A Cavazzo è da tempo che è stato inserito un nutrito gruppo di profughi (vedi https://cjalcor.blogspot.it/2016/02/anche-cavazzo-ospita-un-gruppo-di_13.html). Trasaghis ha dichiarato di voler aderire allo Sprar (vedi https://cjalcor.blogspot.it/2017/07/migranti-trasaghis-ne-accogliera-fino-8.html), Bordano è ancora combattuto sulla scelta. Situazione fluida, in Val del Lago, relativamente all'accoglienza.
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Sprar, solo Tolmezzo dice sì. Alto Friuli diviso sui profughi
(Messaggero Veneto, 27 settembre 2017)
di Giacomina Pellizzari
Alla fine solo Tolmezzo ha tagliato il traguardo dello Sprar. Il
capoluogo carnico ha affidato il servizio di accoglienza dei rifugiati politici alla Caritas e oggi
invierà al ministero dell’Interno il progetto per ottenere il finanziamento triennale. Circa 750 mila
euro per 16 posti distribuiti in tre appartamenti, due privati e uno del Comune. La maggior parte
degli altri comuni della Carnia, del Gemonese e del Canal del Ferro, invece, non hanno ancora
deciso se aderire o meno alla rete Sprar. I presidenti delle due Uti, Aldo Daici e Ivan Buzzi, stanno
facendo il punto per decidere se gestire in proprio lo Sprar o se lasciare liberi i comuni che, a quel
punto, potrebbero chiedere ospitalità a Tolmezzo o al gruppone della Carnia. Quest’ultima
operazione, però, non è semplice visto che, come spiega l’assessore tolmezzino Fabiola De Martin,
«il numero dei posti a bando può aumentare del 10 per cento».Ma andiamo con ordine e iniziamo a
dire che, escluso il primato di Tolmezzo, lo Sprar della Carnia (Villa Santina, Enemonzo, Raveo,
Lauco, Preone, Socchieve, Sauris, Forni Avoltri, Rigolato, Prato Carnico, Comeglians, Ravascletto,
Sutrio e Arta Terme), con i suoi 86 posti e un valore triennale stimato in circa 2,5 milioni di euro,
sarà il più corposo del Friuli. Sono stati proprio questi numeri a far andare oltre soglia europea
l’importo a base d’asta costringendo il Comune di Villa Santina, in veste di capofila, a indire una
gara europea. (...) Su questi aspetti sta riflettendo il comune di Venzone (Uti del Gemonese): «Può essere
interessante purché riducano subito i numeri dei posti», fa sapere il sindaco, Fabio Di Bernardo,
riservandosi di valutare la situazione. «Chiediamo - ribadisce - certezze sul calo dei numeri».
E se
Artegna e Trasaghis sono pronte a entrare nello Sprar, lo stesso non si può dire per Bordano e
Montenars. «Il sindaco di Bordano - spiega il presidente dell’Uti - ha già fatto sapere che la
maggioranza non è d’accordo, mentre Montenars si esprimerà a breve». Ma il no è scontato se il
Consiglio comunale di Monternars rispetterà l’orientamento emerso l’altra sera nel corso
dell’assemblea pubblica. Più o meno analoga la situazione nell’Uti del Canal del Ferro, dove ai via
libera espressi dalle assemblee civiche di Resiutta, Pontebba e Malborghetto si contrappone il no di
Dogna. «Lo Sprar è più inclusivo - sottolinea il sindaco di Resiutta Francesco Nesich - , mentre ora
si vive alla giornata. Il mio Comune con meno di 300 residenti, sta accogliendo 37 profughi».
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