviale. Per fortuna quest’anno e per la prima volta, continua Polano, fattori esterni come qualche sporadico temporale e la probabile maggior superficialità della falda, che ha ridotto l’emungimento superficiale, hanno impedito la moria ittica dell’anno scorso, provocata dall’asciutta totale dal ponte dell’autostrada alla confluenza con il torrente Leale a Peonis. Anche la prescrizione imposta al Consorzio di mantenere con opportuni spostamenti di ghiaie, la continuità fra le pozze immediatamente a valle del ponte autostradale è servita, ma in ogni caso la continuità idrica del fiume è cessata a valle dell’impianto Collini. L’annosa vicenda offre alcuni spunti di riflessione. In primis se c’è un MDV sancito per legge, non si capisce come mai un servizio regionale possa modificarlo, considerando che l’interesse pubblico dovrebbe essere primario. In seconda battuta come si giustifica che in situazioni di crisi un privato portatore di interesse, debba prevalere su quello pubblico. Con il massimo rispetto verso il mondo agricolo e dei produttori di energia elettrica, ritengo necessario che gli eventuali sacrifici dovrebbero essere equamente divisi fra tutti i fruitori dell’acqua, senza gli attuali privilegi di alcuni. Inoltre è necessario che i derivatori si dotino obbligatoriamente di apparecchi di controllo, collegati in remoto, per la verifica delle portate rilasciate, come avvenne per lo svasamento dell’Ambiesta alcuni anni orsono. Ora cio’ non avviene e quindi tutto si basa sulla serietà del singolo derivatore. In ogni caso nel Medio Friuli il deficit idrico permarra’ fino a quando nelle zone a rischio siccità, non verranno creati capienti invasi per contenere l’acqua necessaria nei periodi siccitosi. Ma l’ex Consigliere punta il dito anche sulla mancanza in loco di scale di rimonta sui manufatti che sono stati posizionati immediatamente a valle del ponte autostradale. Quando cala l’acqua, i pesci presenti nel tratto a valle, istintivamente si spostano a monte. Ma questo viene loro impedito dalla briglia esistente e negli anni scorsi; cio’ ha provocato le gia’ citate morie quando il fiume viene messo in asciutta. E’ necessario quindi che gli organi regionali competenti si facciano carico del problema, chiedendo al gestore autostradale di intervenire per risolvere il problema.
Le foto a corredo sono di Angelo Stefanutti
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