"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 30 gennaio 2021

Laboratorio per il Lago, ecco il verbale della seconda riunione

Da mesi è attivo il Tavolo tecnico - Laboratorio per il Lago, istituito dalla Regione per individuare le soluzioni preferibili per la salvaguardia del Lago. Ora la Regione stessa (comunicazione della DIREZIONE CENTRALE DIFESA DELL’AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE in data 29 gennaio 2021) ha autorizzato la diffusione dei verbali delle sedute, per una migliore conoscenza di quel che si dibatte e delle posizioni che stanno emergendo all'interno del tavolo tecnico. Ecco il verbale della seconda riunione, tenutasi online il 23 luglio 2020. Seconda riunione Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni (LR 13/2019, Art.4, commi 35, 36, 37, 38, 39, 40) Giovedì 23 luglio 2020, riunione sulla piattaforma Teams, presenti all’incontro: per il Comune di Trasaghis: dott. Luca Gasperini per il Comune di Cavazzo Carnico: arch. Vanni Lenna per il Comune di Bordano: ing. Gianfranco Pederzolli ed ing. Gianluca Vignoli per ARPA dott.ssa Antonella Zanello, dott.ssa Elisa Zanut, Dott. Damiano Virgilio per A2A: ing. Luca Dotti, ing. Roberto Castellano, dott.ssa Giulia Bellotto, dott. Gaetano Gentili (soc. Graia) per la Regione Friuli Venezia Giulia: ing. Massimo Canali, ing. Paolo De Alti, ing. Daniela Iervolino, dott.ssa Lucia Kneppers Il direttore del servizio gestione risorse idriche ing. Paolo De Alti apre il tavolo, prospettando l’ordine del giorno, con il focus sulle indagini conoscitive del fondale del lago a cura del dott. Gasperini da cui partire, e l’interlocuzione con A2A, che gentilmente si è resa disponibile per un confronto. Il dott. Gasperini introduce l’indagine conoscitiva del fondale del lago dei tre Comuni effettuata tramite rilievi geologico-geofisici subacquei negli anni 2015/2019 a cura di Alina Polonia, Giulia Giorgetti, Giuseppe Stanghellini e Luca Gasperini. Si tratta squisitamente di dati geofisici, raccolti attraverso un drone ed un’imbarcazione. Un potente ecoscandaglio ha fornito delle ecografie dei sedimenti; con l’aiuto del multi beam è stato possibile addivenire ad una mappa batimetrica del lago. Con tale imbarcazione dotata di strumenti sofisticati, notevoli sono stati i risultati in termini di profili sismici ed immagini acustiche dei fondali. Il dott. Gasperini ha illustrato un paio di immagini a titolo esemplificativo. Un carotiere a mano con tubi di 1 metro ha fornito 5 carotaggi in posizioni diverse; la carota più lunga misura 63 cm. I dati sono in via di pubblicazione e fondamentale risulta la datazione degli eventi e dei conseguenti livelli (con isotopi di piombo 210 e cesio 137). Uno sguardo veloce alla carota 06 evidenzia zone più chiare e più scure, verosimilmente le sedimentazioni “registrano” avvenimenti quali le due scosse di terremoto del 1976. Da notare che i sedimenti risultano maggiori a Nord del lago. La carota 04, nella zona Sud del lago, evidenzia una notevole discontinuità a livello di sedimenti a cavallo della realizzazione della centrale idroelettrica. Infatti prima degli anni ’50, non si evidenzia la presenza di corpi nerastri negli strati (che testimoniano situazioni di assenza di ossigeno). Resta comunque necessaria la validazione dei dati e ulteriori carotaggi più profondi. Sembra comunque che non sia tanto la differenza di temperatura rispetto ai bacini superiori da cui viene l’acqua ad esser un problema, quanto il flusso di sedimenti che potrebbe “cementare” il fondale provocando situazioni di ipossia. Prende la parola l’ing. Luca Dotti, il quale lascia il posto di responsabile dell’impianto all’ing. Roberto Castellano, già responsabile degli impianti Friuli dal 2015 al 2018. Le osservazioni sul Lago di Cavazzo per voce di quest’ultimo, sono già state precedentemente esposte nei lavori inerenti il PTA e nella lettera di aprile 2019, in occasione del concorso di idee bandito dalla regione FVG. Da questi documenti le riflessioni sullo stato del lago evidenziano come la convivenza tra lago e centrale sia virtuosa. Prende la parola il dott. Gentili, consulente di Graia per A2A, che riconosce alla relazione ISMAR un notevole contributo conoscitivo in campo geofisico, sia in termini quantitativi che qualitativi, sottolineando tuttavia una certa carenza nei dati, essendo i campioni esegui ed i numeri non definitivi. Il dott. Gasperini sottolinea l’importanza dei dati sui sedimenti, concordando che queste informazioni debbano essere considerate come una base di partenza per uno studio ed un approccio comuni; i sedimenti sembrano subire la presenza della centrale non tanto per quantità ma per qualità. Chiede se vi siano carotaggi e stime sul tasso di sedimentazione da parte di A2A. L’ing. Castellano sottolinea che non vi sono contrapposizioni da parte del gestore ma che permane la disponibilità e la volontà di interfacciarsi. L’ing. Dotti asserisce che un lago ricettore di una centrale è un caso comune sia in Italia che in Europa, sia in termini di “taglia” dell’impianto, che di sue caratteristiche. Esistono degli effetti cromatici delle acque del lago che sono dovuti a fenomeni climatici. I livelli del lago sono gestiti dal gestore idroelettrico. Diverse batimetrie sono state effettuate negli anni da A2A, seppure con le incertezze dei rilievi batimetrici di 50 anni fa. Il lago presenta lo stesso volume di invaso degli anni 50, le temperature si aggirano sui 15/20 gradi estivi e 5 invernali, il problema dell’idro-picking è risolto. Non vi sono quindi indagini su sedimenti da mettere a disposizione del tavolo, ma solo confronti batimetrici negli anni. Prende la parola il dott. Virgilio di ARPA, che asserisce che, essendo il corpo classificato quale fortemente modificato, vi sono dati solo per l’indicatore fitoplancton, ed il lago sotto questo profilo risulta buono. Sotto il profilo della colonna, non si è mai registrata stratificazione della colonna d’acqua. I profili registrati da ARPA sono tuttavia solo 6 all’anno e non continuativi. L’ing. Gianluca Vignoli, consulente assieme all’ing. Gianfranco Pederzolli per il Comune di Bordano, chiede come viene utilizzato il manufatto di scarico. Risponde l’ing. Dotti che - rispetto ai 4 metri previsti dalla concessione - l’intervallo di escursione del livello del lago è limitato ad 1/1,5 metri, anche per garantire la fruibilità delle sponde ed il paese di Alesso. La centrale di Somplago fa 2-3 avviamenti al giorno a seconda delle esigenze della rete nazionale di trasporto di energia elettrica, e quindi la portata d’acqua turbinata varia molto velocemente da pochi metri cubi al secondo a 60 metri cubi al secondo, che però sono totalmente laminati al fine di avere una portata costante nel torrente Leale attorno ai 5-10 mc/s costanti; la demodulazione è quindi praticamente totale. L’ing. Canali chiede se c’è una serie storica della batimetria e se è disponibile, per aver un’evoluzione batimetrica del lago. Sono disponibili due rilievi recenti, ovvero dell’aprile 2011 e del gennaio 2019, ed uno studio del 1959. Il volume dell’invaso è e rimane stabile sui 24 milioni di metri cubi. I dati sono a disposizione dell’ente concessionario su richiesta. Su richiesta del dott. Pederzolli, l’ing. Dotti risponde in merito al mantenimento del livello garantito del lago: gli impianti in condizione ordinarie non hanno problemi in tal senso. L’unico problema casomai può esser rappresentato dalle soste, perché l’impianto non può restare inattivo per più di due/tre settimane, altrimenti si registra una difficoltà a mantenere i livelli del lago. L’ing. Castellano ribadisce il concetto, sottolineando come la regolazione del lago necessiti dell’alimentazione da parte della centrale, il cui stallo non garantirebbe il mantenimento dei livelli minimi. Sia l’ing. Canali che l’ing. Dotti convergono sul fatto che la flessibilità degli impianti da più sicurezza sui livelli del lago. Dai documenti storici emerge che la condizione naturale presentava del lago un’escursione significativa, di 5/8 metri. L’ing. Castellano sottolinea inoltre come l’escursione dei livelli del lago portava con sé un peggioramento della qualità delle acque che non si registra più. Il cambio di colore delle acque non ha poi che un impatto visivamente rilevante, ma non rappresenta un problema per le turbine, perché i sedimenti non hanno rilevanza sugli impianti né per massa, né per dimensione, né, infine, per caratteristiche qualitative. Il dott. Gasperini ipotizza un’analisi sui sedimenti sponsorizzata dal gestore, al quale A2A risponde che l’interlocutore primo è l’ente regionale. L’ing. Pederzolli chiede di avere lo schema idraulico e la concessione. La Regione assicura che tali documenti saranno messi a disposizione. Secondo l’arch. Lenna la campagna per verificare lo stato dei sedimenti deve essere compito regionale quale ente terzo neutrale, con successiva interpretazione dei dati da parte di un team di esperti. L’ing. Canali tuttavia sottolinea che il tema dei sedimenti è solo uno dei temi che questo tavolo affronterà. L’attività da intraprendere ed i relativi costi da affrontare saranno decisi solo alla fine del lavoro preliminare del Laboratorio anche alla luce delle scelte strategiche che questo Tavolo vorrà compiere. I prossimi incontri saranno con altri stakeholders, cui seguirà la condivisione delle principali tematiche emerse con ampia partecipazione. Indicativamente un prossimo incontro potrà essere individuato nelle prime settimane di settembre.

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