"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

martedì 14 settembre 2010

Lago: parliamo di concessioni, di dislivelli, di modellini idraulici

"Dallas" ha inviato al Blog un suo commento estremamente articolato e complesso, meritevole di diffusione e riflessione: per questo lo si ripropone integralmente nella pagina dei post, confidando che le tematiche poste trovino motivo di analisi.   (A&D)


Più volte si è menzionato il fatto che il dislivello, facendo un po' di calcoli sui volumi in gioco, supererebbe il famoso metro di dislivello. A questo punto però entra in gioco la vecchia convenzione con la Sade che prevedeva una concessione di 4.5m. Siccome pare che Edipower sia intenzionata a rivalersi su questa convenzione, qualcuno si è mai posto la domanda se effettivemente questa clausola sia ancora valida e utilizzabile in sede legale (anche se non era prevista per l'attuale scopo)? 

Questo quesito si collega ad uno più ampio. Siccome pare che il ministero approverà il progetto (siamo in Italia, queste cose vengono già decise a tavolino prima delle autorizzazioni, vedi Vajont etc...) dal punto di vista legale come ci possiamo muovere? Possiamo vantare dei diritti o trovare qualche cosa che legalmente (magari dal punto di vista ambientale) blocchi il progetto?

In effetti il tanto sospirato modello del progetto non può modellizzare tutte le variabili e gli aspetti in gioco. Se dal modello si può evincere quale sarà l'andamento delle correnti, la variazione di temperatura, l'erosione spondale e la movimentazione fanghi, esso non può dire nulla per quanto riguarda l'intercettazione dell'acquifero con la galleria, come pure la stabilità dei versanti delle montagne. 

Probabilmente questi aspetti potrebbero essere determinanti. Anche perché, ragionandoci su, quali sono i criteri di riferimento per poter dire il progetto si può fare oppure no? 
Ovviamente se la risposta è che il progetto debba essere ad impatto zero, allora non serve neanche fare il modello, è scontato che il progetto un certo impatto lo ha di sicuro. Allora bisognerà cominciare a parlare di quale sia il criterio di valutazione, quale sia il confine tra si può fare e non si può fare. Se poi decidiamo che questo progetto "non s'ha da fare, né domani, né mai", allora il discorso cambia. 

Mi pare di non aver mai sentito discussioni a tale proposito, vi aspetto per il confronto, e magari qualche suggerimento per i promotori dei comitati.
                                                                                         Dallas

2 commenti:

  1. E' una bella pulce, quella che Dallas mette nell'orecchio dei Valdelaghisti: ha senso un progetto alternativo, serve davvero un modellino? Come ci si pone in prospettiva? Sarebbe interessante sentire l'opinione del comitato, che tanto caldeggia queste soluzioni alternative.
    (Gigi)

    RispondiElimina
  2. Infatti caro speculatore e arraffatore il raddoppiamento NON VA FATTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1 Anzi dovrebbero chiuderla proprio visto che quelle 4 aziende in crisi nell'arco di 20Km non hanno nessun beneficio e tantomento le 15000 persone che abitano i dintorni.. Tanto vale comprare la corrente dalla slovenia.
    Perchè se devi pagare è meglio farlo senza un bel palo nel sedere piuttosto che pagare per far arricchire qualche mafioso che ti mette questo bel palo nel sedere?

    RispondiElimina

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.