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sabato 14 dicembre 2019

Somplago, restaurato il ciclo pittorico sulla storia del Friuli nella centrale

La storia del Friuli riaffiora sulle pareti di una sala macchine nella centrale di Somplago
Completato il restauro del ciclo pittorico, opera di Walter Resentera. L'inaugurazione del fregio realizzato su 130 metri quadrati


I punti salienti della storia del Friuli, raccontati a Somplago sulle alte pareti della centrale idroelettrica più grande della regione, ritornano a un nuovo splendore.
È il risultato del restauro commissionato dalla A2A, proprietaria della centrale stessa e realizzato da Stefano Tracanelli e collaboratori: un restauro che dona nuova luce al ciclo decorativo compiuto dall’artista feltrino Walter Resentera tra il 1958 e il 1959. Centotrenta metri quadrati di dipinto murale, un’imponente fascia decorativa alta tre metri e lunga più di ottanta, con figure e angeli giganteschi, adatti a sopportare una visione dal basso e da lontano a un’altezza dal suolo di venti metri.
Un ciclo tanto monumentale quanto poco conosciuto, anche per gli addetti ai lavori, data la sua ubicazione sotterranea. Si trova infatti sulla volta della sala macchine della centrale stessa, quella destinata ad ospitare le gigantesche turbine motrici che trasformano l’energia idroelettrica.

La sala sta alla fine di una galleria lunga quasi un chilometro scavata nelle viscere della montagna, nella cavità realizzata con grandi competenze ingegneristiche tra il 1951 e il 1957 su commissione della Sade, la società adriatica di energia elettrica di Giuseppe Volpi di Misurata, committente di altre centrali di simile ampiezza. Il restauro verrà inaugurato oggi [giovedì 12 dicembre] alle 16.30 alla presenza delle autorità – son stati invitati tutti i sindaci dei comuni carnici attraversati dal Tagliamento – con un saluto del sindaco di Cavazzo Carnico, Gianni Borghi, e gli interventi di Luca Dotti direttore degli impianti della centrale e del restauratore Tracanelli in una presentazione dal titolo Nuova luce al dipinto alla volta della Centrale di Somplago.

Il grande dipinto illustra momenti salienti della storia del Friuli, che così descrisse in una nota lo stesso artista Resentera: «Nelle viscere di questa nobile terra del Friuli, terra ove più che altrove si è fatto sentire il palpito della storia, abbiamo cercato di ricordare dando loro espressione plastica quei fatti ora tristi e ora lieti, ma sempre drammatici, che ci sono stati nello svolgere di venti secoli».
Da Romolo e Remo, a Re Astolfo, all’invasione degli Unni, a Paolo Diacono a Carlomagno che diventa Re Francorum et Lagobardorum, dal patriarca di Aquileia Bertrando di San Genesio, all’Adesione del Friuli alla Serenissima Repubblica di Venezia: un lungo fregio continuo con figure e animali, ritratti a figura intera e quattro medaglioni con i volti di Odorico da Pordenone, Irene da Spilimbergo, Domenico da Tolmezzo e Pietro Zorutti.
Resentera, allievo di Marcello Dudovich, si era già cimentato con imprese di pittura murale di simile monumentalità lavorando, oltre che in palazzi privati e pubblici, anche alla decorazione delle birrerie Pedavena e Dreher e alla centrale elettrica di Soverzene.
Nel caso di Somplago l’artista lavorò realizzando gigantesche tele applicate sull’intonaco: si tratta di una particolare tecnica ad olio su tela applicata sulla muratura. Una porzione di quindici metri del dipinto era stata fortemente compromessa nella lettura e nella sua conservazione da una colonia fungina di micelio che l’aveva ricoperta di una patina opaca.

«Grazie alle indagini – così Tracanelli – chimiche e biologiche di Lucio Cinitan dell’Istituto Zeila di Bergamo e di Maria Pia Nogari dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma, scienziata tra le più eminenti nel campo, è stata trovata la soluzione per l’asportazione e la disinfestazione delle colonie fungine con un risultato straordinario, rispettoso degli strati originali».
E straordinari sono i dipinti, degni di una mano che era in grado di concepire grandi figure e sfumature adatte a essere lette a grande distanza.

Ora di nuovo pronti a essere gustati nella loro integrità grazie alla manifestazione “Centrali aperte” che ogni anno la stessa A2A organizza per rendere visibili le centrali storiche di sua gestione.
Melania Lunazzi
(Messaggero Veneto, 12 dicembre 2019) 

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