Laboratorio Lago dei Tre Comuni: a
quando?
Nel Bollettino Ufficiale della Regione
del 6 agosto 2019 veniva pubblicata la L.R. n.13 che all’articolo 4 commi 35-38
così recita: “Al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e
proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità
del lago stesso e a garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in
conformità al Piano regionale di tutela delle acque, è istituito presso la
Direzione centrale ambiente ed energia, il tavolo tecnico denominato
Laboratorio Lago dei Tre Comuni”.
Il Laboratorio, oltre ai rappresentanti
della Direzione Ambiente, è composto da
un esperto designato da ciascuno dei tre Comuni rivieraschi di Bordano,
Cavazzo Carnico e Trasaghis nonché, su invito, dai vari portatori d’interesse.
Tale previsione
legislativa ha rappresentato una tappa importante dopo un lungo percorso che,
da un lato, ha impegnato la popolazione della Val del Lago ed i Comitati
Salvalago nella battaglia contro il disastroso progetto di pompaggio di
Edipower, ritirato, e per la rinaturalizzazione e valorizzazione del lago,
dall’altro lato, la Regione nella elaborazione del Piano Regionale di Tutela
delle Acque (PRTA) in cui viene finalmente considerato lo stato di grave
sofferenza del lago ed indicato il rimedio.
Il parere
della IV Commissione Consiliare ha trovato piena accoglienza nel testo
definitivo del PRTA, che al punto 3.2.3. Conclusioni , considerando la citata
criticità del tratto del Tagliamento ed il progetto derivatorio del Consorzio così
dispone: “Contestualmente dovrà anche essere
valutata la fattibilità tecnico - economica di realizzazione di un canale di by
– pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico
della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le
condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.
E’ il caso di sottolineare che i punti fondamentali delle citate
disposizioni regionali sono due: un canale di by-pass che convogli le acque di
scarico della centrale direttamente all’emissario del lago ed il recupero delle
condizioni di naturalità del lago
garantendone la fruibilità.
Invero il recupero delle condizioni di naturalità e di fruibilità del
lago è stato nel 2018 oggetto da parte della Regione di un successivo bando di
concorso di idee andato, purtroppo deserto, nonché ripetutamente sollecitato da
diversi consiglieri regionali e parlamentari di varie forze politiche.
Ritornando al “Tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”previsto
dalla L.R. 13/2019 constato con amarezza che alla data odierna a distanza di
ben otto mesi non è ancora stato costituito, sia perché sinora solo i Comuni di
Bordano e di Trasaghis hanno nominato il proprio esperto, sia perché la
Regione, cui va dato atto dei positivi provvedimenti adottati, non è stata sul
punto con la determinazione dovuta, sebbene la legge istitutiva preveda che “Il Laboratorio Lago dei Tre Comuni è
convocato e coordinato dal Direttore della struttura regionale”. Persona a
cui sono ben note le criticità del lago e idriche generali, presenti e future.
Nonostante i cambiamenti climatici abbiano già
presentato anche da noi il proprio biglietto da visita con i fenomeni ben noti,
si continua a non comprendere la strategicità del Lago non solo per lo sviluppo
della sua valle e del più vasto circondario, ma per il sistema acquifero e relative utenze a
valle dello stesso dal momento che tutte le acque della Carnia, quelle del
torrente But escluse, finiscono proprio nel lago e non nel naturale alveo del
Tagliamento. E così, senza un piano complessivo e condiviso di valorizzazione
il lago resta, da un lato, solo funzionale alla centrale idroelettrica ed agli
interessi degli azionisti della lombarda proprietaria a2a e, dall’altro lato, oggetto
delle richieste derivatorie irrigue del Consorzio di Bonifica Friulana, che si
ripetono puntualmente con la siccità estiva. Inoltre, come se ciò non bastasse,
perseverando nella sciagurata politica di rilascio a piene mani di concessioni
idroelettriche, la Regione ha autorizzato la costruzione di ben 4 centrali sul
canale di scarico del lago (una all’Industrial Park di Tolmezzo e tre ad una
ditta veneta). Centrali che, in mancanza del by-pass, provocheranno forti
oscillazioni del livello del lago deletrerie per la sua rinaturazione e
fruibilità. Le egoistiche soluzioni
di parte vanno sostituite con l’impegno a individuare e praticare soluzioni
complessive e condivise.
E’ tempo di
comprendere che il lago rinaturalizzato, fruibile turisticamente, pescoso come
lo era ante centrale è la base fondamentale per lo sviluppo della valle
attraendo turisti, pescasportivi, gruppi giovanili, convegnisti, amanti degli
sport acquatici, escursionisti, società sportive in ritiro, etcc. permettendo di
riaprire l’albergo di Somplago e quello di Interneppo, di mettere a frutto con
affittanze, bed and breakfast e alberghi diffusi quel notevole patrimonio
abitativo ora giacente inutilizzato nei
paesi della valle.
Il lago rinaturalizzato e fruibile è un
elemento importante che interagisce fruttuosamente con le rilevanze del
comprensorio: la Casa delle Farfalle di Bordano, i centri storici di Venzone e
di Gemona modelli della ricostruzione postsismica, il Forte di Osoppo, Cornino
con i grifoni, il laghetto, i lecci abbarbicati sulle rupi ed il Tagliamento
finalmente integro nel suo corso, la Forra del Leale, il Monte Cuar con la malga,
il Palar, il Monte San Simeone (balconata sul Friuli), la fortezza del Monte
Festa, la Storica Pieve di Cesclans svettante sulla valle e, più su, la
valletta del rio Faeit e la carnica Tolmezzo. Oltre ad altre importanti
presenze.
Si attivi quindi subito il Laboratorio Lago dei Tre Comuni ed inizi
a lavorare per il concreto raggiungimento dell’obiettivo finale: la
rinaturalizzazione e fruibilità del lago. Guai se fosse concepito come un
espediente a cui far seguire nulla di concreto abbandonando il più grande lago
della regione – che sfigura al confronto con quelli carinziani e sloveni - alla reale prospettiva di essere nel tempo di
poco superiore a 100 anni riempito dai sedimenti e fango scaricati in esso
dalla centrale, come dimostrato da diversi studi tra cui quelli recenti
dell’ing Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, Comunità Montane e
Consorzio BIM, e quello dell’ing. Dino Franzil.
Simile disastrosa prospettiva caricherebbe
le attuali rappresentanze istituzionali nazionali, regionali e comunali –
nessuna esclusa - di una pesante responsabilità verso le future generazioni. Il
lago e la sua valle hanno già subito troppa violenza. Questi giorni difficili
dovrebbero offrirci l’occasione per interrogarci se la natura violentata non ci
presenti prima o poi il conto.
Franceschino
Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico, già presidente del Consorzio
BIM del Tagliamento. Membro dei Comitati
Salvalago.
Se, come che al è scrit, la aministrazion di Cjavàç in vot meis no è stade buine di nomenâ un espert, al sares just che i doi comuns che lu an fat a scomençassin lis riunions di chest cussì clamât laboratori cence stâ a spietâle...
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