"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 2 novembre 2010

Lago, Somplago caput mundi? Forse no

Ricordate quando, nelle scorse settimane, era parso che i percorsi paralleli di elettrodotto e raddoppio della centrale si intersecassero grazie ad una regia perversa che progettava di rendere Somplago "caput mundi" di un "magna magna energetico"? Pare non sia così.
Il Messaggero veneto del 31 ottobre, con un articolo di Alessandro Cesare (Elettrodotto, l' Ue vieta tariffe scontate) offre un angolo alquanto nuovo di lettura delle vicende in corso, soprattutto relativamente al dibattito avviato:
Il nuovo elettrodotto Somplago-Wurmlach rischia di non portare vantaggi per l’abbattimento del prezzo dell’energia elettrica né per i proponenti del gruppo Alpe Adria Energy, né per i cittadini della Carnia. La Commissione europea infatti, come afferma un dirigente in un documento della società austriaca E-Control (che gestisce la rete nazionale elettrica), pare intenzionata a gestire direttamente i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia importata, in questo caso dall’Austria, impedendo così ai costruttori di linee transfrontaliere di dar vita a sperequazioni sul prezzo dell’energia. In pratica, se questa disposizione europea trovasse attuazione, Alpe Adria Energy, una volta entrato in funzione l’elettrodotto Somplago-Wurmlach, non disporrebbe nemmeno di un kW di energia elettrica, ma soltanto dei denari derivanti dalla vendita di tale energia al prezzo stabilito dalle aste pubbliche in borsa. Non ci sarebbe spazio, quindi, per abbassare le tariffe ed importare l’elettricità a costo più basso. Di conseguenza una delle motivazioni addotte per la realizzazione dell’infrastruttura, e cioè il tentativo di accedere ad un prezzo dell’energia più basso da parte dei tre gruppi industriali coinvolti (Pittini, Fantoni e Burgo), verrebbe meno.

La vicenda ha riflessi anche sulla questione del preventivato raddoppio della centrale. Dice infatti  ancora l'articolista:
Sull’elettrodotto Somplago-Wurmlach pende inoltre un ulteriore rischio: nel caso in cui la centrale di Edipower sul lago di Cavazzo venisse potenziata, non ci sarebbe più spazio per l’energia proveniente dall’Austria, che non potrebbe più essere importata, a causa della congestione del nodo elettrico di Somplago. La linea quindi, potrebbe diventare una sorta di “cattedrale nel deserto” non più utilizzabile.

Renato Garibaldi, per "Carnia In Movimento" ha commentato:
 La notizia data in anteprima dal Messaggero di domenica 31 ottobre è di quelle che tolgono il sonno.


Non a noi che lo andiamo ripetendo da tempo che quella dei posti di lavoro è una scusa che ha ormai assunto i connotati del ricatto.


Toglie il sonno a coloro, e mi riferisco ai politucoli di turno, che hanno fatta propria la bugia di Pittini e Fantoni per dare l’ok al famigerato elettrodotto che sfregerebbe per sempre le Valli Carniche. (…)


La notizia è inequivocabile. L’energia importata non potrà essere utilizzata da chi realizza l’infrastruttura, ma può essere solo venduta per incassare il differenziale di prezzo tra l’energia in Italia e quello in Austria. Come è giusto che sia, d’altra parte; altrimenti sarebbe concorrenza sleale tra chi ha le fabbriche nell’estremo nord dell’Italia rispetto a chi è lontano dai confini. Il che significa che l’energia costerà a Pittini, Fantoni e al gruppo Burgo quanto prima. Nessun risparmio sui costi di produzione.

Allora come la mettiamo con la fandonia dei posti di lavoro?    (…)
Noi vorremmo piuttosto che si abbassasse la presunzione dei politici che ci amministrano e che si alzasse il livello di guardia a difesa del nostro insostituibile territorio.


Renato Garibaldi

I nostri vecchi dicevano "a na si sa di ce muart murî". Noi diciamo: guardiamoci in giro criticamente, cerchiamo di capire il mondo, di dare un contributo all'affermazione di valori positivi. Ai lettori, un nuovo filone di approfondimento e di discussione.

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