Il Blog ha pubblicato l’8 agosto una nota dei Comitati
sull’inserimento della Centrale di Somplago nella pubblicazione dell’Ecomuseo "Una natura speciale".
La stessa nota è stata oggetto del volantino “Il punto” del 9 agosto, di una
lettera pubblicata – abbreviata – dal Messaggero Veneto e di un articolo uscito sulla cronaca sullo
stesso giornale il 20 agosto.
Ai contenuti della nota ha risposto il Presidente
dell’Ecomuseo in una lettera inviata ai Comitati e a quanti la nota era stata mandata per conoscenza.
Relativamente a quanto pubblicato dal Blog,
il coordinatore dell’Ecomuseo ha negli scorsi giorni ritenuto di precisare:
La nota “una Centrale di
troppo”, postata sul blog in data 8 agosto, ci consente di riprendere alcuni
concetti espressi nelle attività e nelle iniziative condivise dell’Ecomuseo.
Pur consapevoli che l’iniziativa
ecomuseale possa risultare ostica e indigesta a qualcuno, riteniamo sia
sufficiente la lettura delle “Norme di funzionamento dell’Ecomuseo”, delle
leggi e dei regolamenti di riferimento, per comprenderne le finalità ed evitare
valutazioni approssimative e contestazioni pretestuose delle scelte che
operiamo, frutto dell’attività realizzata.
Le fonti a cui attingiamo sono le
Mappe di Comunità: mappe culturali che contengono le indicazioni emerse durante
l'attività partecipata svolta. Per noi è importante dare un seguito a questi
suggerimenti perché non vogliamo prendere in giro le persone che hanno creduto
a questa opportunità, rivelandoci le loro aspirazioni e i loro desideri ed
aiutandoci a costruire un possibile scenario di sviluppo per questo territorio.
Relativamente alla pubblicazione
“incriminata”, oltre a leggerne il contenuto può essere utile conoscere anche
le finalità del progetto pluriennale iniziato nel 2015 con la stampa del
dépliant promozionale: Scoprire la Val del Lago – natura per tutti. Il progetto
naturalmente fa parte del programma delle attività ecomuseali approvato dal
Consiglio delle Istituzioni dell’Ecomuseo, regolarmente pubblicato ad inizio
anno sul sito dell’Ecomuseo.
Nel suddetto programma è prevista
anche un’attività di marketing per promuovere il territorio della Val del Lago:
dopo aver realizzato un video promozionale, un dépliant informativo, uno spazio
promozionale sulla Guida Verde del Friuli (Touring Club Italiano editore), sono
stati realizzati due taccuini, dedicati ad alcuni sistemi di visita del
territorio. Sono naturalmente rivolti agli ipotetici visitatori; il primo è
dedicato agli amanti della natura, mentre il secondo agli sportivi. Contengono
informazioni utili per passare qualche giorno nel nostro territorio ed
evidenziano le organizzazioni presenti.
Queste iniziative hanno lo scopo
di stimolare l’interesse del turista-visitatore, dandogli l’opportunità di
programmarsi una piacevole villeggiatura. Si spera, con risvolti positivi per
le attività insediate, o insediabili, sul territorio.
Questo chiarimento forse non era
necessario; in ogni caso, crediamo che una corretta informazione possa
consentire una onesta valutazione. Per l’Ecomuseo è importante conoscere
le opinioni delle persone, quanto consentire loro di approfondire meglio la
conoscenza del territorio, comprese le dinamiche locali. Ma è altrettanto
importante condividere esperienze, confrontarsi, rispettare le opinioni altrui
ed imparare a convivere democraticamente con gli altri. L’iniziativa ecomuseale
è una continua fonte di apprendimento, soprattutto grazie all’apporto di tutte
quelle persone che partecipano alle attività proposte, mettendo a disposizione
della collettività tempo e conoscenze.
Una onesta riflessione sul
passato dovrebbe aiutare il presente ed il futuro; la conoscenza e la
consapevolezza consentirci di essere più saggi e non peggiorare la situazione o
spostare solamente il problema.
Grazie per l'ascolto
Luigi Stefanutti
Coordinatore dell’Ecomuseo
L’operatore dell’ecomuseo della Val del Lago al mena ator il mus pa glaza, convinto di insegnare tutto a tutti.
RispondiEliminaScoperto, cercando di nascondere la sua vera identità, si arrabatta e affannato borbotta: Marketing, Touring, mappe di culturali di comunità, percorso partecipativo, dinamiche locali … everybody … tinche tè, tunche tè … teche teche tè…. dadaumpa.
Ma il mus e ancja lui a son sbrissaç e la notizia si è sparsa nella valle.
Solevât su.
Riassestato un po', ancora affannato ma più disteso, tenta una spiegazione: “Una onesta riflessione sul passato dovrebbe aiutare il presente ed il futuro; la conoscenza e la consapevolezza consentirci di essere più saggi e non peggiorare la situazione o spostare solamente il problema”.
Ecco Gigi, è proprio una onesta riflessione che devi fare, obiettiva, sul tuo ruolo, sul significato di ecomuseo, sul passato e sulla reale situazione della Val del Lago. Su quest’ultima, rileggiti quali sono state le cause che l’hanno portata ad esse una delle zone più povere del Friuli e certamente la prossimava volta ti comporterai più da saggio e soprattutto non ti dimenticherai di rispettare le opinioni degli altri.
Valentino
(Uno di quelli esclusi dal percorso partecipativo per la costruzione della mappa di comunità perché non ha lasciato alle spalle la nostalgia del passato, in particolare di quel periodo precedente alla costruzione della centrale di Somplago).
PS. Presto il Consorzio Ledra Tagliamento tornerà a bussare alla porta con la richiesta di prelievo dell’acqua del lago, allora sì che sarà tempo di brentane.
Ho esitato a lungo prima di intervenire, in quanto non mi pareva che l'argomento meritasse note, volantini, lettere ai giornali, articoli in cronaca. Non ho nemmeno partecipato alla stesura della pubblicazione ed il mio è quindi un commento esterno. Mi pare francamente esagerato tanto can can per quello che è solo un trafiletto promozionale. Se vogliamo trarre dall'episodio alcune considerazioni generali, mi sembra basti ricordare quanto scriveva nel 1987 l'arch. Franco Marchetta (che è stato collega e amico sia di Valentino sia del responsabile dell'Ecomuseo): "Il piano del 1982 assumeva la centrale di Somplago (...) come un elemento del paesaggio, come un elemento strutturale del paesaggio, capace com'era stato di introdurre modificazioni alla natura stessa della risorsa, e da quel punto partiva per costruire un percorso non di riconversione, bensì di convivenza attiva fra la risorsa e l'uso della stessa". Si può arrivare a una "convivenza attiva" confrontandosi, anche scontrandosi, ma non certo ignorando l'esistenza e l'essenza del "convitato di pietra" in questione, la centrale.
RispondiEliminaQuanto al "tempo di brentane", se lo conosci, se sai come si manifesta, se analizzi come si è manifestato nel passato, non riuscirai certo a impedire che si ripresenti, ma saprai almeno come affrontarlo. E forse quella volta, chissà, anche i tecnici e i politici potranno dire grazie ai "topi di biblioteca".
[continua] Di Franco Marchetta io ricordo anche questo scritto:
Elimina“….
L’ultimo passaggio è quello finale e consiste nel riconoscimento, da parte di un vasto movimento di opinione locale e non, che il lago è un patrimonio collettivo. Come per effetto della risultante violenta e improvvisa di un sentire sotterraneo, la popolazione locale reagisce riconoscendo il lago come proprio.
Non per ragioni economiche, non perché pretende compensazioni, ma per effetto di un riconoscimento di carattere culturale e identitario.
Ecco da dove nasce la meravigliata sconfitta di Edipower. Il nuovo progetto di sfruttamento non può essere più portato avanti per la sua inattuabilità culturale. Non è possibile procedere. La gente ha sottratto alla trattativa gli elementi propri di chi credeva di condurla: la quantificazione economica.
Non si può quantificare economicamente un patrimonio culturale.”
Mandi
Valentino
PS. Il lago e’ diventato un bacino. E’ moribondo, non produce più vita e si sta riempiendo di fango. Può riprendere a vivere solo convogliando le acque scaricate dalla centrale al di fuori del lago stesso.
Il CONVITATO DI PIETRA, come la chiami tu, può produrre la stessa energia elettrica risparmiando il Lago e il fiume Tagliamento."
Dovevi esitare e rifletterci su ancora un po’; nel 1987 c’erano ancora i dinosauri nella Val del Lago!
RispondiEliminaLe delibere del Comune di Bordano e di Trasaghis, di approvazione del Piano di Conservazione e Sviluppo del lago – predisposto dall’allora Comunità Montana del Gemonese, a firma dell’arch. Franco Marchetta - erano appena state annullate dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, su esposto dell’ENEL, perché il Piano comprendeva anche aree sotto la quota 196,90; quota di massimo invaso (sulle carte IGM è 194,30 – circa 90 cm al di sopra del prato del campo sportivo).
L’ENEL, attraverso l’INTENDENZA DI FINANZA e il GENIO CIVILE, pretendeva il rispetto delle clausole della concessione rilasciata alla SADE nel 1953, a cui era subentrata per effetto della nazionalizzazione dell’energia elettrica, ossia di utilizzare, senza alcun condizionamento, il lago come bacino di compensazione delle acque scaricate dalla centrale di Somplago con oscillazioni da quota 192,90 a quota 196,90.
La Comunità montana non si è mai interessata del lago vero e proprio, ma della pianificazione e ricostruzione delle rive – dal contorno bagnato all’autostrada e alle strade perimetrali al lago (… pensa un po’ gli altri disfavano e disfano e fanno i soldi e noi ad aggiustare e finanziare marketing, touring, ecc …)
Non è possibile che anche tu, come il nostro operatore ecomuseale, non ti sia accorto che, nel frattempo:
- dall’Enel siamo passati a A2A Spa;
- dallo STATO siamo passati al Comune di Milano, Brescia ecc;
- dalle tariffe unificate su base nazionale, al mercato libero e alla produzione di energia di dispacciamento e quindi di speculazione sul prezzo;
- che sono passati 60 anni dal rilascio della concessione alla SADE e che la stessa sarebbe cessata il 9 ottobre 2013 se non ci fosse stato il “decreto Bersani” che la prorogata al 31 marzo 2029;
- che lo STATO ha trasferito alle regioni le funzioni di esercizio di centrali elettriche inferiori di 300 MW e quindi anche le funzioni per l’esercizio della centrale di Somplago.
LA REGIONE, Pieri, CINQUE ANNI PRIMA DELLO SCADERE DELLA CONCESSIONE (nel 2024), SE NON RITIENE SUSSISTA UN PREVALENTE INTERESSE PUBBLICO AD UN DIVERSO USO DELLE ACQUE, INCOMPATIBILE CON IL MANTENIMENTO DELL'USO A FINE IDROELETTRICO, indice una gara ad evidenza pubblica per l'attribuzione a titolo oneroso della concessione per un periodo di durata da venti anni fino ad un massimo di trenta anni, rapportato all'entità degli investimenti ritenuti necessari, avendo riguardo all'offerta di miglioramento e risanamento ambientale del bacino idrografico di pertinenza, alle misure di compensazione territoriale, ecc; …
Allora, se hai letto bene, ti sarai reso conto che I PROSSIMI ANNI CI GIOCHIAMO IL FUTURO DELLA NOSTRA VALLE e ce lo giochiamo per sempre.
O FACCIAMO NOI, la nostra generazione, “QUALCOSA” O NON LO FARA’ PIÙ NESSUN ALTRO.
LA PROSSIMA CHIAMATA SARÀ’ NEL 2059.
(segue)
Certo, Valentino, questi sono discorsi "seri e pengi". Sono temi che sinora non sono mai venuti fuori e che giustamente meritano di essere oggetto di informazione prima e di discussione poi (ben più dello "scjass mediatico" seguito alla pubblicazione di un trafiletto innocuo sulla centrale!).
RispondiEliminaCredo siano temi che possano coinvolgere quelli che "han fatto" il '68, noi che "abbiam fatto" il post terremoto e anche le nuove generazioni che stanno faticosamente interrogandosi su quale sia oggi il senso dell'impegno. Dunque, "chi sa, informi".
Caro Pieri, Sì! La pubblicazione nel pieghevole dell’Ecomuseo di quello che tu, sbagliando, definisci con spirito minimizzante di un barcamenante volemoce ben “un trafiletto innocuo sulla centrale”meritava – a ragione – quello che tu chiami “ scjass mediatico”.
RispondiEliminaIl fatto è che la pubblicazione del “trafiletto innocuo sulla centrale” è l’ultimo di una serie di cui riferisco solo alcuni :
- l’affermazione “il lago è irrecuperabile” giunta dalle parti del parco botanico;
- quel micidiale “lasciare alle spalle la nostalgia del passato,in particolare di quel periodo precedente alla costruzione della centrale di Somplago, considerandola invece come uno degli elementi che al giorno d’oggi compongono il paesaggio”;
- il filmato con gli studenti della scuola di Alesso in cui i mali del lago sono tabù;
- i miserevoli veti d’interviste in un filmato sulle vicende del lago di fronte al quale tutti si sono piegati;
- una percepibile aria di fastidio se non di ostilità verso l’azione dei Comitati.
La radice sottostante a questi fatti sta nella filosofia di accettazione dell’esistente, dello status quo, peraltro terreno privilegiato di un comodo agire, che considera un disturbo l’azione del suo superamento in meglio e addirittura “nostalgici“ nel migliore dei casi o “agitatori” nel peggiore coloro che operano per attuarlo, quali quelli dei Comitati.
Caro Pieri, non dovrebbe esserti sfuggito:
- che l’apertura della Regione nel Piano di tutela delle Acque sul bypass del lago, quasi fosse una turbativa dello status quo, non abbia trovato la dovuta accoglienza e le conseguenti iniziative da parte delle istituzioni del comprensorio, ecomuseo Val del Lago compreso: silenzio assoluto;
- questa filosofia dell’accettazione dell’esistente finisce per considerare come acquisite all’esistente
anche opere annunciate.
Purtroppo la concezione dell’accettazione dell’esistente come il migliore dei mondi possibili finisce per estendersi anche alle nuove opere che minacciano la Val del Lago. Non si spiega diversamente che nessun amministratore o politico del comprensorio si sia degnato di spendere una sola parola - dico una - sulle ripetute dichiarazioni del direttore del Consorzio di Bonifica Friulana di voler realizzare - progetto pronto – la derivazione per scopi irrigui dallo scarico del lago, sul quale così graverebbe un’ulteriore servitù a valle oltre a quella della centrale a monte. La saggezza popolare ci ricorda il detto “chi tace acconsente”, ovvero l’equivalente burocratichese “ silenzio-assenso”. E’ vergognoso che i Comitati siano lasciati soli ad opporsi a quest’opera ed a pretendere che il Consorzio vada a prendersi l’acqua allo scarico della centrale e non del lago.
Franceschino Barazzutti - segue
(segue) I Comitati hanno chiesto una legge regionale speciale per il nostro lago, che preveda e finanzi il bypass, la sua rinaturazione e valorizzazione considerando che è il più grande della regione , la sua collocazione strategica tra pianura e montagna, le sue potenzialità ed anche i pesanti “sacrifici” che sono stati imposti a questa valle (centrale,elettrodotti, oleodotto, autostrada). Una legge regionale discussa con la popolazione e gli amministratori locali, che trovi attuazione con un piano comune degli enti locali interessati , che purtroppo ora operano separatamente, con un concorso internazionale di idee, con la partecipazione a programmi europei.
RispondiEliminaTroppo facile cavarsela con un facile per sé “ chi sa informi”. Quelli dei Comitati non solo strainformano con comunicati, volantini, conferenze stampa, ma si danno da fare con costanza mettendoci la faccia. L’informazione è necessaria, ma non basta: occorre l’azione, in particolare da parte di chi ne ha le capacità indirizzandola non solo al passato, ma al presente e futuro. Allora, caro Pieri, io dico “chi sa agisca”, non faccia il prezioso e combatta a viso aperto per la causa del lago e della valle. Tanto più che lo scenario, che tu dovresti ben conoscere, è quello descritto a pag.32 della perizia dell’ing. Garzon, incaricato non da quegli esagitati dei Comitati, ma dai tre Comuni della Valle, Bim e Comunità Montane : “considerando la situazione attuale con gli impianti esistenti, si avrà che: il lago di Cavazzo presumibilmente tra 110 anni sarà riempito”. Pare che per quelli dell’Ecomuseo della Val del Lago questo sia una cosuccia di poca importanza, su cui sorvolare.
Come d’abitudine doverosa mi firmo: Franceschino Barazzutti
Credo di essere una delle persone che con maggiore attenzione leggono quanto prodotto dai Comitati. Per questo annoto che le tematiche poste l’altro giorno da Valentino sui rapporti tra Regione e Idroelettrico rappresentano un argomento nuovo e meritevole di estrema attenzione. Allo stesso modo constato come l’argomento “by-pass”, nei fatti, “non scaldi”, né gli amministratori né l’opinione pubblica: se ne parla, praticamente, solo nelle note dei Comitati e sul Blog “Alesso & Dintorni”. Per questo mi permetto di suggerire ai Comitati, anziché disperdere energie sugli “innocui trafiletti”, di “butâ ju un càric”: dal momento che l’apertura della Regione nel Piano di tutela delle Acque sul bypass del lago non ha portato a risultati concreti, limitandosi a auspicare l’effettuazione di uno studio tecnico che, in chiusura di legislatura, ha poche probabilità di essere anche avviato, sarebbe opportuno che i Comitati, che dispongono di tecnici validi e sensibili, mettessero sul piatto la sostanza di quel che potrebbe essere, concretamente, il by pass. E’ infatti ancora una ipotesi indefinita, che qualcuno legge come “galleria sotto il Festa” (prima ipotesi degli anni ’70 – ’80), qualcuno come “galleria sotto Interneppo” (come pare ipotizzasse lo stesso Consorzio per raggiungere subito la presa di Ospedaletto), qualcuno come condotta subacquea da far passare nella galleria- emissario (come ipotizzava anche l’ing. Franzil ma nel quadro di un riutilizzo della centrale ormai superato dai fatti). Servirebbe una proposta semplice: un by pass per la rinaturazione del lago fatto così, che costa circa questo: una base di partenza sulla quale raggiungere poi un consenso politico ed economico. Certo, non è cosa da poco. Ma potrebbe essere l’unica strada per “smuovere le acque” (espressione quanto mai calzante, visto il tema).
EliminaSpero naturalmente che quanto sopra esposto possa essere letto in chiave propositiva e non dia luogo ad altre sterili polemiche.
Mandi