Alesso e dintorni
Un blog per informare, per ragionare, per confrontarsi su quel che capita ad Alesso e nei dintorni. Ce sucedial, ce si fàsie, ce si podarèssie fâ a Dalés e intal dulintôr? Scuvierzìnlu su chest Blog.
"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons
mercoledì 2 giugno 2021
"Alesso e Dintorni" è in pausa. Aiutatelo a ripartire
Come i lettori affezionati avranno notato, il Blog non pubblica più articoli da tempo.
Ciò è dovuto a motivi tecnici (non dipendenti dal Blogger) ma soprattutto per motivazioni di altro tenore, dettate soprattutto dall'interrogarsi se il Blog (diventato negli anni scorsi momento ricercato di documentazione e di confronto) mantiene ancora queste caratteristiche e se meriti pertanto di proseguire.
Le discussioni sempre più ridotte, l'assenza di commenti sono sì dovute alle difficoltà tecniche poste dalla piattaforma, am anche a un generale calo di interesse e a un indirizzarsi verso altre formule comunicative (facebook in primis).
Quindi... un invito a quanti ritengono importante la presenza di "Alesso e Dintorni" nel panorama della Valle del Lago: fatevi sentire!! (una mail ad alessoedintorni@gmail.com è il mezzo più semplice).
Potremo così decidere assieme se, come e quando RIPARTIRE.
Mandi
A&D
martedì 27 aprile 2021
Lago: per i Comitati "è tempo di passare finalmente alla proposta operativa del bypass"
Al Signor Presidente della Giunta Regionale
Ai Signori Assessori Regionali
Egregio Signor Presidente,
Egregio/a Signor/a Assessore,
Sul Bollettino Ufficiale della Regione del 6 agosto 2019 veniva
pubblicata la Legge Regionale n. 13/2019, che all’art. 4 comma 35 così
recita “Al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e
proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le
condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità,
anche ai fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela
delle acque, è istituito presso la Direzione centrale ambiente ed
energia, il tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre
Comuni”.
Oltre a tecnici e funzionari regionali fanno parte del Laboratorio
anche tre esperti nominati dalle tre Amministrazioni Comunali
rivierasche. A tutti i componenti va il nostro ringraziamento per aver
messo a disposizione le loro competenze ed impegno per la
rinaturalizzazione del lago e per quanto fatto finora.
Il Laboratorio Lago, si è riunito finora 4 volte, giustamente
confrontandosi in videoconferenza anche con tutti i portatori di
interesse. Ma a nostro avviso è necessario che il Laboratorio acceleri
i lavori per addivenire quanto prima a una concreta proposta
operativa che tramite un bypass porti direttamente le acque di
scarico della centrale di Somplago alla galleria di scarico del lago,
bypassandolo. Cio' permetterà sia il ripristino della naturalità e
della fruizione turistica del lago, come previsto in uno specifico
articolo del Piano Regionale Tutela Acque, sia di garantire
un’adeguata portata al Tagliamento, sia di fornire acqua
all’agricoltura del Friuli senza interferire con il lago.
Rispondendo recentemente ad una interrogazione sull’attività del
Laboratorio l’Assessore Scoccimarro ha dichiarato che si è ancora
nella fase in cui "si stanno confrontando i rilievi batimetrici
disponibili per valutare l'effettivo impatto dello scarico della
centrale sul fondale del lago ".
Questa dichiarazione dell'Assessore ci preoccupa, vista la
notevole quantità di dati già a disposizione sull’effettivo deleterio
impatto dello scarico della centrale sul lago ed il suo fondale, a
meno che non si dia credito alla interessata favola che sia lo scarico
della centrale a garantire la buona salute del lago! Salute ottima nel
corso di secoli e secoli, pessima dopo la costruzione della centrale
di Somplago!
Per limitarci ai più recenti ricordiamo gli studi sul lago dei
geologi Cella e Tosoni, dell'ing. Dino Franzil con il suo libro
"Lago Energia Ambiente ", la perizia dell'ing. Franco Garzon,
incaricato dai Comuni rivieraschi, dalle 2 Comunità Montane e dal
Consorzio BIM. Se cio' non bastasse ci sono anche gli studi
batimetrici effettuati negli anni scorsi dall’Istituto di Scienze
Marine (Ismar) di Bologna del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(CNR), che tramite un drone ha rilevato tutto il fondale del lago,
evidenziando come questo sia coperto da uno spesso strato di fango,
proveniente dai corsi d'acqua della Carnia.
Inoltre alcuni subacquei hanno recentemente confermato che il
fondale del lago è completamente ricoperto dal limo che gli conferisce
un aspetto lunare, senza alcuna forma di vita vegetale e animale,
attraversato solo da qualche sperduto pesce, al contrario di un tempo
quando il lago era ricco di fauna ittica, che sfamo' nei secoli la
popolazione rivierasca e non solo.
Senza scomodare la scienza ed i subacquei è sufficiente immergere
i piedi nell’acqua, peraltro gelida, della spiaggia per sollevare una
nuvola di particelle più volatili del fango. Tale condizione del lago
ha compromesso la balneazione a tal punto che i bagnanti non
frequentano più il lago ma le acque limpide del vicino torrente Palar
ad Alesso affollando le sue rive.
E’ tempo di passare finalmente alla proposta operativa del bypass,
perchè nel frattempo altro fango continua a depositarsi sui fondali ed
è nostro dovere nei confronti delle generazioni future riportare il
lago alle condizioni di naturalità, fruilibilità turistica, di pesca,
di sport, di balneazione e di svago. Ulteriori rinvii sarebbero un
segnale della mancanza di volontà politica di risolvere le criticità
del lago e suonerebbero per la sua Valle, sconvolta anche
dall’autostrada con il mastodontico viadotto e dall’oleodotto Siot con
la stazione di pompaggio sita proprio sulla riva nord del lago, come
una beffa che si aggiunge al danno.
Il lago, il suo canale di scarico e il Tagliamento rappresentano
uno snodo idrico strategico per il Friuli sul quale occorre operare
non complicando la situazione, come è stato fatto rilasciando
concessioni di centraline sul canale di scarico, ma con una visione
d’insieme, con un progetto complessivo che, stante le ricadute
positive sull’ambiente, il turismo, l’agricoltura e l’economia possa,
beneficiare anche dei finanziamenti europei. Un’ottima occasione
poteva essere il Recovery Fund.
Un progetto complessivo che recuperi la naturalità e fruibilità
del lago mediante un bypass, fornisca acqua all’agricoltura friulana,
alimenti il Tagliamento restituendogli l’acqua che gli è stata
sottratta a monte e preveda il funzionamento della centrale di
Somplago con modalità funzionali alle esigenze del territorio e non
dei suoi attuali azionisti lombardi. Tanto più che la centrale passerà
in proprietà della Regione e che è il terminale del sistema
idroelettrico del Tagliamento, di un dinosauro di altri tempi
incompatibile con l’ambiente e il territorio, che va rivisto poiché
realizzato secondo il principio “tutta l’acqua nelle turbine” che ha
desertificato i corsi d’acqua della Carnia.
Dalla pubblicazione della legge costitutiva del Laboratorio Lago
dei Tre Comuni sono già trascorsi quasi due anni. Alla Regione
chiediamo di indicare soluzioni reali dei problemi del lago.
Chiediamo troppo?
Voglia gradire i nostri distinti saluti
Per il Comitato per la difesa e valorizzazione del Lago di Cavazzo
o dei Tre Comuni. Alesso di Trasaghis:
Annamaria Gisolfi
Per il Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento. Tolmezzo:
Franceschino Barazzutti
sabato 10 aprile 2021
Scritte contro le tasse a Trasaghis: "imbrattare è reato"
Le scritte contro le tasse a Trasaghis.Hanno preso in mano la bomboletta spray per vergare un messaggio ben preciso: “Basta tasse”. È successo nella zona industriale di Trasaghis. Ignoti hanno imbrattato la passerella, la strada e alcuni muri. Sempre con il medesimo messaggio. Una volta scoperto lo “scempio”, scatta ora la caccia ai colpevoli. Duro il commento del sindaco di Trasaghis, Stefania Pisu. “Vorrei dire a queste persone, oltre che dovrebbero vergognarsi per questo grave gesto di inciviltà, che imbrattare muri e cose altrui è un reato penale – dice il primo cittadino -. Confidiamo di poter risalire agli autori, di modo che le tasse possano diventare per loro il problema minore“. (da friulioggi.it)
Condanna anche dalla minoranza consiliare.La scritta “Basta tasse”, apparsa nei giorni scorsi su muri e strade di Trasaghis e denunciata dal sindaco Strefania Pisu (“Vorrei dire a queste persone, oltre che dovrebbero vergognarsi per questo grave gesto di inciviltà, che imbrattare muri e cose altrui è un reato penale. Confidiamo di poter risalire agli autori, di modo che le tasse possano diventare per loro il problema minore“, le sue dure parole), viene commentata anche dal Gruppo di Minoranza Nuova Trasaghis, che in una nota afferma: “Si tratta di un atto ostile e non giustificabile. Sostenendo e appoggiando le dichiarazioni fatte dal sindaco e ribadendo che tali comportamenti sono inaccettabili, ci sentiamo in dovere di precisare che il nostro gruppo di minoranza sta continuando a fare il possibile per aiutare cittadini ed esercenti a superare l’attuale situazione di difficoltà economica e sociale. Per l’intero anno appena concluso l’attuale amministrazione ha deciso di sospendere la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Proprio in merito a questo avevamo chiesto, attraverso un interrogazione, la proroga fino alla fine dell’anno 2021 di tale imposizione. Abbiamo inoltre suggerito la rimozione dell’obbligo del pagamento del pedaggio dei parcheggi nella zona del Lago per l’intero anno per i cittadini non residenti nel Comune di Trasaghis per incentivare le attività presenti sulle sponde del Lago e la sospensione della riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità delle insegne sia per l’anno 2020 che per l’anno in corso per commercianti e artigiani che operano sul nostro territorio”. “Non riusciamo a capire a quale istituzione sia rivolto il messaggio, ma confidiamo nelle indagini e speriamo che atti simili non si ripetano più”, conclude la nota della minoranza di Trasaghis. (da Rsn news)
domenica 4 aprile 2021
Lago, "ripensare e correggere scelte strategiche e produttive"
Moretuzzo: «Si acceleri l’iter di rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo»
La rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo deve essere riconosciuta come un obiettivo primario da parte dell’amministrazione regionale, ed è bene che il tavolo tecnico istituito per individuare le criticità del lago e proporre soluzioni finalizzate a recuperarne le condizioni di naturalità e a garantirne la fruibilità, anche a fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, stia procedendo con il lavoro di analisi della situazione esistente – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo –. È fondamentale, però, che all’analisi segua in tempi rapidi una progettualità che permetta di mettere definitivamente in sicurezza il lago, che diversamente rischia di perdere ogni elemento di naturalità nell’arco di qualche decennio». Questione sollevata dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia nell’interrogazione trattata oggi nel corso della seduta della IV Commissione consiliare.
Il Lago di Cavazzo, o dei Tre Comuni, «è un caso paradigmatico di come sia necessario ripensare e correggere scelte strategiche e produttive del secondo dopoguerra e che hanno avuto un impatto importante sui territori e sul loro sviluppo. Rinaturalizzare il lago oggi significa non solo lavorare sul tema della qualità e della tutela dell’ambiente, ma anche immaginare un nuovo e diverso utilizzo dell’acqua per l’agricoltura, per la quale potrebbero essere recuperate le acque di scarico della centrale a beneficio del deflusso ecologico del Tagliamento, e un nuovo modello di sviluppo turistico, sostenibile e di qualità, oltre al recupero degli insediamenti abitativi che oggi vedono disabitata gran parte delle case presenti nei comuni rivieraschi – continua Moretuzzo –. Si tratta quindi di un caso emblematico per il ripensamento del modello di sviluppo regionale e in particolare dell’area montana. Per questo chiederemo alla presidente Piccin di audire in IV Commissione i partecipanti del “Laboratorio Lago dei Tre Comuni” costituito dall’assessore Scoccimarro».
(https://friulisera.it/moretuzzo-si-acceleri-liter-di-rinaturalizzazione-del-lago-di-cavazzo/)
domenica 28 marzo 2021
Un appello per salvare le ultime acque della Montagna
I Comitati, col supporto di varie associazioni ambientaliste e di diversi operatori culturali hanno diffuso un appello per sollecitare chi di dovere (e in primis la Regione) ad adottare opportuni provvedimenti per garantire la salvaguardia delle acque della Mont, già d atempo oggetto di uno sfruttamento intensivo e spesso irrazionale.
Si propongono le sette pagine che compongono l'appello.
mercoledì 24 febbraio 2021
Lago, il documentario sull'Operazione Atlantide è disponibile online
AdessoCinema presenta Operazione Atlantide
Il documentario diretto da Diego Cenetiempo racconta l'esperimento svoltosi nel 1969 sul fondale del Lago di Cavazzo
Da mercoledì 24 febbraio arriva in streaming su AdessoCinema - la piattaforma creata e curata dal Visionario, da Cinemazero e dalla Cineteca del Friuli, in collaborazione con la Tucker Film - Operazione Atlantide, documentario diretto da Diego Cenetiempo e prodotto da Debora Desio per A_Lab production, che racconta l'incredibile, e per certi versi controverso, esperimento svoltosi nel 1969 sul fondale del Lago di Cavazzo.
Il giornalista Pietro Spirito, a cinquant’anni di distanza ha rintracciato i protagonisti dell’epoca e li ha riportati sulle sponde del lago per ricordare l’eccezionale esperimento. E così, l’anno in cui Neil Armstrong e Buzz Aldrin mettevano piede sulla luna, 12 ragazzi scendevano nelle profondità del lago, dove sarebbero rimasti per circa un mese, all'interno della prima cittadella sommersa al mondo. L’esperimento, chiamato appunto Operazione Atlantide, aveva l’obiettivo di indagare la capacità dell’uomo di vivere per un periodo determinato sott’acqua, senza mai risalire in superficie. La cittadella era composta da cinque moduli: tre per la gestione della vita e del lavoro e altri due come zavorra, generatore di aria e magazzino. Uno di questi è ancora sul fondo e con apposita attrezzatura, Pietro Spirito e Stefano Caressa ci accompagnano alla sua ricerca nelle torbide acque del lago. Insieme alle immagini di oggi e agli straordinari materiali d'epoca inediti, in super 8, il documentario è arricchito dalle testimonianze dei 12 protagonisti del progetto: 12 acquanauti - 11 uomini e una donna, all'epoca appena sedicenne - rintracciati e intervistati dal regista a distanza di 50 anni!
Il film sarà in streaming al prezzo di €3,00. Ricordiamo che il catalogo completo di AdessoCinema, che comprende attualmente una settantina tra film e documentari del territorio, è disponibile su www.adessocinema.it .
sabato 20 febbraio 2021
Un nuovo libro sul territorio: "La croce d'Amula"
Da qualche giorno è disponibile un nuovo libro riguardante il nostro territorio. Si tratta di un racconto a episodi che dopo essere stato pubblicato su Internet ed avere ricevuto diverse richieste in tal senso, è stato pubblicato anche nella versione cartacea. “La croce d'Amula" [di Pieri Stefanutti] vuole essere una ideale ricostruzione delle vicende di una zona montana nel corso dei secoli, quelle della valle di Amula, attraverso la rielaborazione di notizie contenute in documenti di archivio che citano vendite, affitti, liti confinarie, epidemie e fanno da sfondo alla ricostruzione.
Sui fatti reali, liberamente rievocati, si inseriscono alcuni episodi immaginari, come quelli delle due guerre mondiali, che comunque traggono ispirazione da vicende effettivamente accadute.
Il filo conduttore è dato da una pietra confinaria che si immagina essere stata muta testimone di tante vicende occorse nei secoli. L’occasione è valida anche per lanciare un appello a individuare, catalogare e conservare i tanti cippi confinari che ancora si possono trovare tra la montagna e il piano.
Per chi fosse interessato, “La croce d’Amula” è disponibile nella rivendita dei giornali e nella cartolibreria in piazza ad Alesso.
[dalla pagina fb "Sei di Alesso se...]
lunedì 1 febbraio 2021
Laboratorio per il Lago, note sulla quarta riunione
Dai Comitati Salvalago riceviamo alcune osservazioni sulla quarta seduta del Laboratorio Lago, svoltasi on line la scorsa settimana.
I Comitati Salvalago hanno incontrato in videoconferenza i tecnici componenti del Laboratorio Lago, istituito dalla Regione con la Legge 6/8/2019 n° 13, che si è già riunito 3 volte con altri portatori di interesse, quali gli esperti nominati dai tre Comuni rivieraschi, A2A proprietaria della centrale di Somplago e il Consorzio Bonifica Pianura Friulana, oltre all’ARPA e all’Ente Tutela Patrimonio Ittico. Ciò per portare il proprio contributo, finalizzato a recuperare la naturalità e fruibilità del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, visto che questo tavolo di lavoro dovrà definire quale tipo di bypass dovrà essere realizzata per portare l'acqua in uscita dalla centrale direttamente all'emissario del lago.
Innanzitutto abbiamo contestato la tesi che "la realizzazione della derivazione irrigua proposta dal Consorzio di Bonifica Friulana non avrebbe conseguenze negative sul lago " come ha dichiarato a verbale un esponente del Consorzio, mentre invece ne abbasserebbe il livello quando la centrale è allo stato di fermo. Il Piano Regionale Tutela Acque, a fronte di un prelievo del Consorzio per fini irrigui di una parte delle acque dello scarico del lago, afferma che " contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico/economica di realizzazione di un bypass o altra soluzione progettuale che mitighi l'impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago, con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità"! Quindi nessuno pensi di mettere le mani sulle sue acque, prima che venga realizzato il bypass! Un tentativo rimandato al mittente ancora alla fine degli anni '80!
Così come abbiamo categoricamente smentito, anche grazie agli studi dell'ing. Dino Franzil, l’affermazione secondo la quale il lago senza l’apporto dello scarico della centrale non esisterebbe a lungo. Il lago invece esiste da millenni e millenni, c'era prima della centrale e ci sarà anche dopo la realizzazione del bypass, tornando un lago temperato come ante 1959, ricco di pesce, che ha sfamato da sempre le popolazioni rivierasche e offerto una risposta turistica alla Val del Lago.
Ecco perchè e' necessario che i tecnici di questo gruppo di lavoro, siano posti in condizione di poter operare al meglio e senza indugio avendo già a disposizione più che sufficienti studi sullo stato di sofferenza del lago, mentre sono vigenti chiare normative regionali che ne prevedono il ripristino della naturalità e fruibilità turistica.
Abbiamo per questo segnalato gli studi e le ricerche che l'ing. Dino Franzil ha condensato nel suo libro " Lago Energia Ambiente", la perizia dell'ing. Franco Garzon, per conto dei Comuni rivieraschi, delle due Comunità Montane e del BIM e infine gli studi effettuati recentemente dal CNR/Ismar di Bologna, che tramite un drone ha fotografato tutto il fondale del lago, evidenziando come questi sia coperto da uno spesso strato di fango, proveniente dai corsi d’acqua della Carnia. L'Ismar ha anche effettuato alcuni carotaggi dei fondali, che sono in fase di elaborazione e che verranno resi pubblici, non appena completato lo studio che li riguarda.
Ma al Laboratorio lago abbiamo chiesto con forza che si proceda celermente nell'iter di individuazione del progetto del bypass, perchè nel frattempo altro fango continua a depositarsi sui fondali ed è nostro dovere, nei confronti delle generazioni future, riportare il nostro lago a condizioni di naturalità e fruibilità turistica, di pesca, di sport, di balneazione e di svago.
I Comitati hanno sottolineato come la realizzazione del bypass faciliti la risoluzione integrata delle criticità del Tagliamento a valle di Ospedaletto, della derivazione irrigua del Consorzio di Bonifica Friulana, della rinaturalizzazione del Lago dei Tre Comuni, della continuazione della produzione della centrale di Somplago, per la quale si deve pensare ad un regime di lavoro funzionale alle esigenze del territorio, tanto più che passerà in proprietà della Regione nel contesto di una nuova politica della Commissione Europea più attenta all’ambiente, al quale ha destinato adeguati finanziamenti.
Claudio Polano per i Comitati Salvalago
Sul tema vedi anche:
https://www.studionord.news/lago-di-cavazzo-sul-bypass-i-comitati-salvalago-incontrano-i-tecnici-del-laboratorio-lago/?fbclid=IwAR1Z6gQ5NAaYlv99qiMKWEkakJYaqpZp1_6zSavaWffH57MrfDIHSwSxG44
Laboratorio per il Lago, ecco il verbale della terza riunione
Da mesi è attivo il Tavolo tecnico - Laboratorio per il Lago, istituito dalla Regione per individuare le soluzioni preferibili per la salvaguardia del Lago. Ora la Regione stessa (comunicazione della DIREZIONE CENTRALE DIFESA DELL’AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE in data 29 gennaio 2021) ha autorizzato la diffusione dei verbali delle sedute, per una migliore conoscenza di quel che si dibatte e delle posizioni che stanno emergendo all'interno del tavolo tecnico. Ecco il verbale della terza riunione, tenutasi online il 24 novembre 2020.
Terza riunione Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni
(LR 13/2019, Art.4, commi 35, 36, 37, 38, 39, 40)
Martedì 24 novembre 2020, riunione sulla piattaforma Teams, presenti all’incontro:
per il Comune di Trasaghis: dott. Luca Gasperini
per il Comune di Bordano: ing. Gianfranco Pederzolli ed ing. Gianluca Vignoli
per ARPA: dott. Andrea Cicogna
per ERSA: dott. Michele Fabro
per Consorzio di Bonifica Pianura Friulana: dott. Armando di Nardo, ing. Stefano Bongiovanni
per Coldiretti: dott. Martino Caon
per la Regione Friuli Venezia Giulia: ing. Massimo Canali, ing. Paolo De Alti, ing. Daniela Iervolino, dott.ssa Lucia Kneppers, arch. Pierpaolo Zanchetta, ing. Paolo Tonello, dott. Urbano Mazzucato
Il direttore del servizio gestione risorse idriche ing. Paolo De Alti apre il tavolo, prospettando l’ordine del giorno, ovvero un approfondimento sul tema irriguo e sull’uso della risorsa idrica.
Il dott. Gasperini prende la parola sottolineando che non sono ancora disponibili le indagini batimetriche pregresse con relazione tecnica di A2A, base importante per valutare se le condizioni del lago sono mutate o meno nel tempo. Ribadisce inoltre l’auspicio che dalle discussioni del tavolo in questione scaturisca l’esigenza dell’uso delle carote di sedimento sul lungo periodo. In queste infatti è registrata la storia degli impatti naturali, ma anche dell’uso del territorio: a titolo esemplificativo si possono trovare dei traccianti che raccontano tutta la storia passata (fertilizzanti, pollini, altre sostanze chimiche ma anche piovosità, clima in generale).
L’arch. Zanchetta della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Posizione organizzativa funzioni in materia di tutela ambienti naturali ed aree protette, sottolinea poi l’interesse naturalistico della zona, più nelle zone limitrofe del lago che nel lago stesso, molto interessanti e non riconosciute a livello nazionale.
Per il Consorzio Bonifica Pianura Friulana prende la parola l’ing. Bongiovanni il quale focalizza sulla proposta progettuale di realizzare una tubazione che da Somplago porti l’acqua al sistema Ledra Tagliamento per ridurre i problemi legati al rispetto del deflusso minimo vitale alla presa di Ospedaletto. Analizzando le precipitazioni e le temperature degli ultimi vent’anni si nota che gli eventi siccitosi sono stati numerosi. Negli anni dal 2003 al 2019 la portata è andata spesso in crisi e circa per 12/13 anni si è registrato un grave deficit idrico. La nuova opera di presa potrebbe garantire un afflusso di circa 10 metri cubi al secondo. L’ing. Bongiovanni sottolinea tuttavia che le problematiche del Lago in questione non sono strettamente collegate alla realizzazione di questa opera.
Gli indirizzi del Piano regionale di tutela delle acque infatti collegano l’intervento infrastrutturale sullo scarico del lago di Cavazzo alla riqualificazione del lago, da cui la necessità di estendere in questo senso l’approccio alle problematiche del lago.
Il dott. Gasperini si interroga se la rinaturalizzazione del lago dipenda dall’intervento di bypass. Il Piano tuttavia non individua una soluzione tecnica in materia ed il Consorzio sottolinea come dal punto di vista tecnico gli interventi non sono necessariamente correlati.
Il dott. Cicogna di Arpa apporta un contributo di ampio contesto. Ricorda al tavolo che in questo momento temporale siamo all’interno di una situazione di cambiamento climatico, sia per le temperature più elevate della norma sia come distribuzione diversa delle precipitazioni: il numero di giorni da una pioggia all’altra è infatti aumentato, e le esigenze idriche ed irrigue devono essere ripensate.
L’ing. Iervolino illustra e mette a disposizione del tavolo le conclusioni della parte del PTA sugli indirizzi di Piano, da cui si evince che il Tagliamento a valle di Ospedaletto è stato definito quale corpo idrico fortemente modificato. Tale individuazione è provvisoria e propedeutica al processo di designazione definitivo. In particolare nel documento si legge che il flusso di lavoro dovrà prevedere la valutazione di alternative agli usi specifici esistenti. La valutazione delle alternative dovrà prendere in considerazione il progetto di realizzazione di una condotta di collegamento tra il Lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra Tagliamento che consentirebbe di risolvere le difficoltà che annualmente si verificano ad Ospedaletto, garantendo da un lato il fabbisogno del Consorzio e migliorando dall’altro gli ecosistemi acquatici del fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto, che ogni estate vengono messi a dura prova. Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico-economica di realizzazione di un canale bypass o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul Lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità.
Il dott. Di Nardo del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana sottolinea l’importanza di un piano strategico riferito a tutto il lago, ma ribadisce che l’opera non è legata da un punto di vista tecnico e che il termine “contestualmente” nel capoverso sopra riportato si riferisce alla valutazione tecnico-economica e non alla sua realizzazione.
L’ing. Canali ribadisce l’importanza di ragionare con soluzioni condivise per contemperare tutti gli interessi e mitigare le questioni presenti. La regione aveva preso le mosse dal concorso di idee con gara europea pensato per ragionare su queste tematiche che è andato deserto. Le soluzioni per “mitigare l’impatto” non possono considerare a questo punto l’eliminazione della centrale, perché ormai è chiaro che altrimenti la regolazione del livello del lago verrebbe meno e non si potrebbe pensare ad un uso turistico del lago. Il bypass che sposta tutta l’acqua dal lago al Tagliamento comporterebbe comunque diversi problemi (non si regolerebbe più il livello del lago e anche la produzione delle turbine ne sarebbe compromessa), quindi la fattibilità dell’opera dovrà studiare bene questi argomenti.
Ricorda inoltre che la regione ha appena promulgato una legge sulle concessioni idroelettriche in base alla quale l’impianto in questione andrà a gara nel 2029, con gara che partirà nel 2027.
Il dott. Gasperini si chiede dove siano reperibili i dati rispetto alla forte escursione del Lago. A tale domanda l’ing. Canali ricorda che sono contenuti nei documenti messi a disposizione del tavolo su dropbox. Si interroga inoltre se dal punto di vista tecnico sarebbe possibile un’opera di bypass parziale in alternativa a quella totale. L’ing. Canali risponde che vi sono due argomenti in questione: ovvero quello del trasporto solido e quello della temperatura. L’impianto esistente deve funzionare sotto battente. Non è fattibile in questa fase realizzare un impianto “ibrido”, per la presenza appunto di turbine Francis. La soluzione sarebbe nel cambiare tipo di impianto, con conseguente valutazione di tipo costi/benefici. Il rinnovo della concessione sarà l’occasione di valutazione strategica se il sistema è quello corretto all’interno della programmazione prevista anche in considerazione dell’uso strategico della risorsa.
L’ing. Pederzolli sottolinea come far tornare il lago in condizioni di totale naturalità è impensabile. Ribadisce come siano necessari i dati batimetrici detenuti da A2A. Il concetto su cui intende porre attenzione è che il tema ambientale in contesto alpino ha un valore forse superiore a quello dello sfruttamento energetico e l’occasione del 2027 appare unica per questo tipo di valutazione. In Trentino la scelta di tipo ambientale è stata centrale e tale addirittura da rinunciare ad un ritorno economico per mantenere le condizioni naturali dell’ambiente.
Il tema ambientale è ribadito anche dall’ing. De Alti e l’ing. Vignoli torna sul discorso dei sedimenti. La maggior parte degli impianti sulle Alpi sono dotati di serbatoio a monte e scaricano nel corso d’acqua a valle un flusso di sedimenti. Il nostro caso è anomalo, in quanto i sedimenti sono scaricati nel lago. Le tecnologie che vengono usate di solito non sono quindi applicabili al caso concreto. E’ necessario arrivare al 2027 con alternative valide, una tesi di laurea sul tema ad esempio parla di un bypass di tipo idrodinamico in grado di passare una corrente sotto gli strati superficiali. Da cui ancora una volta ribadita la necessità di richiedere i dati batimetrici in possesso di A2A.
Il Tavolo si chiude calendarizzando la prossima riunione all’inizio del prossimo anno.
sabato 30 gennaio 2021
Laboratorio per il Lago, ecco il verbale della seconda riunione
Da mesi è attivo il Tavolo tecnico - Laboratorio per il Lago, istituito dalla Regione per individuare le soluzioni preferibili per la salvaguardia del Lago. Ora la Regione stessa (comunicazione della DIREZIONE CENTRALE DIFESA DELL’AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE in data 29 gennaio 2021) ha autorizzato la diffusione dei verbali delle sedute, per una migliore conoscenza di quel che si dibatte e delle posizioni che stanno emergendo all'interno del tavolo tecnico. Ecco il verbale della seconda riunione, tenutasi online il 23 luglio 2020.
Seconda riunione Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni
(LR 13/2019, Art.4, commi 35, 36, 37, 38, 39, 40)
Giovedì 23 luglio 2020, riunione sulla piattaforma Teams, presenti all’incontro:
per il Comune di Trasaghis: dott. Luca Gasperini
per il Comune di Cavazzo Carnico: arch. Vanni Lenna
per il Comune di Bordano: ing. Gianfranco Pederzolli ed ing. Gianluca Vignoli
per ARPA dott.ssa Antonella Zanello, dott.ssa Elisa Zanut, Dott. Damiano Virgilio
per A2A: ing. Luca Dotti, ing. Roberto Castellano, dott.ssa Giulia Bellotto, dott. Gaetano Gentili (soc. Graia)
per la Regione Friuli Venezia Giulia: ing. Massimo Canali, ing. Paolo De Alti, ing. Daniela Iervolino, dott.ssa Lucia Kneppers
Il direttore del servizio gestione risorse idriche ing. Paolo De Alti apre il tavolo, prospettando l’ordine del giorno, con il focus sulle indagini conoscitive del fondale del lago a cura del dott. Gasperini da cui partire, e l’interlocuzione con A2A, che gentilmente si è resa disponibile per un confronto.
Il dott. Gasperini introduce l’indagine conoscitiva del fondale del lago dei tre Comuni effettuata tramite rilievi geologico-geofisici subacquei negli anni 2015/2019 a cura di Alina Polonia, Giulia Giorgetti, Giuseppe Stanghellini e Luca Gasperini.
Si tratta squisitamente di dati geofisici, raccolti attraverso un drone ed un’imbarcazione. Un potente ecoscandaglio ha fornito delle ecografie dei sedimenti; con l’aiuto del multi beam è stato possibile addivenire ad una mappa batimetrica del lago. Con tale imbarcazione dotata di strumenti sofisticati, notevoli sono stati i risultati in termini di profili sismici ed immagini acustiche dei fondali. Il dott. Gasperini ha illustrato un paio di immagini a titolo esemplificativo.
Un carotiere a mano con tubi di 1 metro ha fornito 5 carotaggi in posizioni diverse; la carota più lunga misura 63 cm. I dati sono in via di pubblicazione e fondamentale risulta la datazione degli eventi e dei conseguenti livelli (con isotopi di piombo 210 e cesio 137). Uno sguardo veloce alla carota 06 evidenzia zone più chiare e più scure, verosimilmente le sedimentazioni “registrano” avvenimenti quali le due scosse di terremoto del 1976. Da notare che i sedimenti risultano maggiori a Nord del lago.
La carota 04, nella zona Sud del lago, evidenzia una notevole discontinuità a livello di sedimenti a cavallo della realizzazione della centrale idroelettrica. Infatti prima degli anni ’50, non si evidenzia la presenza di corpi nerastri negli strati (che testimoniano situazioni di assenza di ossigeno). Resta comunque necessaria la validazione dei dati e ulteriori carotaggi più profondi. Sembra comunque che non sia tanto la differenza di temperatura rispetto ai bacini superiori da cui viene l’acqua ad esser un problema, quanto il flusso di sedimenti che potrebbe “cementare” il fondale provocando situazioni di ipossia.
Prende la parola l’ing. Luca Dotti, il quale lascia il posto di responsabile dell’impianto all’ing. Roberto Castellano, già responsabile degli impianti Friuli dal 2015 al 2018.
Le osservazioni sul Lago di Cavazzo per voce di quest’ultimo, sono già state precedentemente esposte nei lavori inerenti il PTA e nella lettera di aprile 2019, in occasione del concorso di idee bandito dalla regione FVG. Da questi documenti le riflessioni sullo stato del lago evidenziano come la convivenza tra lago e centrale sia virtuosa.
Prende la parola il dott. Gentili, consulente di Graia per A2A, che riconosce alla relazione ISMAR un notevole contributo conoscitivo in campo geofisico, sia in termini quantitativi che qualitativi, sottolineando tuttavia una certa carenza nei dati, essendo i campioni esegui ed i numeri non definitivi.
Il dott. Gasperini sottolinea l’importanza dei dati sui sedimenti, concordando che queste informazioni debbano essere considerate come una base di partenza per uno studio ed un approccio comuni; i sedimenti sembrano subire la presenza della centrale non tanto per quantità ma per qualità. Chiede se vi siano carotaggi e stime sul tasso di sedimentazione da parte di A2A.
L’ing. Castellano sottolinea che non vi sono contrapposizioni da parte del gestore ma che permane la disponibilità e la volontà di interfacciarsi.
L’ing. Dotti asserisce che un lago ricettore di una centrale è un caso comune sia in Italia che in Europa, sia in termini di “taglia” dell’impianto, che di sue caratteristiche. Esistono degli effetti cromatici delle acque del lago che sono dovuti a fenomeni climatici. I livelli del lago sono gestiti dal gestore idroelettrico.
Diverse batimetrie sono state effettuate negli anni da A2A, seppure con le incertezze dei rilievi batimetrici di 50 anni fa. Il lago presenta lo stesso volume di invaso degli anni 50, le temperature si aggirano sui 15/20 gradi estivi e 5 invernali, il problema dell’idro-picking è risolto.
Non vi sono quindi indagini su sedimenti da mettere a disposizione del tavolo, ma solo confronti batimetrici negli anni.
Prende la parola il dott. Virgilio di ARPA, che asserisce che, essendo il corpo classificato quale fortemente modificato, vi sono dati solo per l’indicatore fitoplancton, ed il lago sotto questo profilo risulta buono.
Sotto il profilo della colonna, non si è mai registrata stratificazione della colonna d’acqua. I profili registrati da ARPA sono tuttavia solo 6 all’anno e non continuativi.
L’ing. Gianluca Vignoli, consulente assieme all’ing. Gianfranco Pederzolli per il Comune di Bordano, chiede come viene utilizzato il manufatto di scarico.
Risponde l’ing. Dotti che - rispetto ai 4 metri previsti dalla concessione - l’intervallo di escursione del livello del lago è limitato ad 1/1,5 metri, anche per garantire la fruibilità delle sponde ed il paese di Alesso.
La centrale di Somplago fa 2-3 avviamenti al giorno a seconda delle esigenze della rete nazionale di trasporto di energia elettrica, e quindi la portata d’acqua turbinata varia molto velocemente da pochi metri cubi al secondo a 60 metri cubi al secondo, che però sono totalmente laminati al fine di avere una portata costante nel torrente Leale attorno ai 5-10 mc/s costanti; la demodulazione è quindi praticamente totale.
L’ing. Canali chiede se c’è una serie storica della batimetria e se è disponibile, per aver un’evoluzione batimetrica del lago.
Sono disponibili due rilievi recenti, ovvero dell’aprile 2011 e del gennaio 2019, ed uno studio del 1959. Il volume dell’invaso è e rimane stabile sui 24 milioni di metri cubi.
I dati sono a disposizione dell’ente concessionario su richiesta.
Su richiesta del dott. Pederzolli, l’ing. Dotti risponde in merito al mantenimento del livello garantito del lago: gli impianti in condizione ordinarie non hanno problemi in tal senso. L’unico problema casomai può esser rappresentato dalle soste, perché l’impianto non può restare inattivo per più di due/tre settimane, altrimenti si registra una difficoltà a mantenere i livelli del lago.
L’ing. Castellano ribadisce il concetto, sottolineando come la regolazione del lago necessiti dell’alimentazione da parte della centrale, il cui stallo non garantirebbe il mantenimento dei livelli minimi.
Sia l’ing. Canali che l’ing. Dotti convergono sul fatto che la flessibilità degli impianti da più sicurezza sui livelli del lago. Dai documenti storici emerge che la condizione naturale presentava del lago un’escursione significativa, di 5/8 metri.
L’ing. Castellano sottolinea inoltre come l’escursione dei livelli del lago portava con sé un peggioramento della qualità delle acque che non si registra più. Il cambio di colore delle acque non ha poi che un impatto visivamente rilevante, ma non rappresenta un problema per le turbine, perché i sedimenti non hanno rilevanza sugli impianti né per massa, né per dimensione, né, infine, per caratteristiche qualitative.
Il dott. Gasperini ipotizza un’analisi sui sedimenti sponsorizzata dal gestore, al quale A2A risponde che l’interlocutore primo è l’ente regionale.
L’ing. Pederzolli chiede di avere lo schema idraulico e la concessione.
La Regione assicura che tali documenti saranno messi a disposizione.
Secondo l’arch. Lenna la campagna per verificare lo stato dei sedimenti deve essere compito regionale quale ente terzo neutrale, con successiva interpretazione dei dati da parte di un team di esperti.
L’ing. Canali tuttavia sottolinea che il tema dei sedimenti è solo uno dei temi che questo tavolo affronterà. L’attività da intraprendere ed i relativi costi da affrontare saranno decisi solo alla fine del lavoro preliminare del Laboratorio anche alla luce delle scelte strategiche che questo Tavolo vorrà compiere. I prossimi incontri saranno con altri stakeholders, cui seguirà la condivisione delle principali tematiche emerse con ampia partecipazione. Indicativamente un prossimo incontro potrà essere individuato nelle prime settimane di settembre.
Laboratorio per il Lago, ecco il verbale della prima riunione
Da mesi è attivo il Tavolo tecnico - Laboratorio per il Lago, istituito dalla Regione per individuare le soluzioni preferibili per la salvaguardia del Lago.
Ora la Regione stessa (comunicazione della DIREZIONE CENTRALE DIFESA DELL’AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE in data 29 gennaio 2021) ha autorizzato la diffusione dei verbali delle sedute, per una migliore conoscenza di quel che si dibatte e delle posizioni che stanno emergendo all'interno del tavolo tecnico.
Ecco il verbale della prima riunione, tenutasi online il 19 giugno 2020.
Prima riunione Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni
(LR 13/2019, Art.4, commi 35, 36, 37, 38, 39, 40)
Venerdì 19 giugno 2020, riunione sulla piattaforma Teams, presenti all’incontro:
per il Comune di Trasaghis: dott. Luca Gasperini
per il Comune di Cavazzo Carnico: sindaco dott. Gianni Borghi, Arch. Vanni Lenna
per il Comune di Bordano: ing. Gianfranco Pederzolli ed ing. Gianluca Vignoli
per ARPA dott.ssa Antonella Zanello, dott.ssa Elisa Zanut, Dott. Damiano Virgilio
per la Regione Friuli Venezia Giulia: ing. Massimo Canali, ing. Paolo De Alti, ing. Daniela Iervolino, dott.ssa Lucia Kneppers
Il direttore centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, dott. Massimo Canali apre il tavolo, anticipando che sarà messa a disposizione la documentazione facente parte della precedente esperienza amministrativa del bando per il concorso di idee. Il direttore inoltre ipotizza di procedere a breve ad udienze per aree tematiche, favorendo le aspettative dei soggetti interessati a far sentire la propria voce, tra cui i comitati, gli enti pubblici e privati, o chiunque sia portatore di interessi.
ARPA, sottolineando l’importanza di conoscere la documentazione comune come base di partenza, mette a disposizione del tavolo i dati delle ultime classificazioni raccolti.
Il giro di tavolo evidenzia le diverse figure professionali e gli approcci dei presenti:
- Il comune di Bordano con l’ing. Pederzolli porta l’esperienza di uno studio professionale incentrato sulle problematiche idriche fluviali;
- Il comune di Cavazzo sottolinea l’importanza degli aspetti di carattere naturalistico assieme ai problemi di sviluppo dell’area e del suo utilizzo;
- Il comune di Trasaghis porta l’esperienza del Dott. Gasperini di carattere geologico e geofisico, potendo mettere a disposizione uno studio del 2019 di ISMAR che, sebbene poco approfondito, può fornire una prima indagine sui sedimenti, fornendo apporto tecnico-scientifico sui vari impatti che si sono succeduti sul lago.
Il Comune di Bordano sottolinea che la complessità del dibattito attorno ai diversi interlocutori ed interessi del lago, richiederebbe la figura di un mediatore, preferibilmente di uno psicologo/sociologo, in grado di curare l’aspetto della comunicazione e dei diversi linguaggi coinvolti. L’ing. Canali afferma che tale figura potrebbe esser al caso incaricata dalla Regione che non ha ancora individuato l’esperto di cui avvalersi.
Si delinea quindi per voce dell’ing. Canali il modus operandi futuro del tavolo che si articolerà in una prima fase conoscitiva, dove si succederanno i colloqui per settore ed una seconda fase di apertura pubblica di partecipazione totale, opportuna nel momento in cui si saranno meglio circoscritte le principali problematiche su cui intervenire. Saranno coinvolti i derivatori idroelettrici, i soggetti del mondo dell’irrigazione e dell’agricoltura, i comitati spontanei ed anche i rappresentanti del mondo del turismo e dell’economia in generale. Come ulteriore base conoscitiva potranno esser condivisi anche i dati sull’evoluzione batimetrica del lago che A2A potrebbe metter a disposizione.
A valle della fase di consultazione, il Laboratorio si prefigge di definire una serie di scenari e proposte, con particolare attenzione alla tempistica, preoccupazione sollevata anche dal Comune di Cavazzo.
L’ing. Canali sottolinea poi l’importanza del tavolo anche in considerazione del fatto che la Regione sta mettendo a punto il quadro normativo per l’affidamento in regime di concorrenza delle grandi concessioni idroelettriche, che cambierà lo scenario regionale e del sistema del Tagliamento nel giro di un decennio.
Come tempistica del Laboratorio ci si prefigge infine di completare la fase conoscitiva in tre, quattro incontri, entro fine estate, dove fondamentale sarà l’apporto delle diverse figure professionali presenti al tavolo rispetto all’approfondimento di alcune tematiche ed alla loro successiva condivisione.
Nel frattempo la Regione metterà a punto uno spazio digitale di comune accesso per la condivisione dei documenti di interesse del Laboratorio e comunicherà una prima ipotesi di calendario degli incontri.
domenica 24 gennaio 2021
Laboratorio per il Lago, con quali finalità?
Il Laboratorio sul Lago, convocato dalla Regione, sta iniziando a discutere (si sono già tenute tre riunioni in teleconferenza ed una quarta è imminente) e ragionare sulla situazione del Lago e sulle prospettive per un ritorno alla sua naturalità. In gioco però ci sono anche i temi della produzione di energia idroelettrica e del possibile utilizzo delle acque a fini irrigui. Sulle diverse tematiche aperte e sulle modalità di affrontarle interviene Remo Brunetti:
‘O soi vignût a savei che martars 26 di Genâr a vignarà fate, in teleconference, la cuarte riunion dal “Laboratorio Lago dei tre comuni”. No sai se i socios dai comitâts che dal 2008 a scombatin pe rinaturazion dal Lâc di Cjavàç a setin bielzà stâts convocâts, par nominâ lis personis che a varàn di di rapresentâju in cheste teleconference. Dut câs leint i verbâi des riunions che a son bielzà stadis fatis, ai 19 di jugn, ai 23 di lui, e ai 24 di novembar,a somèe di jentrâ in te storie di Pinochio. Ducj si visìn di chel moment là che Pinochio si cjate a jessi distirât sun tun jet mieç muart e i trei miedis clamâts di pueste a viodi di lui, invessit di curâlu, la parin ator. Come chei miedis, chei che la regjon a à clamât par sclarî i problems dal lâc e cjatâ des soluzions, a dan la impression di tratâ une lôr part cence bazilâ trop pal destin dal Lâc. Leint po il test dal invît che un funzionari da regjon al a mandât ai comitâts, mi son vignûts i sgrisui, cuant che ‘o ai let che:” Lo scopo che il Laboratorio si prefigge è quello di definire una serie di scenari e proposte, con particolare attenzione all’aspetto naturalistico, turistico ed economico, che riescano a mediare i diversi interessi coinvolti.”Ma la leç istitutive no dîs di fâ mediazions ma di”….. individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni…”. Cussì mi pâr di podei dî che secont me i delegâts dai comitâts no varessin di fâ mediazions, ma spiegâ ancjemò une volte che la ruvine dal lâc a è stade la costruzion da centrâl idroeletriche di Somplât. https://drive.google.com/.../1MKsOggO80ztSInnOFqq.../view... E che la sô rinaturazion a pos vegnî dome isolant, cun tun by-pass, il lâc dai scarics da centrâl, dai depuradôrs, da autostrade, e protegintlu des pussibilis pierditis dai implants da Siot. Jo no sai se cualchidun al a fat i conts di trope ricjece che a è stade prodote dai agns 50 al dì di vuei da centrâl di Somplât, ma ‘o soi convint che a confront di cheste ricjece, la spese pe costruzion di un cualsisei by pass a sares une cagnere che dut câs a lares a paiâsi cu lis gnovis concessions regjonâls.
Remo Brunetti
domenica 10 gennaio 2021
Un'idea per utilizzare i contributi Europei? Il ritorno del Lago alle sue condizioni naturali
Riceviamo e pubblichiamo la proposta di utilizzo dei finanziamenti europei per il ripristino delle condizioni di naturalità del Lago: la proposta è stata inviata ai vertici della Regione.
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Ripropongo la mail a suo tempo inviata e rimasta senza risposta. La ripropongo al Signor Presidente, all'Assessore all'Ambiente, al funzionario presidente del Laboratorio Lago, sulla cui attività nulla è noto, ed in particolare all'Assessore Barbara Zilli in quanto diretta rappresentante del comprensorio del Gemonese in cui ricade la gran parte del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni. Nella speranza che con il Nuovo Anno si inizi a dare concreta attuazione a quanto le stesse leggi regionali prevedono per il lago porgo i migliori Auguri di Buon Anno.
9 gennaio 2021
Franceschino Barazzutti per i Comitati Salvalago
Egregio Presidente, Egregio Assessore,
c'è un gran parlare del corso "green" della politica europea. Altrettanto "green" sono le intenzioni e le dichiarazioni di tanti esponenti istituzionali in relazione all'utilizzo dei finanziamenti destinati dall'Unione Europea per dare corpo a tale politica. Sentendo il telegiornale regionale di questa sera in cui si dava notizia che la giunta regionale si sta occupando di come e dove investire tali finanziamenti europei mi sono posto la seguente domanda: chissà se l'intervento più "green" per eccellenza quale è il recupero della naturalità e della fruibilità del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, snodo idrico strategico del Friuli, rientra nei programmi d'intervento e di finanziamento dando così corpo reale alle intenzioni e dichiarazioni? Oppure, accanto alla solita viabilità autostradale, che è l'opposto del "green", si farà la derivazione irrigua del Consorzio di Bonifica Friulana lasciando il lago diventare una palude tra 100 anni ed ai posteri ricordare malamente coloro che ciò hanno permesso nonostante le conclusioni del PRTA ed il disposto dell'art. 4 della L.R. 6 agosto 2019 allegati?
Nell'occasione porgo i più distinti saluti.
9 dicembre 2020
Franceschino Barazzutti per i Comitati Salvalago
martedì 5 gennaio 2021
Alesso, i cappelli ed i costumi dei coscritti lungo le vie del paese
Grande riscontro ad Alesso per l’iniziativa “Un cjapiel di coscrit par ogni balcon”
Dopo l’annullamento, causa Covid, della festa dei coscritti di Alesso di Trasaghis ed il conseguente mancato svolgimento, nella notte tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio, della tradizionale sfilata di coscritti con l’incrocio delle bandiere, era nata la proposta, avanzata dalle pagine Facebook “Coscrìts a Delés” e “Sei di Alesso se…”, di esporre comunque, in segno di affermazione della identità di paese, i simboli della festa della coscrizione.
La risposta è stata entusiasta, perché alle bandiere delle diverse classi, già esposte in piazza, si sono aggiunte lungo le vie del paese, alle finestre e sui balconi, gli elementi caratteristici: il cappello fiorito, la maglia con l’indicazione della classe, i vestiti femminili richiamantisi alla tradizione popolare friulana, i caratteristici scarpets, le coccarde e altro ancora.
Dall’Australia la maglia dei coscritti del 1978
Le due pagine Facebook si sono riempite di fotografie documentanti la risposta del paese, con immagini anche provenienti dall’estero (Francia, Belgio, anche Australia) da parte di persone originarie di Alesso che, pur a distanza, hanno voluto partecipare idealmente all’iniziativa.
La festa, quella reale, è stata rimandata alla prossima estate: una edizione estiva quando, si spera, le limitazioni della pandemia saranno del tutto superate.
Il senso di questa operazione viene spiegata da una residente di Alesso, Anna: “La coscrizione è questione di radici ma soprattutto di cuore. E a noi Daléssans ci scorre nelle vene. Che tu stia ad Alesso, a Roma, in Francia, in Belgio, in Lussemburgo, in Svizzera o a Canicattì… qui per i tuoi coscritti ci torni, sempre! Perchè la classe è la classe! E allora, nonostante tutto, facciamo quello che possiamo e come possiamo per onorare questa festa! Ci rifaremo quest’estate e sarà bellissimo! La lunga attesa ripagherà tutti noi”.
https://www.studionord.news/grande-riscontro-ad-alesso-per-liniziativa-un-cjapiel-di-coscrit-par-ogni-balcon/
martedì 29 dicembre 2020
Fine anno ad Alesso con "Un cjapiel di coscrit par ogni balcon"
Un cjapiel di coscrit par ogni balcon
Fra i tanti guai che il Covid ha causato c’è anche l’annullamento della festa dei coscritti di Alesso. Non era successo nemmeno col terremoto; bisogna andare indietro ai tempi delle guerre per trovare altre sospensioni.
Non ci sarà quindi, la notte tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio, nessuna sfilata di coscritti, nessun incrocio di bandiere: vietato ogni assembramento (giustamente).
Ma, per non darla proprio vinta al Covid, ecco una proposta lanciata dalla pagina facebook “Coscrits a Delés”. In ogni casa c’è un cappello di coscritto e/o un grimâl o una ghirlanda da coscritta: tiriamoli fuori, ed il 31 dicembre ed il 1° gennaio mettiamoli esposti, su un balcone, su un terrazzino, sotto un loggiato.
Se la proposta verrà accolta, sarà un qualcosa che colpirà gli occhi e il cuore di ogni dalèssàn!
E naturalmente, visti i tempi, documentiamo sulla Rete questa “comunione di intenti”, pubblicando su questa pagina le foto dei cappelli esposti e, magari, la vostra foto mentre lo indossate, il cappello!
Se non potremo trovarci in piazza a mezzanotte a cantare “Bella non piangere”, mettiamo almeno “un cjapiel di coscrit par ogni balcon”!
Quindi, pro memoria per chi concorda:
- Mettere un “mi piace” magari con un commento al post pubblicato su https://www.facebook.com/Coscrits-a-Delés-101434435231084
- Condividere e promuovere l'iniziativa, a voce e sui social
- Tirar fuori il cappello e metterlo in un punto visibile
- Fotografarlo e pubblicarlo in questa pagina
- Per chi si vuole sbizzarrire: pubblichi la sua foto col cappello oggi e quella a vent’anni: tutti modi per sentirsi più uniti, più “paese”.
martedì 22 dicembre 2020
Lago, l'augurio per un 2021 capace di avviarsi verso il ritorno alle condizioni naturali
I Comitati hanno diffuso un volantino, con una immagine emblematica del lago, sospesa tra i problemi del presente (scarichi fangosi e freddi...) e le prospettive del futuro (con la restituzione del bacino alle sue condizioni naturali) e l'augurio che il 2021 sia veramente un anno di svolta.
domenica 13 dicembre 2020
Con la neve, montagna al buio e pianura illuminata
Riceviamo e pubblichiamo:
PIANURA ILLUMINATA E MONTAGNA AL BUIO
Puntuale, come in ogni maltempo, anche questa volta si è ripetuta la stessa situazione: paesi della montagna rimasti al buio ed al freddo a causa dei guasti alla rete di distribuzione dell’energia elettrica. Situazione paradossale poiché a rimanere al buio sono quelle valli dove grandi centrali e tante centraline idroelettriche producono energia.
Riporto solo a titolo di esempio e perché significativa la situazione dell’Alta Val Degano che finisce spesso nella cronaca giornalistica per le interruzioni della corrente elettrica a causa del maltempo nonostante la notevole presenza delle centrali idroelettriche di Luincis-Applis, del Vaglina, di Magnanins, del Fulin, del Degano ad Avoltri, della società Monte Cucco.
Il fatto che a rimanere al buio siano proprio le località di montagna dove si produce l’energia elettrica induce una serie di considerazioni sulle cause e sui rimedi. Nell’articolata società moderna sono i territori di pianura, urbani, industriali a costituire la struttura economica e finanziaria portante del paese finendo per essere dominanti anche sul piano culturale e politico, oltre che territoriale. Ne consegue che ai territori cosiddetti marginali, quali sono per lo più quelli montani, viene assegnato un ruolo “di servizio” che li mantiene nella loro marginalità: non consumatori ma solo produttori di energia elettrica sfruttando all’inverosimile la risorsa principale della montagna che è l’acqua. Energia da portare altrove su impattanti elettrodotti aerei anziché interrati e lasciare invece in loco il territorio con i fiumi, torrenti e persino ruscelli ridotti a nude pietraie senza un filo d’acqua.
La legislazione nazionale è conseguente, tant’è che prevede che, eccezion fatta per le cooperative energetiche, i produttori idroelettrici della nostra montagna debbano conferire l’energia prodotta alle società dispacciatrici Terna e Enel che la trasportano innanzitutto nei citati territori di pianura, urbani, popolosi ed industriali che assicurano buoni profitti ai loro azionisti per quasi il 50% stranieri. In tale contesto diventa di secondaria importanza per tali società la puntuale fornitura ai territori montani marginali e disagiati che non “rendono” finanziariamente a causa dei pochi abitanti-utenti per lo più vecchi. Territori che quindi vengono trascurati negli investimenti e nella gestione delle linee che, nelle particolari condizioni ambientali e paesaggistiche della montagna, si dovrebbero interrare e non ricorrere alla comoda attribuzione di colpa a quegli alberi che sotto il peso della neve o la forza del vento cadono sulle linee elettriche aeree.
Quello dell’idroelettrico è un aspetto settoriale del più generale rapporto distorto tra realtà urbane e periferie montane. Provvedere a raddrizzare la stortura di tale rapporto è compito e dovere delle politica nazionale con adeguati provvedimenti legislativi, mezzi e non solo. Innanzitutto abolendo l’obbligo del conferimento dell’energia prodotta ai dispacciatori Terna ed Enel lasciando a disposizione del territorio di produzione la quantità di energia ad esso necessaria. Così, per esempio, per evitare che Forni Avoltri resti senza corrente elettrica basterebbe la posa di un centinaio di metri di cavo per collegare la centrale idroelettrica della Comunità Montana direttamente alla rete di distribuzione interrata dell’abitato. Lo stesso potrebbe essere realizzato in altre analoghe situazioni.
La legge sul passaggio del grande idroelettrico alle regioni va in questa giusta direzione prevedendo tra l’altro che parte dell’energia prodotta venga gratuitamente consegnata alla Regione per essere utilizzata nei territori montani di produzione. Si tratta di ampliare tale disposizione anche alle tante invasive centraline dal momento che i loro proprietari privati realizzano profitti sfruttando l’acqua che è un bene delle comunità locali. Invero, per raddrizzare la citata stortura è ormai indilazionabile – essendo l’ultima la n.1102 del 1971 - l’adozione di una nuova legge nazionale organica sulla montagna, che ponga in campo adeguati strumenti e mezzi.
A raddrizzare tale stortura è chiamata anche la nostra Regione costituendo senza ulteriori indugi la propria società energetica (SEFVG) a capitale pubblico da tempo annunciata sull’esempio delle province autonome di Trento e Bolzano. Società che assuma la gestione non solo del grande idroelettrico ma anche delle centraline le cui concessioni vengono via via a scadenza. Inoltre va posto fine alla politica regionale di rilascio di concessioni a dritta e a manca per la costruzione di centraline idroelettriche persino sugli ormai rari corsi d’acqua rimasti liberi da parte di privati nelle mani dei quali vengono consegnati per 30 anni per produrre profitti che vanno nelle loro tasche e non già a beneficio delle comunità locali.
Sono chiamati anche i Comuni che, prendendo esempio da quelli trentini, dovrebbero essere loro, singolarmente o associati, a produrre e distribuire energia elettrica alle proprie comunità anziché favorire i derivatori privati per ricevere in compensazione la sistemazione di qualche marciapiede, il che va meglio definito come obolo. Sono chiamate anche le nuove Comunità Montane, in particolare quella della Carnia, che disponendo già di un proprio parco di centrali idroelettriche potrà e dovrà sviluppare una politica tesa a creare sinergie con la Società Elettrica Cooperativa Alto But (SECAB) e la Cooperativa Elettrica di Forni di Sopra, storiche cooperative che hanno maturato una notevole esperienza, al fine di raggiungere se non un’autonomia energetica della Carnia almeno, inizialmente, di ogni singola vallata. Sono chiamati anche gli abitanti della montagna a brontolare meno nelle poche osterie rimaste ed a interessarsi di più al proprio territorio ed alla propria comunità per contribuire a risolverne i problemi.
Franceschino Barazzutti già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) del Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico
(nella foto: Centrale della C.M. a Forni Avoltri)
sabato 12 dicembre 2020
Addio a Mecarozzi, l'ideatore dell'Operazione Atlantide nel Lago
Il Messaggero Veneto ha dato oggi la notizia della scomparsa di Luciano Mecarozzi che alla fine degli anni '60 fu l'ideatoe della Operazione Atlantide, l'esperimento di città subacquea svoltosi nel Lago: "Morto in ospedale positivo al virus. Creò l’Operazione Atlantide, cittadella subacquea nel lago dei Tre Comuni I friulani, quando vogliono, hanno l’avventura nel sangue. Nulla li spaventa. E nulla spaventò Luciano Mecarozzi, speleologo, giornalista, appassionato di musica e tanto ancora, in una vita intrecciata di viaggi, iniziative, sfide, ma adesso spenta in pochi giorni.".
A lui, anni addietro, dedicò un ampio profilo il giornalista Mario Blasoni, sempre sulle pagine del MV. Eccone alcuni stralci (dal Messaggero del agosto 2013
Si è fatto conoscere tra gli anni Sessanta e Settanta con l'Operazione Atlantide, di sopravvivenza nelle profondità del lago di Cavazzo; dal 1976 ha affiancato i terremotati del Friuli con l'attività della battagliera Radio Effe fondata l'anno prima (tra l'altro portò 3500 persone a Roma - 250 pullman - per protestare contro la stretta creditizia) e nel 1990, «non avendo più niente da dire in Friuli», se n'è andato in Ecuador, sulla cordigliera delle Ande, dedicandosi all'esplorazione delle grotte (una, molto importante, porta il suo nome).
Questi i cenni salienti nella biografia di Luciano Mecarozzi, personaggio udinese che con le sue iniziative ha animato le cronache di casa nostra negli anni ’70 e ’80. Per poi “scomparire”, appunto dopo la scelta di trasferirsi in Sudamerica. Ma non era finita: dopo 15 anni è rientrato a Udine, nel 2005, in tempo per stampare una sua monumentale enciclopedia (17 volumi) “Musica per la scena”, consultabile nelle biblioteche Nazionale di Firenze e Joppi di Udine (settore musica). E ora sta preparando una seconda edizione, raddoppiando le voci (ben 40.206 i compositori trattati).
Nato a Udine nel 1939, Mecarozzi frequentò lo Zanon, ma non arrivò al diploma: fu rimandato a ottobre, “vittima” di una insidiosa domanda di geografia («Mi parli della depecorazione...») e non si ripresentò. Nel '53 (era ancora in terza media) organizzò il primo sciopero studentesco per Trieste italiana. (...)
All'Operazione Atlantide (che si svolse in due fasi, nelle estati 1969 e 1970) è arrivato dopo le esperienze del Centro italiano soccorso grotte, da lui fondato nel 1965 assieme alla Sezione sperimentale ricerche subacquee. Tornando alla duplice Operazione Atlantide, in Usa c'erano stati esperimenti di immersione in un unico contenitore. Mecarozzi ne ha progettati quattro (suoi anche i disegni), di cui tre per vivere e lavorare. E' riuscito a coinvolgere i ministeri della Difesa e dell'Interno, gli Stati maggiori dell'Esercito e della Marina, l'assessorato regionale al turismo, che ha concesso un contributo di 19 milioni. Dodici gli acquanauti immersisi nella cittadella subacquea, tra cui una donna, Silvana Polese.
Usciti dopo 25 giorni, furono accolti da un messaggio del presidente della Repubblica Saragat e ricevuti dal presidente della Regione Berzanti. L'Ept donò loro una medaglia d'oro. La seconda fase - all'insegna di Nuove tecnologie subacquee - si sviluppò un anno dopo, nel settembre - ottobre 1970.
Mecarozzi passò quindi alle radio private: settore in gran fermento, dato che non erano ancora regolamentate. Nel 1975 fondò Radio Effe e Radio Effe International e alcuni anni dopo acquistò LT1 Radio Pordenone e Canale 49. Con sede prima a Paparotti e poi a Tricesimo, avviò un'azienda («Due dipendenti, bene con la pubblicità») che si sviluppò dopo il terremoto e le conseguenti iniziative che Mecarozzi andò adottando.
Nell'ordine: Mecarozzi dirige l'Operazione Atlantide; i sommozzatori dell'Atlantide ricevuti dal presidente della Regione Berzanti; un momento delle operazioni sul Lago
martedì 8 dicembre 2020
Bordano, è stato consegnato a Suor Fides il premio “Nadal Furlan”
Il premio Nadal Furlan è stato istituito nel 1979 per dare un riconoscimento a coloro che hanno contribuito a onorare la nostra regione distinguendosi per impegno umanitario piuttosto che artistico, comunque ispirato ai valori cristiani e a servizio della comunità, in particolare friulana.
Quattro i vincitori dell’edizione 2020, organizzata come sempre dal Circolo culturale Laurenziano di Buja con il patrocinio della Regione, del Comune di Udine e dell’Arcidiocesi udinese; si tratta di monsignor Diego Causero, suor Fides (al secolo Jolanda Bertoldi), il professor Giuseppe Bergamini e lo scrittore Paolo Maurensig.
Oggi, nella chiesa di quella che da maggio ’76 è la sua Bordano, la premiata è stata suor Fides, per il suo impegno durante il terremoto e soprattutto nel duro periodo della ricostruzione, quando essere ancora saldi nella fede era difficile come avere la casa intatta. E per quelle parole piene di speranza che, oggi come allora, ha per coloro che hanno bisogno di conforto.
“Qui si celebrano i valori della solidarietà e di quel Friuli cristiano che è nelle nostre origini e che ha permesso alla nostra terra di saper superare tantissime prove, sempre tenendo saldi principi quali famiglia, rigore, etica. Assegnare un premio sulla base di questi valori è un lascito importante di insegnamento alle nuove generazioni”, ha avuto modo di affermare il presidente Piero Mauro Zanin portando il saluto del Consiglio regionale al presidente del Circolo di Buja, Aldo Calligaro, al presidente della giuria giudicatrice, Maurizio Piemonte, e all’amministrazione comunale di Bordano intervenuta all’evento.
Il suo pensiero è poi andato al sisma del ’76 e alle sue 990 vittime: “A oggi la pandemia da Covid-19 ha causato oltre mille morti in Friuli Venezia Giulia, più di quelli del terremoto, e tutti sappiamo che sono soprattutto persone anziane. Ciò significa che un’intera generazione di testimoni, di custodi di una tradizione e di una civiltà friulana che avevamo, sono andati perduti. Allora il significato del premio a suor Fides ha il sapore anche di un messaggio di solidarietà per il futuro”.
“Noi che ci eravamo abituati a vivere all’insegna del consumismo, questa pandemia forse ci sta aiutando a riscoprire altro – ha aggiunto Zanin -, ciò che eravamo, quando essere parte di un piccolo paese era far parte di una unica famiglia. Noi abbiamo una memoria a cui guardare, così come alle cose semplici che ci hanno formati, per trovare l’energia per superare le grandi situazioni difficili di oggi; dalle piccole cose ricavare un grande sentimento di solidarietà come quello che ci ha caratterizzati durante il sisma del ’76”.
(da RSN News - Foto Pro Loco Bordano e Interneppo)
giovedì 3 dicembre 2020
Mandi, don Gjovàni! Fu parroco ad Alesso dal 1959 al 1966
Tristezza ha uscitato ad Alesso la notizia della morte di don Giovanni Deganis, che fu parroco dal 1959 al 1966. Tanti ne ricordano l'impegno e soprattutto la capacità di tenere assieme e proporre iniziative per la gioventù.
Dopo la permanenza ad Alesso, "don Gjovàni" fu per lunghi anni a Colloredo di Prato, non scordando i legami con i dalessàns.
Fu molto lieto, anni addietro, quando gli venne recapitato il "Lunari di Dalès pal 2007" che ricordava le comunioni fatte ad Alesso nel 1961 e '62.
Ecco il profilo che ne ha fatto "Radio Studio nord news":
Addio a Don Giovanni Deganis, negli anni ’60 fu il parroco di Alesso
All’età di 99 anni è spirato don Giovanni Deganis, il decano del clero udinese. Ospite della Fraternità sacerdotale, don Deganis è una nuova vittima del coronavirus nella casa di quiescenza di via Ellero a Udine.
Nato nel 1921 a Rivignano, don Deganis fu ordinato sacerdote ben 72 anni fa, nel febbraio del 1948. Fu cooperatore pastorale dapprima a Rivignano e successivamente a Dignano. Dal 1951 al 1954 rivestì l’incarico di cappellano nella Parrocchia di Corno di Rosazzo, prima di ricoprire lo stesso ministero nella Parrocchia di Venzone. Il primo incarico da parroco giunse nel 1959, quando l’allora Arcivescovo Giuseppe Zaffonato nominò don Giovanni Deganis ad Alesso di Trasaghis.
Nel 1966, tuttavia, arrivò per don Deganis l’incarico che lo coinvolse per il resto della sua vita sacerdotale: parroco a Colloredo di Prato, una comunità che ha guidato fino a quando, nel 2009, si ritirò nella Fraternità sacerdotale di Udine. A Colloredo subentrò l’attuale parroco mons. Angelo Rosso.
Le esequie di don Giovanni Deganis saranno celebrate a Colloredo di Prato sabato 5 dicembre alle 11.00 e saranno presiedute dall’Arcivescovo mons. Mazzocato. Il compianto sacerdote sarà tumulato nel cimitero di Colloredo di Prato.
giovedì 26 novembre 2020
Mandi, don Elio! Fu parroco a Trasaghis dal 1966 al 1985
La scorsa notte, all’ospedale di Udine, è mancato don Elio Nicli, deceduto - come comunica l’Arcidiocesi di Udine - in seguito alle complicazioni dovute al coronavirus.
Don Elio Nicli era nato 84 anni fa a Giavons di Rive D’Arcano. Sacerdote dal 1962, ha prestato servizio a Venzone e, per quasi vent’anni, dal I maggio 1966 al 1985, a Trasaghis, dove è ricor-dato con affetto.
Nei suoi ultimi incarichi ha curato il supporto pastorale ad Arta Terme e la sua assistenza spirituale al Centro di Aiuto alla Vita, incarico svolto fino al 2015. Prima, è stato cappellano dell’ospedale di Tolmezzo dal 1984 al 2002.
Ultimamente era ospitato nella “casa del clero” di Udine.
venerdì 20 novembre 2020
Lavori sull'argine del Tagliamento a Braulins
Argini più alti anti-piena nell’abitato di Braulins
P.C.
Partiranno a breve i lavori, lungo il Tagliamento nei comuni di Gemona, Osoppo e Trasaghis, per il consolidamento e l’adeguamento delle arginature in corrispondenza del ponte di Braulins, a cura del consorzio di Bonifica Pianura Friulana. L’importo del progetto è di 1 milione e 150.000 mila euro; l’azienda che si è aggiudicata la gara è la Copetti Srl di Gemona.
«In corrispondenza dell’abitato di Braulins – informa il direttore tecnico del Consorzio, Stefano Bongiovanni –, dallo studio redatto nel 2018 da Matteo Nicolini dell’Università di Udine sono state rilevate delle altezze d’argine non adeguate alle massime piene centenarie attese. Gli interventi da eseguire richiedono un rialzo medio inferiore ai 70 centimetri e la sostituzione, lungo il bordo stradale, dell’attuale parapetto con una barriera di sicurezza stradale». —
(dal Messaggero Veneto)
venerdì 13 novembre 2020
Lago, che ne è della progettualità per il by-pass? Un'interrogazione del PpA
Salvaguardia del Lago dei Tre Comuni, interrogazione a Fedriga del Patto per l’Autonomia
A che punto sono i progetti di salvaguardia del lago di Cavazzo? Lo chiedono alla Giunta Fedriga i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, con un’interrogazione che intende far luce sulle attività del Laboratorio Lago dei Tre Comuni, il tavolo tecnico istituito per individuare le criticità del lago di Cavazzo e proporre soluzioni finalizzate a recuperarne le condizioni di naturalità e a garantirne la fruibilità, anche a fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, con una destinazione di spesa, per il 2019, di 50 mila euro. In tal senso, Bidoli e Moretuzzo chiedono di sapere se il Laboratorio Lago dei Tre Comuni ha elaborato un piano di lavoro, a che punto è l’attuazione di tale piano e se sono state avviate adeguate progettualità al fine di costruire l’opera di bypass per convogliare direttamente le acque gelide e torbide della centrale di Somplago, diminuendo in questo modo l’impatto sul livello del lago, soggetto a forte oscillazione, sulla sua fruibilità turistica e sulle attività legate alla pesca.
«Sulle acque del canale di scarico del lago verranno realizzate tre centraline idroelettriche che andranno ad aggiungersi al progetto del Consorzio di Bonifica Friulana di derivazione irrigua dallo stesso canale di scarico – ricordano Moretuzzo e Bidoli –. Queste centraline potrebbero continuare a turbinare acqua proveniente dal lago di Cavazzo, una volta che la centrale di Somplago entrasse in fermo, con il rischio concreto di un abbassamento del livello del lago a causa dell’acqua turbinata. Con l’opera di bypass, che porterà le acque in uscita dalla centrale direttamente nel canale di scarico del lago, centraline e derivazione irrigua potranno essere realizzate senza comportare importanti interferenze con il bacino. Chiediamo alla Giunta regionale chiarezza sullo stato di fatto. Non vorremmo che il Laboratorio Lago dei Tre Comuni fosse un espediente al quale non fanno seguito azioni concrete per la rinaturalizzazione e fruibilità dello stesso lago, dimostrando – se così fosse – di non comprenderne la strategicità per lo sviluppo della valle e del suo circondario più vasto, ma anche per il sistema acquifero».
https://www.studionord.news/salvaguardia-del-lago-dei-tre-comuni-interrogazione-a-fedriga-del-patto-per-lautonomia/
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