"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 2 settembre 2017

Anche le leggende della Val del Lago in "Friûl des Culinis - III"

 “Friûl des Culinis III” è un interessante raccolta della collana "Miti, Fiabe e Leggende del Friuli Storico, edita da Chiandetti Editore di Reana del Rojale (Ud), promossa dall’ Istituto di Ricerca Achille Tellini.
 “Friûl des Culinis III” è il tredicesimo volume e riguarda la zona di Artegna, Bordano, Forgaria nel Friuli, Gemona del Friuli, Magnano in Riviera, Montenars, Osoppo, Trasaghis, Treppo Grande e Venzone.
E’ una zona in parte ancora incontaminata dal punto di vista della cultura popolare.
Qui raccolsero notizie il Vidoni, la Ciceri, l’Ostermann, il Menis (Pietro).
Gli autori Gianfrancesco Gubiani e Guido Sut hanno voluto, con caparbietà, inserire accanto al racconto degli informatori, anche i documenti dei precedenti ricercatori.
Il lettore che sfoglia e legge il libro si trova davanti a uno scrigno pieno di tesori: le splendide illustrazioni, le preziose ingiallite fotografie di un tempo e soprattutto il mondo delle credenze, delle superstizioni, delle tradizioni.
Ed ecco allora che appaiono le evanescenti aganis, le immaginarie bestiacce, l’opprimente cjalcjut, gli spiriti buoni e cattivi, le anime dei dannati e i diavoli tentori, i luoghi magici e sacri, i morti che ritornano, i possenti orchi, i dispettosi sbilfs, le misteriose streghe e il Signore, che non disdegnava le nostre contrade, accompagnato soprattutto da San Pietro.
Il volume raccoglie in 610 pagine ben 448 racconti in lingua friulana locale e in lingua italiana. Gianfrancesco Gubiani e Guido Sut si sono avvalsi per le loro ricerche di appassionati studiosi locali come Giuliana Bianchi, Maria Copetti, Aldo di Bernardo, Linda Picco, Pieri Stefanutti e altri.
Non va scordato l’utile apporto dei ragazzi della scuola media di Trasaghis che avevano già ricercato, con i loro docenti, quanto ancora ricordavano i nonni e i parenti dei racconti tramandati oralmente nelle tradizionali “filis” delle stalle.

Questo patrimonio culturale che costituisce una parte fondamentale dell’ identità friulana, è stato presentato ufficialmente negli scorsi giorni a Cornino di Forgaria nel Friuli (Ud) - borgata di Somp Cornino, nella splendida cornice del cortile dell' Oratorio San Vincenzo Ferreri.)

E' stato Guido Sut, in veste di curatore del libro assieme a Gianfrancesco Gubiani, a presentare ai molti intervenuti la pubblicazione, dialogando con il vicesindaco Luigino Ingrassi, promotore dell' iniziativa fortemente voluta dall' amministrazione comunale forgarese.

"Anche nei piccoli comuni, in contesti come quello che ci ospita stasera, e' possibile fare cultura con la C maiuscola, proponendo opere che contribuiscono a mantenere viva la cultura friulana", ha chiosato il vicesindaco Ingrassi nel suo intervento.

Il volume raccoglie in 610 pagine ben 448 tra racconti, testimonianze, storie, aneddoti in lingua friulana locale e in lingua italiana, alcuni dei quali proposti al pubblico dall' associazione culturale "Viandants", in un' alternanza di letture e accompagnamento musicale affidato a voce, chitarra e flauto traverso.

"E' la prima presentazione ufficiale di questo libro che fa parte di una collana di tredici volumi e sono felice di averlo presentato qui a Cornino stasera, in questo contesto intimo, dove le storie appena ascoltate sembrano prendere forma tra i sassi di questo cortile, la legna sapientemente accatastata ed i tipici poggioli"; ha esordito così l' editore, Luigi Chiandetti, salutando il pubblico intervenuto e ringraziando l' amministrazione comunale, i curatori dell'opera e l'associazione culturale "Viandants" per l'impegno profuso per la buona riuscita della serata.

Non ha voluto mancare a questo appuntamento l' Assessore Regionale Mariagrazia Santoro: nel suo indirizzo di saluto in rappresentanza della Regione ha rimarcato quanto le storie di un tempo raccolte nel libro siano ancora oggi d' attualità e che il passato, specialmente quel passato che rappresenta le nostre radici, non va dimenticato e che proprio attraverso questo lavoro di ricerca e catalogazione di testimonianze di informatori del posto possiamo preservare le nostre origini, con il compito di trasmetterle alle generazioni future.




(Si ringrazia Luigino Ingrassi per la segnalazione)

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