23.48 dell'altra notte: paura nell'Alto Friuli per il ripresentarsi di "Tite Scjasse".
La percezione, e la parallela paura, è andata al di là del mero valore sismografico della scossa.
La sensazione provata dalla maggior parte delle persone del Gemonese può essere esemplificate dalle parole di Linda di Bordano affidate a Fb nell'immediato ridosso delle scosse.
Non mi meraviglia che ritorni: il terremoto sarà sempre parte di me, della mia vita. Ciò che mi sorprende e che mi sconvolge, è scoprirmi ancora terrorizzata, ora come allora. Quel senso di impotenza che ti schiaccia verso il basso, e fa di te un insetto sotto la mano di un gigante. È stato il primo forte terremoto sentito in casa da sola con mia figlia: da dieci anni mi chiedevo continuamemte come avrei reagito quando fossi stata in casa di notte, da sola, con lei. Ora lo so: ho perso la testa. O meglio, ho fatto tutto più che bene, strappandola dal letto e portandomela in giardino in maglietta e mutandine, ancora addormentata e incredula per la mia reazione spropositata. Vent'anni di protezione civile, una tesi su quell'argomento, quaranta e passa anni a elaborare la mia paura, e dieci anni a educare mia figlia alla reazione più consona e appropriata in caso di emergenza. Tutte sciocchezze. La testa non tiene, il salto all'indietro è spaventoso e allucinante. Ho raccolto quattro cose, e con Matilde e Rosute sono venuta dai miei per trascorrere la notte. So che non dormirò ma mi rincuora essere di nuovo qua, nell'abbraccio di questi muri dove tutto è cominciato, con le persone che avevo attorno a me allora. Buonanotte, a chi riuscirà a dormire.
E vualtris, ce diseiso?
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