"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 15 dicembre 2010

Ciao "Gianna"! (anche da Alesso)

Ricordiamo anche sulle pagine di "Alesso & Dintorni" la figura di una protagonista del periodo della guerra partigiana, che per alcuni mesi operò anche in queste zone.

Se ne è andata Fidalma Garosi ved. Lizzero, la partigiana “Gianna”, membro del Comitato Provinciale dell’Anpi.
Salita in montagna ancora il 10 ottobre 1943, fu certamente una delle prime partigiane d’Italia. La sua attività nel movimento di liberazione si svolse sui monti a nord di Udine fino al rastrellamento del novembre ’43; quindi in pianura come staffetta e nei Gruppi di difesa patriottica (GAP) fino alla primavera del ’44, quando, ricercata dal comando della SD di Udine, fu di nuovo chiamata in montagna, dove trascorse il periodo. delle zone libere.
Operò anche nella Valle del Lago: nel suo libro di memorie raccontò l'arrivo sulle baite sopra Avasinis:

Sono tornata in montagna che erano i primi di maggio del 1944.
Arrivo a Monteprat, sopra Avasinis, e lì trovo Furore, che non vuole donne:
“Non voglio donne nel mio reparto, e buona notte”.
“Guarda, quando verrà Andrea o Ninci, vedremo la situazione; ma intanto in
pianura non posso più stare, resto qua e buonanotte”.
Dopo tre, quattro giorni, Biella, il commissario della brigata, mi vuole
mandare giù in pianura a portare una roba, un ordine.
“Stai scherzando?”
Non mi era ancora passata l’angoscia, perché quando si è rcercati, si vive nel
terrore, ti sembra che ti debbano prendere da un momento all’altro.
“Non vado giù neanche morta!”
“Tu devi ubbidire”.
Devo andare giù. C’erano degli stavoli, un 150 metri in linea d’aria, verso
San Rocco di Avasinis. Vado a dormire nell’ultimo perché, se devo scendere, è
meglio essere già sulla strada. Bene, la notte ho sognato quello che sarebbe
successo.
La mattina degli spari mi svegliano, mi accorgo che la mia cuccetta è tutta
bucata.
Mi alzo e vedo fuori tedeschi dappertutto, non avevo via d’uscita….
(Da “Storia di Gianna”, Publicoop-Anpi, 2007)
Seguì il durissimo ultimo inverno di guerra, tra i pochi partigiani rimasti sui monti, braccati dai cosacchi. Partecipò alla liberazione di Udine e continuò la sua attività come responsabile dei feriti partigiani, finché la situazione si normalizzò.
Nel dopoguerra, sposò l’ex commissario delle brigate Garibaldi Mario Lizzero “Andrea”, poi  diventato esponente del PCI udinese e deputato. Coltivò sempre la sua passione per la politica, che per lei significava ansia di giustizia, partecipazione, dignità della persona.

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