La tematica dello sghiaiamento dei nostri fiumi è quanto mai di attualità. Anche il "re" dei fiumi alpini, il Tagliamento, è interessato a questa problematica e le cronache recenti lo testimoniano.La naturale morfologia fluviale, di regola trascurata o mal governata, ha prodotto lutti e danni incalcolabili alle popolazioni che vivono in prossimità dei corsi d'acqua. Silenti magari per anni ma che in occasione di piogge particolarmente intense e concentrate straripano, facendo danni e vittime.Io abito a Braulins di Trasaghis, da 42 anni, proprio a fianco dell'argine del Tagliamento e sono stato un cavatore per oltre vent'anni.Non sono in possesso di titoli accademici specifici, ma la lunga frequentazione del Tagliamento per lavoro, somma come autodidatta a una innata curiosità per la vita e i movimenti del fiume, mi permettono di esporre un'idea per tentare di risolvere almeno parzialmente il problema dell'accumulo di ghiaie in alcuni punti del fiume.Se immediatamente a valle della confluenza del Tagliamento con il Fella venissero posizionati due setti trasversali da una sponda all'altra, sufficientemente distanziati, lo spazio fra i due, potrebbe diventare un punto di prelievo costante dei materiai portati a valle dal fiume nelle piene e quindi impedire alle sue ghiaie di spostarsi, sollevando altrove, anche in modo consistente, il letto del corso d'acqua.Così facendo si potrebbero prevenire eventuali esondazioni nelle zone antropizzate e il materiale di risulta, potrebbe essere venduto, con relativo guadagno, dove ci fosse richiesta.In questo modo infine, non sarebbe più necessario intervenire spesso in altri punti, mantenendo intatto l'ecosistema fluviale, oggi messo spesso a soqquadro dagli interventi lungo la sua asta.È naturalmente una semplice idea, che mi piacerebbe venisse però approfondita per verificarne la fattibilità.
Nicolino della Mea,Trasaghis
(Messaggero Veneto, 5 marzo 2018)
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La lettera, pubblicata alcuni giorni fa sul MV, non pare avere suscitato particolari commenti. Viene quindi riproposta per i lettori del Blog, da sempre attenti alle problematiche ambientali e in particolare alla "salute" delle acque. Ce diséso?
Visto che ho un legame particolare col Fiume, due cosette le dico.
RispondiEliminaPrimo lo sperpero di soldi continuo nell'accumulare ghiaia formando barriere per deviare il corso d acqua a destra e sinistra. Non serve a niente perché alla prima piena tutto torna come prima. È una ghiaia che non compatta .
Basterebbe usare dei camion da miniera(quelli enormi) e sghiaiarlo pesantemente in profondità rinforzando gli argini con pietre tipo frangi onda. Abbassando l alveo si potrebbe respirare in pace per un paio di anni tenendolo chiaramente in costante controllo. La spesa sarebbe eccessiva ne sono convinto, ma come impatto sarebbe più bello da vedere e non sembrerebbe uno scempio. Saluti Max
Lo sghiaiamento localizzato non è una soluzione per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento. Anzi, quanto estratto nei decenni passati ha provocato danni devastanti, nella zona di San Vito, dove l'eccessiva escavazione ha approfondito e ristretto l'alveo naturale e impedito l'espansione naturale delle acque. Si sa, quando qualcuno parla di escavazione, ragiona sempre per uno specifico tratto del fiume, magari quello davanti a casa. Ma se scaviamo il fiume da Bordano a Pinzano o fino a Dignano, magari (altri) 5 o 6 metri, allora le acque scorrerebbero ancora più rapidamente, trascinando materiale, erodendo le sponde ecc.
RispondiEliminaCon le ultime valutazioni sistemiche e numeriche, i fiumi come il Tagliamento, vanno rallentati, agevolando l'espansione naturale dove e come sia possibile.
Precisando che gli studi dinamici hanno dimostrato che il materiale litoide non "scende" ma avnza spostandosi da destra a sinistra, a forza della spinta laterale dei rami d'acqua.
Insomma, questa idea esposta è scientificamente superata. Fatto salvo che può essere una soluzione di interesse economico di una ditta di escavazione.
LP