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domenica 20 gennaio 2019

Lago, scende in campo anche Buzziolo

Il noto giornalista Marco Buzziolo ha pubblicato sul suo Blog "Ariaperta" un lungo e appassionato articolo in difesa del Lago:

Salvate il Lago dei Tre Comuni! go dei L’ex sindaco di Cavazzo Carnico, Franceschino Barazzutti, che fu anche presidente dei sindaci del terremoto, vale a dire coloro i quali furono protagonisti della ricostruzione del Friuli terremotato, dedica da sempre il proprio impegno politico, schierato decisamente a sinistra, alla salvaguardia dell’ambiente.
barazzutti
In particolare, da quando ho memoria di lui, vale a dire da almeno una quarantina d’anni, Barazzutti si è sempre battuto in favore del maggiore dei laghi del Friuli Venezia Giulia, quello sulle cui sponde si affaccia il comune di cui è stato alla guida e che dà al Lago medesimo – ufficialmente denominato Lago dei Tre Comuni – il nome con cui è maggiormente noto: Lago di Cavazzo.
lago
Ebbene, penso che l’opera di questo amministratore, che militava a sinistra del Partito Comunista Italiano e che dunque mi è ideologicamente lontanissimo, sia fortemente meritoria. Tanto meritoria che dico qui, pubblicamente, che se Barazzutti si candidasse a qualche carica importante a livello regionale, cosa che l’età avanzata probabilmente gli sconsiglia di fare, sicuramente guadagnerebbe il mio voto.
Tanto per dire…
Ebbene, ora pare che il suo pluridecennale impegno per tutelare il lago e l’ambiente che lo circonda possa ottenere concretezza con l’indizione, da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, di un concorso di idee per risolvere il grave problema determinato dalla centrale elettrica di Somplago che dal 1954 scarica nello specchio d’acqua le acque a loro volta in precedenza scaricate dalla centrale di Ampezzo, nonché parte delle acque del Medio Tagliamento e dei suoi affluenti.
La condotta forzata fa andare le grandi turbine dell’impianto scaricando infine l’acqua gelida nel lago che a sua volta, attraverso un canale, le restituisce al Fiume Tagliamento.
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Una costruzione, quella della centrale di Somplago, realizzata in caverna e dunque con scarso ed accettabile impatto visivo, ma che ha modificato e modifica tutt’ora l’ambiente lacustre portando nel lago grandi quantità di limo che si deposita sul fondo con immaginabili conseguenze. Non solo, ma le acque gelide del Medio Tagliamento hanno raffreddato notevolmente quelle prima temperate del lago, facendo sparire le specie di pesci che ne costituivano la fauna ittica originaria.
Sparita la Carpa, sparita la Tinca, sparita la Scardola, sparito il Persico Reale, sparita pure la Trota di Lago originaria, sostituita negli anni da quelle immesse dagli allevamenti per favorire la pesca sportiva, ma che sono ben altra cosa delle trote lacustri e che ora non possono essere più immesse, dato che le norme impongono solo trote autoctone.
Come esperienza personale vi riferisco che negli anni ’90 sostenni l’esame per il Terzo Grado FIPS come sommozzatore proprio nel Lago di Cavazzo e posso testimoniare sia sulla gelida temperatura delle sue acque, sia sul fatto che esse sono tanto torbide che stendendo il braccio davanti agli occhi, quando si è a soli cinque metri di profondità già non si vede più la mano…
lago cavazzo
Ora, come dicevo, la Regione pare decisa a modificare questa situazione realizzando uno scarico per la centrale che non finisca nel lago, ma raggiunga direttamente il Tagliamento, consentendo così allo specchio d’acqua di ripristinare, nei tempi che la Natura richiede, le proprie condizioni ambientali originarie.
L’augurio è che davvero quest’opera possa essere realizzata e che gli sforzi di Franceschino Barazzutti possano essere finalmente coronati da successo
Ricordo, a tal proposito, che diversi anni or sono, precisamente nel 1991, quando ero direttore responsabile del Notiziario dell’Ente Tutela Pesca del Friuli Venezia Giulia, Franceschino ed io realizzammo un servizio “a quattro mani” proprio sul Lago di Cavazzo nel quale si ponevano in evidenza i problemi di cui vi sto parlando e che già allora apparivano evidenti e pressanti.
Lui fece l’intervista chiave del servizio ed io scattai le foto.
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In quel frangente, Franceschino mi fece conoscere colui che era l’ultimo pescatore di professione del Lago di Cavazzo ancora vivente fra quanti, molto tempo prima e fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, procuravano di che vivere alla famiglia con quel faticoso mestiere. Si chiamava Valentino Billiani, noto in zona con il soprannome di Tin dal Cuk, classe 1907 e di lui vi propongo alcune delle foto che gli scattai in quel frangente.
Valentino, quando era in attività, pescava stendendo le reti o posando le nasse con la barca, un natante caratteristico di costruzione locale, la cui foggia vedete appunto in queste vecchie immagini.
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Ci raccontò che prima dell’avvento della centrale il lago era alimentato solo dal Torrente Schiasazza e da polle sotterranee di acqua pura e tiepida. Una di queste polle era ubicata ai piedi di un colle chiamato “Band” ed era ben visibile sul fondo quando la superficie del lago non era increspata dal vento e metteva dunque in evidenza il movimento dell’acqua provocato dalla polla sorgiva. Una fonte di alimentazione idrica che consentiva al lago di non calare di livello nemmeno nei periodi di forte siccità.
L’immissario, il Torrente Schiasazza, svolgeva un ruolo fondamentale nel processo riproduttivo delle trote che risalivano il suo corso nel periodo della frega, mentre le piene del torrente provvedevano a portare nel lago il novellame nato dopo la schiusa delle uova.
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A vivere di pesca erano diverse famiglie, che alternavano questa attività con quelle agricole, mentre la pescosità del lago era anche motivo di richiamo turistico, tanto che i paesi di Alesso, Interneppo e Somplago avevano ciascuno un albergo.
In quei tempi!
Con l’avvento della centrale, utile ed anzi indispensabile per lo sviluppo industriale che all’epoca cominciava a prendere l’abbrivio, ma sorta in tempi nei quali di solito non si prestava soverchia attenzione ai problemi ambientali, tutto questo finì ben presto, a quanto pare anche con effetti sul microclima della zona dato che il raffreddamento delle acque del lago modificò il suo influsso termoregolatore.
Che finalmente si sia dunque giunti ad una svolta positiva?
E’ ancora presto per dirlo e le esperienze negative del passato non autorizzano eccessivi ottimismi sulla volontà politica concreta di giungere alla soluzione dei tanti problemi dell’ambiente – soprattutto nel consumo di territorio – che si sono venuti a stratificare in Friuli col passare del tempo.
Tuttavia, perlomeno un inizio sembra avviato e solo il tempo vedrà se i pubblici amministratori regionali stiano facendo sul serio, oppure se, una volta di più, ad un certo punto preferiranno nascondere la spazzatura sotto il tappeto, dimenticandosene per altri decenni.

1 commento:

  1. Buzziolo scrive: "ufficialmente denominato Lago dei Tre Comuni – il nome con cui è maggiormente noto: Lago di Cavazzo". Scherziamo?

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