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lunedì 1 febbraio 2021
Laboratorio per il Lago, ecco il verbale della terza riunione
Da mesi è attivo il Tavolo tecnico - Laboratorio per il Lago, istituito dalla Regione per individuare le soluzioni preferibili per la salvaguardia del Lago. Ora la Regione stessa (comunicazione della DIREZIONE CENTRALE DIFESA DELL’AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE in data 29 gennaio 2021) ha autorizzato la diffusione dei verbali delle sedute, per una migliore conoscenza di quel che si dibatte e delle posizioni che stanno emergendo all'interno del tavolo tecnico. Ecco il verbale della terza riunione, tenutasi online il 24 novembre 2020.
Terza riunione Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni
(LR 13/2019, Art.4, commi 35, 36, 37, 38, 39, 40)
Martedì 24 novembre 2020, riunione sulla piattaforma Teams, presenti all’incontro:
per il Comune di Trasaghis: dott. Luca Gasperini
per il Comune di Bordano: ing. Gianfranco Pederzolli ed ing. Gianluca Vignoli
per ARPA: dott. Andrea Cicogna
per ERSA: dott. Michele Fabro
per Consorzio di Bonifica Pianura Friulana: dott. Armando di Nardo, ing. Stefano Bongiovanni
per Coldiretti: dott. Martino Caon
per la Regione Friuli Venezia Giulia: ing. Massimo Canali, ing. Paolo De Alti, ing. Daniela Iervolino, dott.ssa Lucia Kneppers, arch. Pierpaolo Zanchetta, ing. Paolo Tonello, dott. Urbano Mazzucato
Il direttore del servizio gestione risorse idriche ing. Paolo De Alti apre il tavolo, prospettando l’ordine del giorno, ovvero un approfondimento sul tema irriguo e sull’uso della risorsa idrica.
Il dott. Gasperini prende la parola sottolineando che non sono ancora disponibili le indagini batimetriche pregresse con relazione tecnica di A2A, base importante per valutare se le condizioni del lago sono mutate o meno nel tempo. Ribadisce inoltre l’auspicio che dalle discussioni del tavolo in questione scaturisca l’esigenza dell’uso delle carote di sedimento sul lungo periodo. In queste infatti è registrata la storia degli impatti naturali, ma anche dell’uso del territorio: a titolo esemplificativo si possono trovare dei traccianti che raccontano tutta la storia passata (fertilizzanti, pollini, altre sostanze chimiche ma anche piovosità, clima in generale).
L’arch. Zanchetta della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Posizione organizzativa funzioni in materia di tutela ambienti naturali ed aree protette, sottolinea poi l’interesse naturalistico della zona, più nelle zone limitrofe del lago che nel lago stesso, molto interessanti e non riconosciute a livello nazionale.
Per il Consorzio Bonifica Pianura Friulana prende la parola l’ing. Bongiovanni il quale focalizza sulla proposta progettuale di realizzare una tubazione che da Somplago porti l’acqua al sistema Ledra Tagliamento per ridurre i problemi legati al rispetto del deflusso minimo vitale alla presa di Ospedaletto. Analizzando le precipitazioni e le temperature degli ultimi vent’anni si nota che gli eventi siccitosi sono stati numerosi. Negli anni dal 2003 al 2019 la portata è andata spesso in crisi e circa per 12/13 anni si è registrato un grave deficit idrico. La nuova opera di presa potrebbe garantire un afflusso di circa 10 metri cubi al secondo. L’ing. Bongiovanni sottolinea tuttavia che le problematiche del Lago in questione non sono strettamente collegate alla realizzazione di questa opera.
Gli indirizzi del Piano regionale di tutela delle acque infatti collegano l’intervento infrastrutturale sullo scarico del lago di Cavazzo alla riqualificazione del lago, da cui la necessità di estendere in questo senso l’approccio alle problematiche del lago.
Il dott. Gasperini si interroga se la rinaturalizzazione del lago dipenda dall’intervento di bypass. Il Piano tuttavia non individua una soluzione tecnica in materia ed il Consorzio sottolinea come dal punto di vista tecnico gli interventi non sono necessariamente correlati.
Il dott. Cicogna di Arpa apporta un contributo di ampio contesto. Ricorda al tavolo che in questo momento temporale siamo all’interno di una situazione di cambiamento climatico, sia per le temperature più elevate della norma sia come distribuzione diversa delle precipitazioni: il numero di giorni da una pioggia all’altra è infatti aumentato, e le esigenze idriche ed irrigue devono essere ripensate.
L’ing. Iervolino illustra e mette a disposizione del tavolo le conclusioni della parte del PTA sugli indirizzi di Piano, da cui si evince che il Tagliamento a valle di Ospedaletto è stato definito quale corpo idrico fortemente modificato. Tale individuazione è provvisoria e propedeutica al processo di designazione definitivo. In particolare nel documento si legge che il flusso di lavoro dovrà prevedere la valutazione di alternative agli usi specifici esistenti. La valutazione delle alternative dovrà prendere in considerazione il progetto di realizzazione di una condotta di collegamento tra il Lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra Tagliamento che consentirebbe di risolvere le difficoltà che annualmente si verificano ad Ospedaletto, garantendo da un lato il fabbisogno del Consorzio e migliorando dall’altro gli ecosistemi acquatici del fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto, che ogni estate vengono messi a dura prova. Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico-economica di realizzazione di un canale bypass o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul Lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità.
Il dott. Di Nardo del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana sottolinea l’importanza di un piano strategico riferito a tutto il lago, ma ribadisce che l’opera non è legata da un punto di vista tecnico e che il termine “contestualmente” nel capoverso sopra riportato si riferisce alla valutazione tecnico-economica e non alla sua realizzazione.
L’ing. Canali ribadisce l’importanza di ragionare con soluzioni condivise per contemperare tutti gli interessi e mitigare le questioni presenti. La regione aveva preso le mosse dal concorso di idee con gara europea pensato per ragionare su queste tematiche che è andato deserto. Le soluzioni per “mitigare l’impatto” non possono considerare a questo punto l’eliminazione della centrale, perché ormai è chiaro che altrimenti la regolazione del livello del lago verrebbe meno e non si potrebbe pensare ad un uso turistico del lago. Il bypass che sposta tutta l’acqua dal lago al Tagliamento comporterebbe comunque diversi problemi (non si regolerebbe più il livello del lago e anche la produzione delle turbine ne sarebbe compromessa), quindi la fattibilità dell’opera dovrà studiare bene questi argomenti.
Ricorda inoltre che la regione ha appena promulgato una legge sulle concessioni idroelettriche in base alla quale l’impianto in questione andrà a gara nel 2029, con gara che partirà nel 2027.
Il dott. Gasperini si chiede dove siano reperibili i dati rispetto alla forte escursione del Lago. A tale domanda l’ing. Canali ricorda che sono contenuti nei documenti messi a disposizione del tavolo su dropbox. Si interroga inoltre se dal punto di vista tecnico sarebbe possibile un’opera di bypass parziale in alternativa a quella totale. L’ing. Canali risponde che vi sono due argomenti in questione: ovvero quello del trasporto solido e quello della temperatura. L’impianto esistente deve funzionare sotto battente. Non è fattibile in questa fase realizzare un impianto “ibrido”, per la presenza appunto di turbine Francis. La soluzione sarebbe nel cambiare tipo di impianto, con conseguente valutazione di tipo costi/benefici. Il rinnovo della concessione sarà l’occasione di valutazione strategica se il sistema è quello corretto all’interno della programmazione prevista anche in considerazione dell’uso strategico della risorsa.
L’ing. Pederzolli sottolinea come far tornare il lago in condizioni di totale naturalità è impensabile. Ribadisce come siano necessari i dati batimetrici detenuti da A2A. Il concetto su cui intende porre attenzione è che il tema ambientale in contesto alpino ha un valore forse superiore a quello dello sfruttamento energetico e l’occasione del 2027 appare unica per questo tipo di valutazione. In Trentino la scelta di tipo ambientale è stata centrale e tale addirittura da rinunciare ad un ritorno economico per mantenere le condizioni naturali dell’ambiente.
Il tema ambientale è ribadito anche dall’ing. De Alti e l’ing. Vignoli torna sul discorso dei sedimenti. La maggior parte degli impianti sulle Alpi sono dotati di serbatoio a monte e scaricano nel corso d’acqua a valle un flusso di sedimenti. Il nostro caso è anomalo, in quanto i sedimenti sono scaricati nel lago. Le tecnologie che vengono usate di solito non sono quindi applicabili al caso concreto. E’ necessario arrivare al 2027 con alternative valide, una tesi di laurea sul tema ad esempio parla di un bypass di tipo idrodinamico in grado di passare una corrente sotto gli strati superficiali. Da cui ancora una volta ribadita la necessità di richiedere i dati batimetrici in possesso di A2A.
Il Tavolo si chiude calendarizzando la prossima riunione all’inizio del prossimo anno.
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