"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 29 luglio 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione di C. Polano

SOMPLAGO Uno studio serio e risposte precise

Messaggero Veneto — 27 luglio 2010

Mentre ancora non è stata chiarita la posizione del ministero dell’Ambiente, in merito al parere favorevole che avrebbe concesso al progetto Edipower, è doveroso sottolineare la posizione dei comitati che si oppongono a questo devastante progetto. In una loro recente conferenza stampa è stato nuovamente sottolineato il pesante impatto ambientale del progetto, che, se posto in essere, darebbe il colpo di grazia al nostro lago, che già presenta notevoli problematiche, soprattutto in campo ambientale. Un ulteriore raffreddamento del bacino a causa del continuo rimescolamento a cui sarebbe sottoposto con il continuo passaggio delle sue acque da un lago all’altro, l’intorbidamento creato dall’accumulo di fango nel bacino dell’Ambiesta che in parte sarebbe movimentato verso il lago di Cavazzo e infine un saliscendi continuo del suo livello da un minimo di un metro a un massimo di due e mezzo, significherebbe la sua fine come ecosistema, trasformandolo in un semplice catino da riempire e svuotare ogni giorno. Purtroppo le amministrazioni comunali rivierasche, che già da tempo hanno detto sì al progetto con delibere o con un silenzio/assenso, che oggi non vogliono, chissà perché, rimettere in discussione, si renderanno responsabili con gli anni della trasformazione del nostro lago in un fiume freddo e fangoso. Lo dicono gli esperti (geologi e ingegneri) che i comitati hanno interpellato e i cui lavori sono stati pubblicamente presentati e che finora non hanno ricevuto smentite. Sembra di assistere al gioco delle tre carte con annesso scaricabarile, che in Italia è purtroppo molto praticato. Roma dà o avrebbe dato il “placet” al progetto Edipower e così la Regione (forse) troverà la strada spianata per fare altrettanto, perché anche i Comuni hanno detto sì, con l’illusione di compensazioni, che oggi nessuno ha avuto il coraggio o la volontà di rendere pubbliche. Semmai ci saranno, perché pagare un qualcosa (il danno ambientale) quando la controparte con superficialità a priori ha già detto sì? L’autunno sarà il momento della verità e gli scenari sono foschi anche perché la Regione non risponde alla richiesta dei comitati e di qualche tardiva amministrazione, di far eseguire uno studio serio da parte di terzi sul progetto, con relativo modello in scala che dovrebbe essere pagato, come prevede la legge, dal committente e cioè da Edipower. Tutte domande che esigono risposte precise, che tardano ad arrivare o addirittura non arriveranno mai. Nel frattempo il balbettio di qualche sindaco sull’argomento si perde nella calura estiva.
Claudio Polano, Gemona

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