"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 28 marzo 2011

L'orso sulle montagne carniche: un problema o una risorsa?


Roberta Michieli ci segnala un articolo del Gazzettino, ripreso anche dal "Comitât pe autonomie e pal rilanç dal Friûl", illustrante il lavoro dell'Università di Udine in merito alla "risorsa sprecata" derivante dalla presenza dell'orso sulle montagne carniche.
Il tema può essere sentito anche qui: in tanti ricordano la proiezione dello splendido video di Marco Favalli "La fauna del medio Tagliamento" tenutasi a Trasaghis nel mese di febbraio dello scorso anno, con le immagini, davvero suggestive, documentanti il transito dell'orso nelle valli montane tra Avasinis e Alesso.



UNIVERSITA’ DI UDINE

Il dipartimento

di scienze animali

è al top nazionale



Il dipartimento di scienze animali dell’università di Udine è diventato negli ultimi anni un punto di riferimento a livello internazionale nello studio dei grandi carnivori e della fauna in generale, attirando molti studenti da altre università italiane e straniere. In particolare da Torino e Padova giungono continue richieste di laureandi che vogliono fare esperienza sul campo e presentare tesi sperimentali. In effetti a Udine c’è la possibilità per gli studenti di zoologia e scienze naturali, di sperimentare sul campo quanto appreso sui libri, di conoscere direttamente gli animali che studiano e essere al centro della ricerca.L’università di Udine è anche uno dei pochi atenei che può autonomamente eseguire indagini sul dna.




ORSI, L’ECCELLENZA

NON CONSIDERATA


di Umberto Sarcinelli

L'uccisione dell'orso Dino è la sconfitta di un certo modo di condurre la ricerca scientifica sugli animali. E' stato ucciso dal colpo di fucile sparato da un tecnico del ministero delle foreste della Slovenia, nellariserva di Lubiana perché sembrava irrecuperabile, di­magrito oltre misura, sofferen­te, con comportamenti da "paz­zo". Si temeva che fosse allo stadio terminale della rabbia. Invece Dino era debilitato e dolorante a causa di un radio-collare, applicato due anni fa in Trentino, senza il dispositi­vo di sganciamento automatico, il “drop off”.Crescendo il collare gli stringeva la gola, hacercato di toglierlo con le unghie, ma si è ferito e il dispositivo è stato "inglobato" nella carne, infettandosi fino alla necrosi e provocando lan­cinanti dolori che gli facevano assumere atteggiamenti da "pazzo".

Una leggerezza? La voglia di risparmiare i circa 400 euro del "drop off”, su un costo di quattromila del radiocollare? Imperizia? I segnali del radio-collare, poi sono stati seguitisolo in Trentino e in parte in Veneto, poi più nulla.

Un esito tragico per una ricerca scientifica. All'Univer­sità di Udine non vogliono commentare, anche se pro­prio il dipartimento di scienze animali ha una grande esperienza in merito, tanto da at­trarre studenti da ogni parte d'Italia e d'Europa per specia­lizzarsi in grandi carnivori. E gli sloveni hanno un rapporto privilegiato proprio con l'uni­versità udinese.

L'ateneo friulano ha esegui­to la prima cattura in Italia di lince selvatica, con esito moltopositivo, ha radiocollarato due orsi in maniera tecnicamente perfetta, avendo studiato, inno­vato e sperimentato vari meto­di all'avanguardia. Inoltre le metodologie di monitoraggio elaborate dall'equipe del professor Stefano Filacorda hanno attirato l'attenzione di mol­ti studenti e studiosi. Per esempio all'ultima Winter school si sono iscritte una quarantina tra guardie foresta­li, tecnici e veterinari della regione Sardegna e dei tecnici della Svizzera.

Un patrimonio di conoscenze, di ricerche e di innovazione che rischia di ri­manere inutilizzato dalla stes­sa regione Friuli Venezia Giulia che ha escluso l'universitàdi Udine (dandole un ruolo marginale) nel progetto euro­peo Life Ursus e nel monito­raggio della lince. L'Universi­tà ha visto così ridurre notevol­mente i contributi alla ricerca e un ruolo scientifico internazionalmente riconosciuto.
da: IL GAZZETTINO - Udine, Sabato 26 marzo 2011

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